In libreria, la raccolta poetica “Out of the blue – (ri)flessioni” di Renato Sclaunich. L’autore propone una poetica all’insegna della brevità e densità interpretativa. Un volume snello, di tutte liriche brevi, perlopiù di tre versi (la più lunga ne ha otto). Ogni componimento si conclude con alcune parole in lingua inglese, che rappresentano la sintesi estrema e il sigillo apposto in chiusura alla poesia, indicando anche una chiave di lettura. La forma stilistica prescelta è quella che si avvicina alla riflessione, richiamata nel titolo. Una annotazione che nasce di getto, all’improvviso, di punto in bianco come ci suggerisce la traduzione dall’inglese delle parole “Out of the blue”.
Dietro alla loro nascita, però, c’è un gravoso, incessante e vitale lavoro di conoscenza di sé e del mondo. Come avverte nella prefazione del libro lo stesso Hafez Haidar. L’intellettuale libanese, tra i più importanti traduttori di Gibran in italiano e di Oriana Fallaci in lingua araba, scrive: «Renato Sclaunich dimostra di essere alla costante ricerca della verità». E continua: «Di essere determinato a svelare i misteri della vita, a conoscere i sentimenti delle persone e a contemplare da vicino le meraviglie del creato». Fino alle parole di apprezzamento, nella conclusione felice: «Il poeta incarna nelle sue poesie l’anima di un filosofo assetato di luce e di verità, adoperando uno stile talora enigmatico, ma al contempo ricco di contenuti».
Nato a Gorizia nel 1967, Renato ha scelto Bolzano come città in cui vivere. È poeta, poeta visivo, poeta sonoro e musicista. È un artista dinamico ed eclettico. Alle spalle, la pubblicazione di libri di poesia, aforismi, favole e la partecipazione a mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Poi, ancora, è il fondatore nel 2004 del collettivo instabile Zwiebeltruppen e nel 2012 delle Edizioni Scarabocchio.
Con questa nuova opera, l’autore porge il suo inno alla verità, alla vita consapevole, alla poesia e alle parole, forse le uniche in grado davvero di poter cambiare il mondo. Le sue sono centellinate, scelte con cura. Sono un campo aperto su cui il lettore potrà incamminarsi, confrontandole con la propria esperienza di vita.
Temi vari, prospettive nuove scandagliano il vivere moderno alla luce di molteplici elementi, sollecitando un pensiero critico sulle cose del mondo. L’imperativo è restare connessi con sé stessi, a costo di andare controtempo: «Contro tempo / Non mi sono arreso! Testimone oculare / Protecting authenticity».
«Improvvisamente la parola non è solo una sequenza ordinata di lettere, inaspettatamente la parola diventa segno e forma.
Di punto in bianco ogni singola lettera vibra come dentro ad un disegno di emozioni incorporando lo spazio e il tempo – confida il poeta nell’introduzione scritta di suo pugno -. Le parole fluttuano come i sogni e i violinisti sui tetti… sono sculture sospese nel bianco. Rappresentano contenitori di conoscenza, e richiedono rispetto».
In queste pagine, Sclaunich ne collauda tutta la maestosa potenzialità.