I miei pensieri in tempo di (terza) ”guerra

Mio nonno ha fatto la guerra, mio padre ha vissuto il dopoguerra . Mia madre è nata nel 43 e penso a mia nonna, che non ho mai conosciuto, che ha partorito in solitudine perché il marito era stato ucciso da dei balordi che gli hanno rubato la camionetta, faceva il trasportatore… mio padre non mangia “ pappette”… le nostre vellutate… perché in tempo di guerra ha mangiato troppe polverine… come dice lui.

Mia madre mi racconta dei rifugi e dei bombardamenti, dei rumori assordanti  vissuti  al buio a lume di candela, niente di romantico. Noi siamo a casa a cucinare e a mangiare e a preoccuparci di non ingrassare. Mia madre è cresciuta sola, orfana.

Mio padre a 8 anni andava a procacciare da mangiare sui treni alla stazione tuscolana per i suoi fratelli e sua madre, suo padre era al fronte. Mi racconta  che tutto felice porto’ a casa sacchi di farina rubati sui treni.. era sale!

Però mia nonna lo diete ad un contadino che ne aveva bisogno per mantenere le carni e non so cosa le diete in cambio… noi non possiamo neanche offrire un pezzo di torta al vicino  per diffidenza… mio padre sentiva il suono delle pallottole che uscivano dai fucili indirizzati a chi rubava sui treni, vide morire il padre di un suo amico. Noi scappiamo da un nemico invisibile che potrebbe essere attaccato addosso a chiunque ed ovunque… la distanza è l’unica salvezza, forse, la prudenza anche, forse.

In realtà penso tutto e il contrario di tutto, temo tutto e spero e mi aggrappo a ogni bella notizia. Mi immagino su un grande carrozzone che va  avanti lentamente ,sulle carrozze ci sono tutti i miei affetti e vorrei che questo viaggio ci porti tutti sani e salvi a destinazione… salvi perché vivi sani perché poi più saggi e consapevoli della bellezza delle piccole cose, anche dell’aria che respiriamo senza mascherina.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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