Export come chiave della competitività e Sud come opportunità mancata: questi i temi al centro dell’intervento di Gianni Lettieri all’evento “Sud Chiama Europa”. In un’intervista a latere della kermesse, il Presidente di Atitech ha lanciato proposte concrete per invertire la rotta e rilanciare il Mezzogiorno come motore economico del Paese.

Gianni Lettieri

Dopo gli scossoni USA, serve un risveglio europeo”: il monito di Gianni Lettieri

All’evento “Sud Chiama Europa”, tenutosi a Napoli il 9 maggio e promosso dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia” con il patrocinio del Comune, Gianni Lettieri, relatore del panel “La sfida dell’export”, ha rilasciato un’intervista a margine dei lavori, soffermandosi sui grandi nodi ancora irrisolti dello sviluppo del Mezzogiorno. Il Presidente di Atitech, MRO con base a Capodichino, ha sottolineato innanzitutto l’importanza dell’iniziativa: “Essere qui a Napoli è un messaggio importante che diamo al Paese e all’Europa”. Soffermandosi sul tema centrale dell’export, ha lanciato un messaggio chiaro: “Quello che bisogna dire all’Europa, dopo gli scossoni che abbiamo avuto dagli Stati Uniti che sono un problema serio, ma anche una grande opportunità è che dobbiamo fare sistema. Finalmente la sveglia è arrivata: quello che è successo deve farci capire che l’export è la misura di un Paese, è la cartina di tornasole della competitività del Paese e del suo sistema di imprese. Bisogna fare tesoro di quello che è successo e incominciare a creare i presupposti per la crescita”.

Gianni Lettieri: “Il Sud ha talenti e idee, ma senza infrastrutture e coordinamento non può crescere

Uno dei nodi più critici, secondo l’imprenditore napoletano, resta lo sviluppo del Sud, ancora frenato da carenze strutturali: “C’è un problema infrastrutturale, sia logistico che digitale, che non consente al Sud di crescere come dovrebbe crescere. Consideriamo che sull’export globale quello del Sud incide appena per il 10%. Poi c’è la Regione Campania che invece sta avendo delle buone performance, però siamo ancora a macchia di leopardo. Bisogna creare i presupposti”. Un passaggio importante riguarda la frammentazione istituzionale che, secondo il Presidente di Atitech, ostacola la crescita: “Ci vorrebbe un coordinamento tra i vari ministeri: il Ministero degli Esteri, il Ministero dell’Industria, del Made in Italy, l’ICE, Simest. Invece vanno un po’ in ordine sparso e questo non consente, specialmente al Mezzogiorno, di crescere come dovrebbe crescere. Ma soprattutto bisogna fare investimenti nelle infrastrutture”. A frenare il progresso non è la mancanza di idee, sottolinea Gianni Lettieri, ma la difficoltà di realizzarle: “Quello che manca sempre al Mezzogiorno, come dicono gli americani, è l’execution. Mi auguro che i nostri amministratori, locali e non, vadano avanti di conseguenza e non si limitino agli annunci”. Sul tema della fuga dei giovani, il Presidente di Atitech non si oppone all’esperienza all’estero, ma ne sottolinea un aspetto spesso trascurato: “Il problema non è che i nostri giovani vanno fuori. I nostri giovani devono andare fuori, ma dobbiamo dare loro la possibilità di rientrare. Quello è il tema. Perché il fatto che vadano fuori, che facciano esperienza e consolidino il sapere, è importante. Ma devono poter tornare. Se non ritornano, c’è un danno economico per il Mezzogiorno notevole”. Nella parte finale dell’intervista, l’imprenditore ha evidenziato alcune delle condizioni ancora carenti per rendere competitivo il Mezzogiorno: “Al Sud è ancora difficile l’accesso al credito, alla finanza, alla formazione. Basti pensare alla creazione dei manager, per esempio. Oggi al Mezzogiorno bisogna ancora individuare, purtroppo, manager che vengono dal Nord Italia o addirittura dall’estero. Quindi anche le scuole di formazione dovrebbero fare un passo avanti in questo senso”.

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