Vivere a Piazza Bologna, due studenti rispondono:
Francesca e Jon, due studenti, rispondono a dieci domande volte ad indagare la quantità e la qualità dei servizi presenti a Piazza Bologna. L’intento è quello di valutare cosa sia stato fatto, cosa non sia stato fatto e cosa si potrebbe fare per migliorare la vita nel core del quartiere Nomentano.
Piazza Bologna rappresenta il core commerciale e culturale, nonché punto d’incontro della mobilità e dei residenti, del quartiere Nomentano. Desiderata agli inizi del 900 e sviluppatasi negli anni venti e trenta dello scorso secolo, su volontà del regime fascista, avrebbe ospitato l’ascesa della classe borghese medio-alta, il giusto incontro tra Roma bene e quartieri Popolari, e lo sviluppo edilizio razionalista ancora oggi evidente osservando il Palazzo delle Poste, simbolo architettonico di Piazza Bologna. Agli inizi degli anni ’70 la Piazza fu smantellata per la costruzione della metropolitana linea B divenendo da un punto di vista logistico “la zona più felice” di Roma.
La Piazza negli ultimi anni è stata soggetta ad una forte crescita demografica ed immobiliare divenendo il domicilio e la residenza di molti giovani studenti (emigrati), professionisti e famiglie, grazie alla vicinanza di complessi Universitari (Citta Universitaria la Sapienza e Policlinico Umberto I), alle numerose arterie stradali e ferroviarie (Viale delle Provincie, Stazione Termini e Tiburtina) e grazie ai servizi offerti dagli esercenti commerciali che hanno risposto positivamente all’incremento della domanda. Oggi la Piazza è caratterizzata da una forte Movida giovanile che si collega facilmente allo stile bohémien di San Lorenzo (quartiere limitrofe).
La prima ad essere stata intervista è Francesca: trasferitasi a Roma nel settembre del 2021 per frequentare i corsi triennali dell’Università Sapienza, ha trovato domicilio inizialmente a San Lorenzo per poi traslocare nel 2023 nel quartiere Nomentano, Bologna. Il secondo ad essere stato intervistato è Jon: alla ricerca di nuove esperienze, ha trovato i suoi interessi a Roma. Frequenta l’Università la Sapienza dal 2021 e vive nel quartiere Nomentano, Bologna, da circa 3 anni.
Alla domanda come descriveresti la vita nel quartiere, Francesca risponde: “Luogo comodo per gli studenti, accogliente, offre molti servizi e le persone sono gentili. La maggior parte dei residenti sono studenti universitari ma è nota anche la presenza di molti studi professionali e di molte famiglie. La sera è stracolma di studenti ed è un quartiere vivo sia di notte che di giorno, 7/7.”
Alla stessa domanda il secondo intervistato risponde con un parere contrastante: “Dipende dalle zone il parere cambia. Io in questo momento vivo in una zona residenziale più servita e più tranquilla rispetto alla Piazza principale, dove si trova una situazione più complicata da un punto di vista della sicurezza e del riposo diurno e notturno, causa la Movida. La zona dove vivo è un classico quartiere pieno di servizi (fa notare la presenza di sartorie e oreficerie), le persone si ricordano di te a differenza della zona della Piazza, dove c’è la metro, dove i rapporti sono superficiali e poco duraturi. Mi sentivo poco integrato quando vivevo lì, a differenza di ora dove mi sento cittadino di quel quartiere.”
Nessuno dei due intervistati ha notato notevoli cambiamenti da quando vivono lì. A parte il rifacimento del manto stradale (fa notare Jon), si evidenzia una tendenza alla chiusura e apertura di numerosi locali emergenti e non. Il secondo intervistato evidenzia che neanche i rapporti sociali hanno mutato nel tempo in qualcosa di migliore.
Le successive 4 domande, poste agli intervistati, riguardano nel particolare la mobilità: si intende analizzare il rapporto tra esigenze personali di spostamento, distanza da percorrere per raggiungere i servizi del quartiere (facilità di spostamento), la quantità e qualità della mobilità in ambiti di efficienza, cosa non sia stato fatto e cosa si potrebbe fare al riguardo.
La prima intervistata ritiene che tutti i servizi siano raggiungibili facilmente e che non abbia particolari esigenze di spostamento, di solito si sposta a piedi e per percorrere lunghe distanze si affida alla metro e ai bus, disponibili a pochi minuti da lei. Ritiene che in generale sia l’intera città ad avere problemi con gli spostamenti ma che a prescindere da ciò, “da Piazza Bologna si raggiunge tutta Roma, seppur a volte con delle difficoltà di cambio”. Francesca propone un aumento della quantità delle corse bus ed un minor tempo di attesa attraverso una migliore qualità di tale servizio. Valuta comunque la quantità e qualità offerta a Piazza Bologna,” buona”. Auspica più panchine nei pressi delle fermate autobus.
Il secondo intervistato aggiunge: “I servizi sono raggiungibili facilmente a piedi, quando vivevo nei pressi della Piazza principale in 5 minuti ero alla Stazione Tiburtina e in altri 5 minuti ero in metro B mentre dove vivo ora raggiungo questi luoghi in 10/15 minuti. I bus per l’università (cita il 310) non sono affidabili sia per le numerose fermate, sia per il traffico che si accumula negli orari di uscita ed entrata lavorativa sulla Nomentana.”
L’intervistato ritiene che ci sia un problema endogeno a Roma, riguardante la mobilità, e che a prescindere da ciò, ritiene la qualità e la quantità di questa efficiente nella zona dove vive. Conclude con un’iniziativa, ovvero delle navette per raggiungere i vari varchi collegati alle principali università.
Per quanto riguarda la riqualifica di edifici disfatti, occupati e abbandonati, parchi ed eventuali fontane dismesse, i due sono leggermente impreparati. L’intervistato 2 ricorda la riqualifica di Villa Torlonia mentre l’intervistata 1 ricorda di una possibile caserma dismessa, utile da un punto di vista sociale. Fanno anche notare l’assenza di punti ricreativi pubblici, diversi da bar e locali, e la mancanza di parchi verdi. Jon sottolinea l’assenza di biblioteche municipali sparse per il quartiere e prende d’esempio la città di Istanbul: “era piena di biblioteche municipali sparse per la città ad accesso pubblico”.
In ultima istanza si è posto l’accento sulla pulizia ambientale e sulla sicurezza: la prima intervistata evidenzia che, “la presenza di netturbini sia costante ma la zona risulta non pulita ed i cittadini contribuiscono poco al mantenimento dell’ambiente non collaborando con impiegati ecologici ed operai comunali”. Il secondo intervistato presumere che tale situazione non sia imputabile né allo stato né ai cittadini ma che si tratti di un rapporto bilaterale instabile. Per entrambi è certo che bisogna ancora lavorare molto sulla questione dei rifiuti, inoltre marcano una mancata attenzione alla raccolta differenziata da parte dei cittadini.
Nonostante Roma sia una metropoli, il quartiere risulta per gli intervistati sicuro. La movida notturna e diurna facilita gli interventi di aiuto e di testimonianze. La prima intervistata lamenta insufficienza di pattuglie nella zona mentre il secondo intervistato pone l’accento sulla questione “Stazione Tiburtina”, dove si verificano a volte scontri ed è nota la presenza di criminalità, l’intervistato chiede per cui più azione.