Che cos’è esattamente il pensiero se non l’espressione dell’anima eterna? E’ un viaggio poetico e filosofico nei meandri della spiritualità e dell’amore, la silloge di Mirko Polato dal titolo “Grembo Paterno”, che sarà esposto al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio prossimi, negli spazi del Lingotto Fiere. «Essere lì – commenta l’autore – vuol dire stare in mezzo agli altri nel modo più vero, con ciò che si è e si desidera essere. Per uno scrittore che vive scrivendo è un modo per esistere per sé e per gli altri, un modo per imparare la propria arte di dare amore».

Le liriche accompagnano il lettore in un viaggio in cui la meta è lo stesso peregrinare alla scoperta di sé e della propria essenza in cui abitare senza ostacoli e paure. “Grembo Paterno” è un accostamento di parole antitetiche che, attingendo dal linguaggio comune, crea un dolce contrasto d’apparente contrapposizione. «Se l’anima dell’umanità viene partorita nell’Aldilà, allora la Madre Terra in realtà non è altro che quell’espressione del “grembo paterno” a cui siamo stati destinati da Colui che ha creato il Mondo, per prendercene cura».

L’opera – pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore e disponibile anche nella versione ebook – è un inno alla vita con lo sguardo rivolto all’eternità, in cui la scrittura salva la memoria rendendola immortale. «Mirko Polato con la raccolta “Grembo Paterno” – scrive, nella Prefazione, Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice che, quest’anno, parteciperà alla 37esima del Salone del Libro – ci propone un percorso lirico cosparso di numerose suggestioni contenutistiche, con argomenti che variano dalle riflessioni sulle relazioni interpersonali, al mistero dell’amore come fonte di vita, fino a indagare questioni riguardanti la spiritualità e l’esistenzialismo. Il libro è intervallato da considerazioni in prosa che fanno da collante tra le varie sezioni poetiche, in cui il linguaggio è il mezzo con cui l’autore perlustra il reale circostante per ricercare senso e autenticità».

«La realtà – spiega l’autore, giurista che vive a Falcade nel cuore delle Dolomiti bellunesi, – è il punto di continuo confronto per l’Anima che persegue la propria meta pura che è cura. Nella realtà l’ambizione dell’essere umano va di pari passo con i propri talenti ed il cammino di ricerca della propria vocazione rimane ancorato tra le mani del destino e del suo voler divino. Gli episodi che hanno dato vita a Grembo Paterno appartengono alla vita reale, dove la necessità di emigrare lontano dalla terra d’origine, la terra del Benaco, il lago che ospitò i poeti Caio Valerio Catullo e Gabriele D’Annunzio, porta con sé il significato di fare la cosa giusta per raggiungere la propria meta. Un viaggio dove la scrittura e la poesia diventano necessariamente l’unica casa in cui abitare per chi una casa l’ha dovuta lasciare e non ce l’ha più».

In questo viaggio interiore, anche il dolore rappresenta una tappa necessaria. «La sofferenza diventa bellezza quando è compresa, quando è rispettata, quando ci spinge ad essere la meraviglia di noi stessi che portiamo al cielo, che non conosciamo mai la nostra altezza finché siamo chiamati ad alzarci. La bellezza che troviamo in un testo di letteratura è ciò che rimane nei nostri occhi come intensa emozione che dalla sofferenza diventa pura e sublime commozione». La silloge è una preghiera silenziosa che esplora il legame tra essere umano e il divino. Una richiesta di vita che trascende il tangibile, che ricerca la verità più pura. «L’amore – conclude Mirko Polato – è l’arte d’imparare a dare amore. E’ il viaggio verso le origini, quel luogo da dove noi tutti proveniamo e, allo stesso tempo, quel luogo in cui noi tutti faremo ritorno quando il tempo cesserà d’esistere nel suo voler divino».

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