Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, perché dall’esito di questo scontro dipende il futuro prossimo dell’economia globale. Ma è paradossale che in questa battaglia a colpi di tariffe commerciali, Pechino e Washington sanno bene di aver bisogno l’uno dell’altro.

L’altalena di annunci sulle tariffe commerciali

Trump contro il mondoNon si può certo dire che Donald Trump abbia preso una direzione chiara sulle tariffe commerciali, perché spesso alle sparate del presidente hanno fatto seguito delle repentine marce indietro, e ciò ha creato grande nervosismo sui mercati. Difficile stargli dietro. La Cina ha sempre risposto con fermezza, consapevole di avere delle armi importanti da mettere sul piatto. Ma questo lo sanno anche gli USA, che non vogliono giungere ad uno scontro totale.

Il legame forte tra Washington e Pechino

Dai botta e risposta tra le due superpotenze globali, quello che emerge chiaramente è la forte vulnerabilità dei due colossi. Perché uno ha bisogno dall’altro. Washington non può fare a meno della Cina, perché circa il 10% dell’enorme debito pubblico americano è proprio in mano ai cinesi. Uno scontro feroce sulle tariffe commerciali potrebbe spingere Pechino ad una svendita di titoli di Stato americani, creando enormi problemi ai conti USA.

Una prova di ciò che potrebbe succedere l’abbiamo avuta ad aprile, con il sell-off degli asset finanziari americani per via della crisi di fiducia da parte dei mercati. La massiccia vendita ha riguardato anche i Treasuries e la regina delle valute più scambiate, il dollaro USD.

Anche Pechino non può rinunciare agli USA

Ma anche Pechino è vulnerabile. Il mercato americano infatti è uno sbocco importantissimo per l’export cinese. In valore l’America porta nelle casse cinesi circa 3100 miliardi di yuan (ossia 420 miliardi di dollari, al tasso di cambio odierno su eToro). Anche se gli USA non rappresentano una quota percentuale elevata dell’intero export cinese, l’impatto sull’occupazione nazionale sarebbe enorme, visto che circa tra 10-20 milioni di lavoratori cinesi sono impiegati settori più o meno connessi con l’export negli USA.

Si capisce quindi che, essendo la Cina un paese fortemente orientato all’esportazione, una battaglia a colpi di tariffe commerciali con gli Stati Uniti non sarebbe l’ideale. Senza contare che la Cina stessa ha un enorme debito pubblico che rende necessaria una forte crescita del PIL per rendere sostenibile la propria economia.

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