Quando l’amore tenero e appassionato diventa poesia pura nasce un sentimento unico: le parole si fanno luce, fiamma e calore. Bagliori improvvisi che emergono con vivida intensità. E’ il caso della silloge di Angelisa Durastante, dal titolo “Fuoco d’Amore – Poesie di Fiori e Calici di Stelle” pubblicata nella collana “Altre Frontiere” poiché tradotta nella versione francese, che l’autrice presenterà al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio prossimi, al Lingotto Fiere. «Penso sia un’opportunità di assoluto rilievo per essere conosciuta e apprezzata. Ma soprattutto è un atto d’amore per me, per le mie poesie, le mie creature».
Per la poetessa – che vive a L’Aquila dove esercita la professione forense – le liriche sono frutto della parte più profonda di sé, a cui attinge come fonte di vita. «Mi vedo nella mia verticalità come un pozzo antico: basta scendere giù ed attingere acqua; quando il contenuto arriva in superficie parla, con parole a me anche sconosciute, definendo ed offrendomi emozioni». E la bellezza del suo animo si rispecchia, proprio come in un bicchiere d’acqua, nella sua scrittura, intensa e sensibile, ricca di immagini evocative. Ma anche coraggiosa e resiliente, perché, spesso, è difficile mettersi in ascolto di sé stessi e condividere le emozioni più profonde. «Nel corso del suo viaggio poetico – scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, già candidato al Premio Nobel per la Letteratura, autore dall’arabo del best seller “Le mille e una notte” – Angelisa svela la profondità del suo cuore, si nutre di ricordi teneri e luminosi, trae linfa vitale dagli insegnamenti ricevuti dai propri genitori, sottolinea l’attaccamento alle proprie radici e ci presenta gli anni della giovinezza risplendenti di luce e di bagliori, densi di scoperte e meraviglie».
La poetessa dedica i suoi versi appassionati e teneri all’amato e ai suoi genitori. Anche la scelta di tradurre l’opera in francese – in collaborazione con “SSML Istituto di Alti Studi Linguistici Carlo Bo” – è un omaggio al suo papà, professore di lingua francese e magistrato, e all’amore che ha saputo trasmetterle per questa lingua. Ad ispirare questa silloge (disponibile anche in e-book) è l’amore, la passione, la pietà per il mondo esteriore, ma anche interiore, così sofferto, variegato e intenso. Un mondo che l’autrice ritrova sostanzialmente dentro di sé e nella sacralità dei suoi affetti più cari. Ogni parola di Angelisa è una carezza all’anima, un invito ad abbracciare la luce, a immergersi nella dolcezza dei ricordi e a lasciarsi guidare dal battito eterno del cuore, verso dopo verso con leggerezza.
«Ascoltiamo le nostre emozioni – è l’invito dell’autrice ai suoi lettori -. Accogliamole con amore, anche quando parlano di antichi dolori, e restituiamo loro la luce e l’accoglienza che noi stessi vorremmo dagli altri. Riusciremo a migliorarci, a vivere meglio, a riscoprirci, al di là di ogni dramma, dipendenza o abisso, autonome sorgenti di luce, capaci di comunicare, di creare, di essere autori della nostra storia, lasciando il nostro piccolo ma significativo segno nel cammino fraterno e relazionale della storia umana».