Con la sua scrittura curata e particolareggiata Scarlett Douglas Scott presenta ai lettori il suo romanzo storico e li accompagna in una trama dove i personaggi si incastrano con realismo e perfezione nel contesto storico. Un libro ideale per gli appassionati del genere di Via col vento e Poldark.

Ci parli del suo romanzo L’erede dei Gainsbourg

Ambientato nell’Inghilterra del 1885, la trama si sviluppa attorno ai componenti della famiglia Gainsbourg, proprietari di miniere nel Cheshire. Il Conte Stamford, ultimo della sua dinastia ha un’unica figlia che non può ereditare il titolo nobiliare. L’erede designato, giglio di suo fratello, Adam Gainsbourg, è disperso e dichiarato morto in India, a seguito di una rivolta popolare. Restano in linea di successione solo il figlio di sua sorella, un giovane scapestrato senza capacità imprenditoriali, e Nigel, che ha scelto la carriera di medico chirurgo. Ed è proprio su di lui che il Conte fa ricadere le proprie aspettative, proponendogli di sposare al figlia Athena in un matrimonio combinato, che garantirebbe alla ragazza di poter continuare a disporre del patrimonio famigliare e a Nigel di acquisire un titolo nobiliare che lo eleverebbe socialmente. Il Conte non sa però che Nigel è alle prese con un problema ben più importante della linea ereditaria. Sua sorella Edwina è stata internata a Bedlam dal marito, il Marchese Stern, con la diagnosi di pazzia. Nigel non può nulla contro il potere politico del cognato, ma l’acquisizione di un titolo nobiliare più elevato di quello che già possiede lo porterebbe ad avere maggiore potere decisionale nei confronti delle barbare terapie che si stanno applicando a Edwina allo psichiatrico. In un susseguirsi di vicende drammatiche, tra cui alcuni eventi storici realmente accaduti, come l’alluvione del Great Manchester e l’esplosione di una miniera, e i fermenti dei sindacati dei minatori in lotta contro l’antiquato regime nobiliare, si dipanano le vicissitudini della famiglia Gainsbourg, intrecciate a personaggi realmente esistiti. In un alternarsi di fortune e lutti, la storia tra Nigel e Athena avrà modo di svilupparsi e di evolvere in un amore forte, consapevole e duraturo. Nigel non può nulla contro il potere politico del cognato, ma l’acquisizione di un titolo nobiliare più elevato di quello che già possiede lo porterebbe ad avere maggiore potere decisionale nei confronti delle barbare terapie che si stanno applicando a Edwina allo psichiatrico. In un susseguirsi di vicende drammatiche, tra cui alcuni eventi storici realmente accaduti, come l’alluvione del Great Manchester e l’esplosione di una miniera, e i fermenti dei sindacati dei minatori in lotta contro l’antiquato regime nobiliare, si dipanano le vicissitudini della famiglia Gainsbourg, intrecciate a personaggi realmente esistiti. In un alternarsi di fortune e lutti, la storia tra Nigel e Athena avrà modo di svilupparsi e di evolvere in un amore forte, consapevole e duraturo.

Cosa significa oggi scrivere di donne e dell’amore?

Se fino a pochi anni fa scrivere romanzi sentimentali era visto come un intrattenimento e una lettura d’evasione per lo più estiva, con la rivalutazione delle opere di Jane Austen il mercato editoriale ha preso una dolce curva verso il gradimento del pubblico femminile per i romanzi a lieto fine, con molto romanticismo al loro interno. Diverse realtà editoriali hanno aperto collane dedicate al romance, altre sono nate appositamente per raggruppare autrici specializzate in questo genere di letteratura, che spazia dal contemporaneo allo sport, allo storico, ma sempre declinato al femminile e mantenendo al proprio centro le vicissitudini sentimentali con le donne al primo posto. Senza nulla togliere ai romanzi M/M, che hanno guadagnato un largo apprezzamento dalle lettrici, scavandosi una dignitosa nicchia all’interno del mercato del romance, perché ciò che piace è la storia d’amore in tutte le sue forme.

Si tratta in breve di saper esplorare il variegato mondo delle donne, non più recluse al ruolo di angelo del focolare, ma di nuovo interpreti principali di quel sentire mosso dalle emozioni, dall’intraprendenza, dalla cura per il bello e dal desiderio di riemergere che può essere anche per la lettrice uno stimolo a rivalutare se stessa e il proprio modo di intendere la vita e l’amore.

Che relazione c’è tra scrittura e società?

Presupponendo che la società scelga la scrittura come specchio per riflettere il proprio momento evolutivo, si può supporre che vi sia una relazione simbiotica. L’essere umano utilizza la scrittura come mezzo comunicativo fin dall’apparizione del cuneiforme, per fissare concetti sia commerciali che socio-politici. Società e scrittura hanno camminato insieme a pari passo nella storia dell’umanità, prima per una necessità di sopravvivenza della specie con gli scambi commerciali, poi con la regolamentazione delle comunità, con la promulgazione di leggi per la pacifica convivenza e prosperità.

È l’evoluzione naturale di uno strumento convenzionale, quella della scrittura, di non essere solo utile per relazionarsi all’interno di un gruppo sociale, ma anche di fungere come indicatore del livello di soddisfazione e gradimento della vita all’interno di esso. La scrittura, così come le altre arti, rappresenta il lato fragile e intimo della società nelle sue varie sfaccettature, e ritengo sia un privilegio potersi considerare operatori in grado di utilizzarla sia per intrattenimento che per studio. Senza la scrittura, ossia la capacità letteraria interpretativa, alla società mancherebbe un modo di esprimersi essenziale. Lo dimostra il fatto che, nonostante l’avvento dei social più immediati come Tik Tok e Instagram, sia sempre necessario aggiungere la parola scritta per spiegare il senso di un’immagine o di un momento filmato. È una relazione d’amore quella che unisce società e scrittura, e non potrebbe essere diversamente.

Siamo in un periodo molto difficile di ripresa economica, ma anche di rapporti interpersonali. Quali sono i suoi pensieri sul futuro?

Non sono troppo ottimista per quello che riguarda la ripresa economica, ma non voglio addentrarmi nell’aspetto politico/finanziario del nostro paese. I rapporti interpersonali sono sempre stati materia di studio per me, spesso studio libri di psicologia per comprendere le dinamiche comportamentali e ne traggo spunto per caratterizzare i personaggi dei miei romanzi. È stato (alla fine ho quasi il coraggio di dirlo) un passaggio importante della nostra società l’attraversamento della pandemia, dove molte sovrastrutture sono crollate, rivelando come in realtà siamo individui fragili se veniamo separati e isolati.

Uno dei bisogni primari dell’essere umano è quello di essere parte di un gruppo sociale, di esserne accettato, perché nel gruppo trova forza e protezione contro i pericoli esterni. Il Lockdown, che ha forzatamente separato le persone, mettendo al primo posto la salvezza e la salute di ognuno, ha spezzato l’incantesimo che ci ha portato a credere di essere autosufficienti socialmente. È stata una dura lezione. Molte colleghe, più coraggiose di me ad affrontare questo difficile tema, hanno creato opere all’interno delle quali vi sono passaggi del lockdown e le ammiro per questo. Io non ho voluto associare nessuna delle mie opere a questo passaggio epocale, prima di tutto per lasciare la storia romantica al primo posto, e in secondo luogo per non riportare la mente a quel periodo di profondo dolore, lutto e smarrimento, di cui tutti abbiamo implicitamente o esplicitamente sofferto. Ho potuto constatare che no, non ne siamo usciti migliori. Però s’, ne siamo usciti diversi.

Abbiamo guardato nella profondità delle nostre paure e ne siamo usciti feriti e spaventati. È sicuramente servito di più alla società occidentale, ormai adagiata nella stasi di un tempo lento e pacifico, piuttosto che a quella orientale e africana, soverchiati da anni di guerre e carestie. Quella stasi ci ha fatto scordare i tempi di vera paura e crisi legati alla guerra. Che volenti o nolenti, ci siamo ritrovati di nuovo alle frontiere europee a inizio 2022, un po’ come una conseguenza a cui non era possibile mettere un freno. Guerre e pandemie hanno sempre viaggiato assieme (e consiglio per questo argomento la lettura dell’opera di Frediani/Breccia “Guerre ed epidemie che hanno cambiato il corso della storia”, ed. Newton Compton, 2020). Di questa prova, parlando con amici lontani e parenti che non vedevo da anni,  ho compreso che le relazioni interpersonali, oltre che essere uniche per ogni individuo, hanno ricevuto un salto evolutivo notevole, quello scatto che veniva auspicato da diverse discipline olistiche, verso un miglioramento del proprio bagaglio personale di conoscenza dell’essere umano, dell’esistenza, e dell’approccio alla vita. Necessario quindi, se si è scrittori, e quindi specchio sociale, riportare su carta questo passaggio epocale, perché non se ne perda traccia nella storia, come accadde per l’epidemia di Spagnola. Necessario raccontarci e raccontare, anche in forma di letteratura di intrattenimento per non dimenticare cosa siamo stati in questi due anni difficili, cosa ci ha spinto a essere ciò che siamo adesso e come ci relazioniamo tra di noi, nel bene e nel male.

C’è una scrittrice o uno scrittore che considera il suo mentore?

Sì, ve ne sono diversi, ma se devo rispondere di getto il primo nome è sempre Frank Herbert, autore della saga di Dune, che lessi per la prima volta a quindici anni. Uno scrittore straordinario nella sua acutezza mentale e nella sua capacità di costruire mondi che non o poi del tutto immaginari. Mi ha insegnato a guardare a fondo nelle trame complesse, a creare personaggi con un carattere unico, non omologato, ad avere una visione panoramica della storia che intendo scrivere, ma soprattutto a distaccarmi emotivamente dai personaggi per imparare a essere una buona regista, ad avere uno scopo e a perseguirlo senza perderlo di vista, fino alla fine della storia. Il mio unico rammarico è di non averlo potuto conoscere di persona.

È in scrittura per una futura pubblicazione?

Più di una. Dopo quattro anni, passati a scrivere a progetto (con trame concordate con gli editori) mi sto dedicando con calma ad alcune storie iniziate e lasciate in sospeso, perché richiedono un maggior tempo di elaborazione. Sto lavorando a un SF ecologico e a un paio di sequel di romance storici, ai quali desidero mettere una chiosa per accontentare alcune lettrici che si sono affezionate ai personaggi. Vorrei uscire con una nuova opera il prossimo anno, ma senza una scadenza.

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