E’ arrivato dritto al cuore il messaggio di Giacomo Garzya che ha presentato la sua opera “E’ la vita” alla 37esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della sua casa editrice Aletti. Un dialogo a tu per tu con la giornalista Caterina Aletti, che ha sollecitato nell’autore – originario di Napoli ma che vive a Trieste – profonde riflessioni sull’esistenza umana, a partire proprio dall’importanza di soffermarsi sulle piccole cose della quotidianità. La silloge, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” è un inno alla bellezza della vita, con le sue gioie e i dolori ma con un’unica certezza che Giacomo Garzya ha ripetuto, sin dall’inizio della chiacchierata, a gran voce: “La vita non va sprecata”. Da buon insegnante e data anche la sua formazione storica, per l’autore il passato riveste un’importanza rilevante nella vita presente e la memoria distoglie dalla monotonia quotidiana.
E’ così che la sua poesia diventa strumento privilegiato contro l’oblio, per imprimere nero su bianco stati d’animo e impressioni ma anche i periodi storici più bui, e preservare i ricordi dal tempo che potrebbe cancellarli. E, soprattutto, una scrittura catartica che riesce a tirar fuori le emozioni più profonde e terapeutica per affrontare i momenti di dolore e di grandi perdite. Nei versi, scritti con un linguaggio semplice e scorrevole, emerge una continua ricerca esistenziale, costellata da descrizioni fotografiche dettagliate. La scrittura e la fotografia sono, infatti, accomunate dallo stesso obiettivo: donare immortalità al reale. Durante la presentazione al Salone del Libro, quest’anno dedicato alla tematica “Le parole tra noi leggere”, l’autore ha ricordato il compianto Alessandro Quasimodo, autore e poeta figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, che ha firmato la Prefazione della silloge, il quale ha parlato di una poetica «che riesce a ritrovare nel passato e riscoprire nel presente un percorso interiore che dia significato alla vita».
Sono versi pregni di significato, in cui la realtà storica si intreccia con la creatività della poesia e la bellezza dei sentimenti. Il risultato è una poesia esistenziale che, nonostante affronti tematiche dolorose come la perdita, riesce a far intravedere, sempre, un barlume di speranza. Come il messaggio finale che l’autore Garzya ha scelto per salutare i presenti e gli spettatori dei canali social Aletti editore. Questi alcuni versi scelti, tratti dalla poesia “Pacem in terris”: “Amore e fratellanza, valori non solo cristiani e a ogni latitudine un simile per l’altro simile, contro le parole come pietre, foriere di odio e distruzione”.