Roma, città eterna. Città del Giubileo. Città dei cantieri aperti e delle grandi opere. Ma è davvero così per tutti i romani? Basta allontanarsi di pochi chilometri dal centro storico per scoprire una realtà ben diversa, fatta di promesse non mantenute, opere incompiute e disservizi quotidiani. Il quartiere Conca d’Oro, nel Municipio III, rappresenta l’emblema di questa Roma a due velocità, dove la retorica del “rinascimento romano” tanto sbandierata dall’amministrazione Gualtieri si scontra con la dura realtà della periferia. Certo, anche qui sono stati realizzati alcuni percorsi ciclabili, un parcheggio in piazza Conca d’Oro (opera iniziata solo 15 anni fa), qualche marciapiede di cui alcuni sono un’opera d’arte astratta in cemento: gettata completamente a caso. Ma questi interventi messi a confronto alle grandiose opere del centro e dei quartieri più importanti della capitale,  sembrano poco più che palliativi, briciole lanciate alla periferia per placare il malcontento, senza un reale progetto di riqualificazione complessiva.

Conca d’Oro è un nodo urbano cruciale: ospita una delle principali stazioni della linea B1 della metropolitana e rappresenta un punto di connessione strategico per migliaia di cittadini che ogni giorno si muovono verso il centro, verso viale Libia, o semplicemente cercano normalità e decoro sotto casa. Eppure, ciò che si presenta agli occhi dei residenti è desolante. Piazza Conca d’Oro è un deserto urbano, dominato dall’abbandono: vetri rotti, colonne di ferro recintate da barriere da cantiere da oltre due anni, un’uscita della metro chiusa senza spiegazione, muri deturpati e zero manutenzione.

In questo scenario di abbandono istituzionale, va riconosciuto il merito di quei cittadini che, attraverso comitati di quartiere, si attivano per sopperire alle mancanze dell’amministrazione. È il caso del gruppo Facebook “Quartiere di Conca D’Oro – Il forum“, i cui membri sono particolarmente attivi nel recupero del quartiere e nella tutela del Parco delle Valli, organizzando iniziative di pulizia, manutenzione e animazione sociale. Gli esempi di cittadinanza attiva, che si accennava nell’attacco dell’articolo, rappresentano una risorsa preziosa per il territorio, ma non possono e non devono sostituirsi alle istituzioni. La cura dello spazio pubblico, la manutenzione delle infrastrutture, la gestione dei servizi essenziali sono e restano obblighi primari dell’amministrazione comunale e municipale.

Tuttavia, anche all’interno di questi spazi di partecipazione civica emergono contraddizioni preoccupanti. Emanuele Mattei, amministratore del gruppo “Quartiere di Conca D’Oro – Il forum”, ha infatti deciso di non divulgare questo articolo, ritenendo che tali informazioni possano creare “scompiglio”. Una scelta che sa di censura, pratica utilizzata in Italia nei momenti più bui della sua storia, piuttosto che di stimolo verso le istituzioni per migliorare i servizi ai cittadini.

Questa posizione di eccessiva deferenza nei confronti delle istituzioni non porta ad alcun risultato concreto, anzi rischia di perpetuare l’attuale stato di abbandono. Paradossalmente, lo stesso Mattei è solito paragonare il quartiere Conca d’Oro a Oslo, un confronto che provoca ben più polemiche di quanto potrebbe fare un articolo critico ma costruttivo come questo. Il paragone con la capitale norvegese è chiaramente inappropriato: le dimensioni, il tipo di città, la cultura urbanistica e sociale non sono minimamente paragonabili. La vivibilità, il decoro urbano e il rispetto dell’ambiente – sia da parte dei cittadini che delle istituzioni – di Oslo sono immensamente superiori rispetto alla realtà di Conca d’Oro. Fare simili paragoni significa alimentare false aspettative e distogliere l’attenzione dai problemi reali che richiedono soluzioni concrete e immediate.

Una piazza simbolo del degrado

Piazza Conca d’Oro doveva rappresentare un fiore all’occhiello per il quadrante nord della città. Un importante hub della linea Metro B1, collegamento strategico con il centro e punto di riferimento commerciale per tutta l’area. Quindici anni dopo l’inaugurazione della fermata della metropolitana, la piazza resta un monumento all’incuria e all’inefficienza amministrativa.

Il centro commerciale previsto da tre lustri è ancora un miraggio. Nonostante le ripetute promesse di avviare i lavori da parte delle giunte avviccendatesi nel III municipio (di cui l’attuale guidata da Paolo Marchionne) l’area giace in stato di abbandono. Una desolata testimonianza di un’opportunità di sviluppo mancata per l’intero quartiere senza contare che la struttura nasce  già predisposta al completamento dell’opera.

 

La situazione della stazione metropolitana è altrettanto desolante. Un’uscita chiusa da due anni senza alcuna apparente motivazione. Inferriate montate intorno a colonne in ferro e lasciate lì, come un cantiere fantasma. Questo da circa due anni. Vetri infranti e muri danneggiati mai riparati. L’hub del trasporto pubblico, che dovrebbe rappresentare il biglietto da visita del quartiere, è diventato invece il simbolo di un’amministrazione assente e incapace di garantire la manutenzione ordinaria.

Il Ponte delle Valli: un’odissea per i pedoni

Ancora più grave è la situazione del Ponte delle Valli, arteria fondamentale che collega Conca d’Oro con viale Libia e, di conseguenza, con i principali assi commerciali e il centro della città. Il marciapiede del ponte, necessita un rifacimento con l’aggiunta di una pista ciclabile. Ciò poteva avvenire nell’ambito dei lavori realizzati in passato per un parcheggio nei pressi. Il cammino del ponte versa in condizioni disastrose, rendendo difficoltoso e pericoloso il passaggio dei pedoni. Il ponte diviene la linea di demarcazione tra centro e periferia, tra Municipio III e Municipio II. Entrambi i Municipi amministrati dal PD che è il medesimo partito dell’amministrazione romana a cui fa capo il sindaco Gualtieri.

Questo stato di abbandono costringe i residenti a vere e proprie peripezie quotidiane per raggiungere i negozi di viale Libia o il centro città. Una situazione che penalizza soprattutto anziani e persone con disabilità, per i quali l’attraversamento del ponte diventa una sfida quasi insormontabile.

Il ripristino del ponte non rappresenterebbe nemmeno un’opera faraonica in termini di costi e tempi di realizzazione, ma piuttosto un intervento di manutenzione ordinaria che qualsiasi amministrazione attenta alle esigenze dei cittadini avrebbe già realizzato, la medesima pavimentazione che è stata fatta a via Conca d’Oro perimetrale al Parco delle Valli, con l’aggiunta di qualche panchina e che arrivi fino a Piazza Gondar. Eppure, nonostante le continue segnalazioni dei residenti, nulla si muove.

La Metro B1: un servizio al limite della decenza

Se la situazione delle infrastrutture è drammatica, quella del trasporto pubblico non è certo migliore. La Metro B1, che dovrebbe garantire un collegamento rapido ed efficiente con il centro città, è invece, da almeno due anni,  fonte di frustrazione quotidiana per migliaia di pendolari.

I treni passano, spesso, ogni quindici minuti, senza alcuna indicazione attendibile sui tempi di attesa. Capita frequentemente che gli utenti fruitori restino sulle banchine anche venti minuti, senza possibilità di avere informazioni precise e quindi di poter optare per alternative, come gli autobus di superficie (che comunque passano con frequenza aleatoria).

A peggiorare la situazione, l’assenza di copertura telefonica sulla banchina della metro, che impedisce ai passeggeri di consultare le app di trasporto pubblico per avere aggiornamenti in tempo reale. Una petizione firmata da 9.500 cittadini esasperati, che chiedevano semplicemente un miglioramento del servizio, è stata completamente ignorata sia dall’assessore alla Mobilità Patanè, sia dal sindaco Gualtieri, sia dal presidente del Municipio Marchionne.

Opere incompiute e cantieri fantasma

A completare il quadro desolante di abbandono, il Parco delle Valli, dove oltre otto mesi fa sono state scavate le fondamenta per il ripristino di un centro per anziani ed eventi. Da allora, nulla è stato fatto e rimane solo lo scavo, ennesima testimonianza di lavori iniziati e mai portati a termine.

Allo stesso modo, il ponte pedonale che doveva collegare Piazza Conca d’Oro all’Espero non ha mai visto la luce, nonostante sia stato promesso da diverse amministrazioni. Il progetto c’è ma dell’opera nemmeno l’ombra, in una dinamica che ricorda tristemente la saga infinita del Ponte di Messina.

Persino interventi di minima entità, come il ripristino di quattro angoli di marciapiede in via Val Padana, si trascinano incredibilmente da sei mesi, con cantieri che sembrano abbandonati a se stessi.

 

Rifiuti e degrado urbano

Se non bastassero i disservizi nei trasporti e le opere incompiute, il quartiere di Conca d’Oro deve fare i conti anche con un altro grave problema: quello dei rifiuti. Le strade si presentano costantemente sporche, con cumuli di spazzatura che deturpano l’immagine del quartiere e creano seri problemi igienico-sanitari per i residenti.

Particolarmente emblematica è la situazione dei nuovi cestini “Cestò”, installati con grande clamore mediatico dall’amministrazione ma che, nella realtà quotidiana, non vengono svuotati con regolarità. Le segnalazioni dei cittadini all’AMA attraverso il portale dedicato cadono sistematicamente nel vuoto: nonostante le ripetute richieste di intervento, il servizio di pulizia non passa a ripulire le aree segnalate.

Questa inefficienza nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti non solo aggrava il degrado estetico del quartiere, ma rappresenta un potenziale rischio per la salute pubblica, attirando insetti e roditori, specialmente nei mesi più caldi. Ancora una volta, emerge il divario tra il centro storico, dove il decoro urbano viene mantenuto con maggiore attenzione e le periferie, abbandonate a se stesse.

Una Roma a due velocità

Il contrasto con quanto avviene nel centro storico e nei quartieri più benestanti della capitale è stridente. L’amministrazione Gualtieri si è dimostrata abile nell’utilizzare i fondi del PNRR e quelli destinati al Giubileo, avviando numerosi cantieri e opere di riqualificazione nelle aree centrali della città.

Ma questa Roma che si rinnova e accogliere i pellegrini per l’Anno Santo sembra dimenticarsi completamente delle sue periferie, destinate a restare ai margini non solo geograficamente, ma anche nell’agenda politica della giunta capitolina.

Le poche eccezioni, interventi spot in alcune aree periferiche, appaiono più come operazioni di propaganda che come un reale impegno per una riqualificazione organica e diffusa di tutti i quadranti della città.

Le responsabilità politiche

Le responsabilità di questa situazione sono evidenti e ricadono principalmente sul presidente del Municipio III, Paolo Marchionne, incapace di dare risposte concrete ai problemi del territorio che amministra. Ma la catena di comando porta inevitabilmente anche al Campidoglio e al sindaco Roberto Gualtieri, responsabile ultimo delle politiche urbane della capitale e, non dimentichiamolo, esponente dello stesso partito di Marchionne, quel PD che governa sia il Comune che il Municipio.

La mancanza di coordinamento tra i diversi livelli amministrativi, l’incapacità di dare seguito alle promesse elettorali, la tendenza a concentrare risorse ed attenzioni solo in alcune aree della città a discapito di altre, sono il segno di una visione politica miope e di un approccio alla gestione della cosa pubblica che privilegia l’immagine rispetto alla sostanza.

Per una città davvero inclusiva

I cittadini di Conca d’Oro e di tutte le periferie romane non chiedono trattamenti di favore o opere faraoniche. Chiedono semplicemente servizi efficienti, manutenzione ordinaria delle infrastrutture esistenti, completamento delle opere iniziate e mai finite. In una parola: rispetto.

Rispetto per chi ogni giorno contribuisce con le proprie tasse al funzionamento della macchina comunale, rispetto per chi ha scelto di vivere in questi quartieri e ha diritto a una qualità della vita dignitosa, rispetto per una città che non può e non deve essere solo vetrina per turisti e pellegrini, ma luogo di vita quotidiana per tutti i suoi abitanti.

L’impegno dei cittadini: una risorsa, non un sostituto delle istituzioni

Il cittadino può e deve coadiuvare le istituzioni, rispettando le leggi, avendo cura del territorio e anche operando attraverso il volontariato. Ma questa collaborazione ha senso solo se si inserisce in un quadro di responsabilità istituzionale piena e consapevole, non come surrogato di servizi pubblici carenti o assenti.

Valorizzare l’impegno civico dei residenti significa anche riconoscere che questo impegno non può sostituire gli investimenti pubblici necessari per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal quartiere in cui vivono, una qualità della vita dignitosa.

Il caso di Conca d’Oro non è solo una questione locale, ma il sintomo di un problema più ampio che riguarda l’idea stessa di sviluppo urbano e di gestione della città. Una Roma veramente inclusiva e sostenibile non può permettersi zone di serie A e zone di serie B, ma deve garantire a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dal quartiere in cui vivono, gli stessi diritti e le stesse opportunità.

È tempo che l’amministrazione Gualtieri e il presidente Marchionne tornino ad ascoltare la voce dei cittadini, a partire da quei 9.500 che hanno firmato la petizione per il miglioramento dei servizi della Metro B1. Solo così Roma potrà davvero definirsi una capitale europea del XXI secolo, e non solo sulla carta o nei comunicati stampa del Campidoglio.

 

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