9 e 10 ottobre 2014: l’inizio di un inferno. L’impeto del maltempo si è unito alla ribellione della natura. Risultato? Le forti precipitazioni (395 mm in 24 ore) hanno provocato nel comune di Genova l’esondazione del torrente Bisagno, del torrente Sturla e dei rispettivi affluenti; l’alluvione non ha risparmiato l’entroterra ligure e in particolare i comuni di Bogliasco, Campo Ligure, Masone, Montaggio e Rossiglione, dove l’acqua ha trascinato con sé ogni cosa. Il maltempo ha colpito inoltre molte aree del Nord Italia, in particolare Parma, diversi comuni nel mantovano e nel milanese e la provincia di Alessandria, dove il giorno 14 ottobre è stato proclamato lo stato di emergenza.
Siamo di fronte ad un nuovo disastro ambientale, l’ennesimo per una città come Genova, che già nel 2011 contò 6 vittime a causa del maltempo, e per la Regione Liguria che il 25 ottobre dello stesso anno dovette assistere impotente all’alluvione che colpì le Cinque Terre e la zona della Lunigiana, togliendo la vita a 12 persone.
Nel comune genovese nella mattinata del 9 ottobre le precipitazioni hanno iniziato ad aumentare la propria intensità fino a raggiungere il picco nella ore serali: l’acqua esondata ha invaso le strade trascinando via cose e persone, indifferentemente. Il mix di acqua, fango e detriti ha raggiunto l’altezza di un metro e ottanta, troppi per un uomo di 57 anni, residente nel quartiere di Marassi, che ha dovuto arrendersi alla forza della natura. Nella giornata del 16 ottobre il Comune ha proclamato il lutto cittadino per lo svolgimento dei funerali della vittima.
La città e i comuni limitrofi nei giorni seguenti hanno dovuto fare i conti con il disastro scaturito dalle esondazioni: strade impraticabili, primi piani delle case completamente allagati, negozi irriconoscibili, attività commerciali messe in ginocchio. I danni alle cose e alle attività economiche sono stati quantificati con una stima iniziale che si aggira attorno ai 300 milioni di euro.
L’alluvione non ha però scalfito la solidarietà che da sempre contraddistingue i cittadini genovesi, soprattutto i giovani, che non hanno esitato a rimboccarsi le maniche per spalare e liberare la città dal fango. Vi sono poi persone di ogni età e i commercianti, la cui attività è rimasta vittima dell’alluvione.
Il Capo dello Stato ha definito quelli avvenuti in Liguria come “fatti sbalorditivi e sconvolgenti”, ponendo l’accento sull’importanza che ha la tutela del patrimonio forestale anche “per prevenire i rischi derivanti dal dissesto idrogeologico di cui purtroppo il nostro Paese soffre”. Il Presidente della Repubblica ha poi sottolineato che “abbiamo vissuto tanti episodi che poi esplodono nelle città, nei piccoli centri come quelli delle Cinque Terre,ma alle spalle di questi fenomeni, che sono anche dovuti ad inerzie locali, a lungaggini burocratiche nel realizzare progetti elaborati e perfino finanziati e pronti per essere realizzati, alle spalle di tutto questo c’è anche l’incuria nei confronti del patrimonio boschivo e forestale”.
Amarezza e rabbia sono i sentimenti che a mio modesto parere contraddistinguono le parole di Napolitano. L’Italia deve nuovamente fare i conti con un disastro ambientale che fa emergere ancora una volta le inefficienze dei meccanismi previsionali e amministrativi che caratterizzano il nostro sistema burocratico. Il sindaco di Genova, Doria ha sostenuto che “nessuno ci aveva preavvertito che certe cose sarebbero potute accadere. Non avendo avuto informazioni in tal senso, il nostro sforzo è stato di affrontare l’emergenza in tempo reale”.
Carenze nel sistema meteorologico? Io ritengo che le cause dei disastri che negli ultimi anni si sono abbattuti nel nostro Paese (basti pensare ai terremoti a L’Aquila e nell’Emilia) non derivano esclusivamente da errate previsioni del tempo, ma dalla totale assenza di cura verso gli elementi ambientali ed architettonici che ci circondano, dalla lentezza esorbitante dei meccanismi burocratici, dalla mancanza di accortezza che spesso caratterizza le azioni dei nostri politici, troppo impegnati ad inneggiare alla imprevedibilità della natura e ad accusare “gli altri”.
Lo stesso Renzi su facebook ha ribadito che verranno stanziati due miliardi per fronteggiare i danni dell’alluvione, ma cosa ne è stato dei milioni di euro che erano stati stanziati proprio due anni fa a favore delle aree colpite da calamità naturali?
La Procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta contro “ignoti” per il reato di disastro e omicidio colposo, chissà, forse nella speranza che le Istituzioni si diano da fare per abbattere le barriere dell’inerzia e ridurre quanto più possibile l’eventualità che si possano verificare nuovamente tragedie come quelle che hanno colpito negli ultimi anni il nostro Paese.
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.” Umberto Eco sottolinea con eleganza ed ironia una propensione vitale che accomuna tutti i grandi lettori: il poter vivere avventure emozionanti e sensazioni uniche che non si potrebbero percepire senza l’importante dilatazione temporale e spaziale garantita dal buon libro. Iniziare la lettura di un libro è nascere in un’altra epoca, con un altro corpo e con un percorso che si conosce man mano che le pagine scorrono.
Nel Mondo sono tantissime le fiere del libro che continuano una campagna di informazione e promozione alla lettura. Una delle più importanti per il prestigio della sua organizzazione è la Buchmesse, Fiera Internazionale del libro di Francoforte, fondata nel 1949 dall’associazione dei librai (Börserverein des Deutschen Buchhandels) e conclusasi domenica 12 ottobre 2014.
La Fiera, come ogni anno, ha accolto quasi 300.000 visitatori specializzati da ogni parte del mondo, per oltre 9.000 espositori (l’ultimo dato rappresenta un primato mondiale). Negli ultimi anni gli ultimi invitati d’onore sono stati nel 2006 l’India, nel 2007 la Catalogna, nel 2008 la Turchia, nel 2009 la Cina, nel 2010 l’Argentina, nel 2011 l’Islanda, nel 2012 la Nuova Zelanda, nel 2013 il Brasile e nel 2014 è stata la Finlandia. Si è annunciato, durante la giornata di domenica, lo Stato ospite d’onore dell’edizione della Buchmesse del 2015: l‘Indonesia.
Un evento internazionale di incontro per gli esperti del settore e per il mercato più importante per i libri, i media, i diritti e le licenze in tutto il mondo. Editori, librai, agenti, produttori di film o autori, ogni anno nel mese di ottobre, arrivano tutti insieme per creare qualcosa di nuovo.
Un’occasione unica alla quale partecipare per aver uno sbocco interessante nel mercato europeo e mondiale. Anche quest’anno, l’Italia è stata presente con case editrici di media e grande imprenditoria che hanno avuto la possibilità di presentare le proprie novità editoriali.
Fra le case editrici italiane presenti spunta il nome di Rupe Mutevole Edizioni, la quale avendo partecipato all’edizione del 2013, ha voluto confermare la sua presenza nel 2014.
Rupe Mutevole è stata ospitata nel Padiglione Hall 4.1 L 74 con una selezione dei libri del catalogo novità 2014 delle collane editoriali: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni (in partecipazione con Oubliette Magazine)”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”).
È importante che le case editrici italiane di media imprenditoria si cimentino nel confronto con le grandi fiere europee sia per un motivo semplice di crescita sia per aver la possibilità di conoscere tutte le novità in campo editoriale. Un concetto caro a Rupe Mutevole Edizioni che, sin dalla sua nascita nel 2004, ha puntato al mercato internazionale non solo con l’editoria ma anche opere di produzione cinematografica e musicale.
L’appuntamento con la Buchmesse di Francoforte è per il 2015, dal 14 al 18 ottobre. Per il momento vi invito ad aprire un buon libro ed iniziare una nuova avventura.
Domenica 12 ottobre 2014, presso La Corte dei Miracoli, in via Mortara a Milano, è andata in scena la premiazione del Video Contest “Niente mi pettina meglio del vento: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata”.
Le premiazioni hanno preso avvio alle 11:30 con Silvia Moretta, ospite d’onore dell’evento, critico d’arte, presidente dell’Associazione culturale Akedà e neo eletta Vice Presidente di ASAA (Associazione Sostegno Alopecia Areata), che insieme alla psicologa Francesca Fadda, presidente di Art Meeting e da pochi giorni di ASAA, ha moderato l’evento e proclamato i vincitori del Video Contest.
Doveroso spazio è stato dato alla presentazione delle due associazioni che hanno promosso “Niente mi pettina meglio del vento: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata”: Art Meeting – Associazione artistica socioculturale – e ASAA – Associazione Sostegno Alopecia Areata. Ad introdurre le due associazioni Fabio Costantino Macis (creativo, fotografo) per Art Meeting e Viviana Baratto (Consigliere ASAA fin dalla data di fondazione, Voce Amica ASAA) per ASAA.
La proiezione degli spot finalisti è stata preceduta da una piccola postilla nella quale Francesca Fadda ha sottolineato che i partecipanti al Contest sono stati professionisti e non, persone che vivono la patologia e non. La rosa dei finalisti è composta da Chiara Gabrieli con “Accenti”, Sylvie Gehringer con “Ton reguard”, Nicola Antonelli con “Il colore dentro”, Noemi Medas ed Antonio Ravenna con “Pensa”.
Successivamente alla visione dei quattro spot, i presenti sono stati ammaliati da una performance intitolata “Oltre” delle artiste sarde Maria Jole Serreli e Noemi Medas, per la regia di Fabio Costantino Macis.
Inoltre la sala abbracciava i presenti con una mostra fotografica intitolata “La mia Alopecia in un selfie”, una serie di autoscatti che hanno dato visioni ironiche dell’Alopecia Areata.
Infine sono stati proclamati i nomi dei vincitori: Sylvie Gehringer per il Premio Web Like (targa e somma di 400,00 €); Noemi Medas ed Antonio Ravenna per il Premio della Giuria (targa e la somma di 1.000,00 €).
Il video “Pensa” di Antonio Ravenna e Noemi Medas (Noemi Medas protagonista, Chiara Diana co-protagonista, Davide Corda fidanzato al tavolo, Ilaria Varsi e Laura Spano ragazze al tavolo, musiche originali di Edoardo Pucci) tocca tutte le tematiche richieste dal bando: si concentra inizialmente sulle problematiche sociali del mostrarsi a testa scalza e sul rischio di schernimento e discriminazione che può incontrare nella vita quotidiana chi ha l’alopecia. Attraverso il sogno la “bulletta” ha la possibilità di entrare in empatia con il vissuto della protagonista, vivendo l’esperienza comune a molte volpine della perdita dei capelli sotto la doccia e del trauma del non riconoscersi più allo specchio. La scena dell’urlo in sé non turba, anzi, è efficace la tonalità horror che segna l’apice di un’escalation emotiva, che si scioglie, subito dopo, nel risveglio dall’incubo. Il finale ha un andamento disteso, l’attrice con alopecia ha un’espressione serena e di totale accettazione, quasi di compassione verso il gruppetto delle giulive fanciulle.
La giura del premio:
Francesca Fadda; Giovanni Coda, fotografo e regista sardo; Fabio Costantino Macis, creativo, Arianna Di Tomasso, ideatrice e direttrice artistica di Settimo Senso Film Festival e del Premio Aurum; MariaJole Serreli, artista sarda, Vice presidente di Art Meeting, ideatrice del progetto Niente mi pettina meglio del vento, rappresentante regionale ASAA per la Sardegna; Silvia Moretta; Viviana Baratto, socia fondatrice ASAA; Walter Petretto, illustratore, grafico e animatore.
Francesca Fadda e Maria Jole Serreli sono state molto disponibili nel rispondere ad alcune curiosità su questo importante evento. Buona lettura!
A.M.: Arte e patologia. Come e quando è nata l’idea di una mostra sull’Alopecia Areata?
Francesca Fadda: Un sabato mattina del mese di febbraio del 2012 Jole Serreli, artista ed amica, mi chiamò al telefono per raccontarmi che aveva sognato di allestire una mostra sull’Alopecia Areata. Ricordo che le feci tante domande per capire che cosa quella visione onirica le stesse realmente chiedendo e perché lei volesse condividerla proprio con me. Nel giro di pochi giorni riuscimmo a metter su un progetto di selezione per invitare gli artisti a proporre delle opere che liberamente affrontassero il tema chiedendo loro di ispirarsi al verso della poetessa Alda Merini “Niente mi pettina meglio del vento”. L’impulso propulsivo di questa avventura era ed è ancora quello di sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sull’Alopecia Areata, una patologia che, come tante altre, non mette a rischio la vita della persona colpita ma la può rendere difficile, in particolare per il forte coinvolgimento del corpo nel suo manifestarsi in comunicazione con gli altri, per la scomparsa di quel filtro difensivo rappresentato dai capelli, abusati o dati per scontati se presenti, osannati e sofferti se assenti.
Jole Serreli: Circa tre anni fa, dopo la mia partecipazione con l’installazione “Anime in fuga” per l’evento “Manicomi Aperti” organizzato da Art Meeting, evento del quale rimasi particolarmente colpita per allestimento e per la tematica trattata ma, soprattutto, per la grande sensibilità degli organizzatori che mi permisero di entrare in stretto contatto con l’associazione. Questo mi ha permesso di entrare in confidenza in primis con la Dott.ssa Francesca Fadda ed, inseguito, di intraprendere un discorso lavorativo di crescita personale con Fabio Costantino Macis. Una delle mie prime confidenze è stata appunto raccontare loro che indossavo una parrucca acquistata un mese prima a Londra. Raccontai a Francesca della mia malattia che, con tanta cura, nascondevo da circa 5 anni, ma soprattutto del forte desiderio che nutrivo da tempo del voler incontrare e conoscere altri come me, poiché vivevo la mia patologia in piena solitudine, senza conoscerne le motivazioni e le cause. Vivevo nel buio. L’unica mia cura arrivava da una bellissima poesia trovata per caso su un blog, che si intitolava “Dura Jole”, in questa poesia scritta da Fabrizio Pittalis, due settimane prima che ci lasciasse, ho trovato la forza per reagire. Ho cercato Fabrizio per ringraziarlo e fargli sapere che la sua arte, le sue parole, mi avevano aiutato tanto, come una vera cura. Senza mai esserci incontrati, senza conoscerci. Mi aveva letto l’anima ed abbracciandola, in quell’istante mi aveva dato coraggio, in quelle parole un invito ad andare avanti. Ho trovato Lia e Gigi, i suoi genitori, li ho trovati subito e subito li ho incontrati. Questo evento, quasi magico, che mi è capitato, mi ha permesso di capire quanto l’arte, sviluppata in parola, immagine o suono possa con la sua forza fare del bene, ed in alcuni casi possa aiutare a guarire l’anima. Ed infine per rispondere alla tua domanda ti racconterò la genesi di tutto. Una notte sognai di allestire una mostra, in un importante museo, la mostra aveva l’obbiettivo di per far conoscere all’opinione pubblica la patologia Alopecia Areata. La mattina seguente non aspettai un attimo, chiamai subito Francesca. Ricordo che stava facendo colazione e gli raccontai il mio sogno. Un sogno per me impossibile da realizzare. Raccontai tutto il sogno sin nei minimi particolari, e lei, in silenzio, mi ha ascoltato. Al termine del mio racconto, lei semplicemente esclamò “E facciamolo, no!?!” e cosi un po’ per gioco e con tanta consapevole incoscienza, abbiamo iniziato a lavorare al progetto per far conoscere la patologia in Sardegna e con l’obbiettivo di incontrare altri come me! Con Art Meeting abbiamo creato un concorso artistico internazionale, partendo da Cagliari senza grosse aspettative. Il concorso ha ricevuto importanti consensi di partecipazione da tutta Italia, dalla Slovenia e dall’Inghilterra e grazie all’evento ed al coraggio acquisito da esso ho iniziato a mostrarmi in pubblico a testa scalza, ma soprattutto, ho avuto modo di incontrare altri sardi che come me soffrono di alopecia universale.
A.M.: “Niente mi pettina meglio del vento” è un verso della celebre Alda Merini. Com’è il vostro rapporto con la poetessa dei Navigli?
Francesca Fadda: Sono affascinata dalla storia di vita di Alda Merini, dai suoi stati emotivi espressi in poesia, dalla sua esistenza segnata fin da giovane donna da quell’Istituzione chiamata manicomio.
Jole Serreli: Oh! Adoro Alda Merini la seguivo sin da bambina, le sue comparse da Costanzo mi divertivano tanto, le sue parole mi aiutavano a sognare donna semplice umile che non possedeva come tanti la presunzione dell’io assoluto, soprattutto utilizzava la sua cultura per donare non per soffocare. La scelta del titolo è venuta per caso, tra mille ricerche. Cercavo il nome di un fiore che perde il suo petalo composto da mille piccoli fiori bianchi leggeri che con un semplice soffio volano via portando i suoi semi lontani. Così, ho trovato la frase di Alda “Niente mi pettina meglio del vento” e Francesca l’ha sposata subito dicendo “Sì, è il titolo giusto”.
A.M.: Perché è importante far conoscere la patologia Alopecia Areata con perfomance come “Oltre” e mostre fotografiche come “La mia Alopecia in un selfie”?
Francesca Fadda: La performance nell’evento è lo strumento che permette di investire i sensi dello spettatore e della spettatrice, di immergerli in un’esperienza corporea in cui è possibile riconoscersi e proiettare parti di sé mettendo in sospeso l’elaborazione intellettuale e lasciandosi trasportare dell’emozione del qui ed ora. “Oltre” è un invito a guardare e sentire quel processo interiore che anima il dialogo tra il corpo e la sua immagine, tra l’apparire fugace e l’essere nella propria pelle. “La mia Alopecia in un selfie” è lo spazio di un racconto autobiografico abitato da chi vive quotidianamente l’alopecia areata, un autoritratto in uno scatto implica la scelta precisa e veloce di una modalità di mostrarsi al mondo. Ironia, positività, allegria, nostalgia, poesia, musica accompagnano i volti delle persone che hanno voluto partecipare. Alcune di loro si sono mostrate per la prima volta a testa scalza per “Niente mi pettina meglio del vento”.
Jole Serreli: Ritengo d’averti risposto con la mia esperienza personale, quell’incontro virtuale con Fabrizio Pittalis con la sua poesia, la sua arte mi hanno salvato l’anima. Noi in un certo senso abbiamo cercato di utilizzare lo stesso meccanismo. Poi, è stata una grande gioia vedere le foto “artistiche” felici, di tanti ragazzi/e, e bambini che vivono la loro Alopecia nella quotidianità.
A.M.: Pensando all’evento del 12 ottobre a Milano, c’è qualche aneddoto curioso che volete condividere con noi?
Francesca Fadda: La performance “Oltre” portata in scena da Jole Serreli e Noemi Medas ha riempito il pubblico di commozione, nella penombra si sentiva un calore diffuso, lacrime timide riempivano gli occhi di tutti… così, mentre aspettavo di riprendere la parola per annunciare il video vincitore, la conduttrice ed ospite dell’evento Silvia Moretta, per stemperare la tensione ha ben pensato di farmi uno scherzo improvvisando un balletto sulle note di “These Boots are Made for Walking” di Nancy Sinatra che in pochi secondi ha coinvolto gran parte degli astanti, ricreando quel clima di festa che ci ha poi accompagnati fino alla fine della giornata.
Jole Serreli: Io posso solo dirti che poter assistere allo spettacolo presso La corte dei Miracoli a Milano soprattutto “La morte del cigno” di Renato Converso mi ha fatto morire dal ridere. L’incontro con questo grande artista, grande comico, grande Uomo mi ha insegnato che tutte le avversità, se prese con ironia, pesano meno. Lui è un maestro in questo, un maestro di vita.
A.M.: Anticipazioni: qualche novità per il restante 2014? Ci sarà un’edizione del Video Contest nel 2015?
Francesca Fadda: “Niente mi pettina meglio del vento” con il repertorio di immagini, video ed esperienze raccolte in questi anni nel 2015 accompagnerà delle conferenze di sensibilizzazione in tutta Italia, sarà strumento didattico-educativo a disposizione di laboratori e progetti per le scuole, sia verso nuovi progetti per i quali ora è indispensabile una pausa di sedimentazione.
Jole Serreli: Ho la speranza di poter portare l’evento fotografico e la performance realizzata con Noemi Medas, con la regia di Fabio Costantino Macis a Roma ad aprile 2015, in occasione dell’importante convegno che ASAA ha intenzione di organizzare. Ma l’obbiettivo di Art Meeting ora è finalizzato alla massima divulgazione dello spot vincitore, l’ambizione più grande è che venga divulgato a grande scala su tutte le emittenti televisive nazionali con l’obbiettivo di far conoscere a tutti la patologia cosicché un alopeciato possa vivere allo scoperto in piena serenità la sua nuova fisicità senza nascondersi, senza paura d’essere additato. Per ora ci impegneremo a raggiungere più visualizzazioni possibili tramite il canale Youtube. Per il 2015? Allora, fammi pensare un momento, ma certo ci sono: si potrebbe fare una grande sfilata di moda nella quale tutti i modelli “inusuali” raccontano cos’è l’alopecia. Magari invitando gradi stilisti a partecipare con le loro creazioni a questo evento che potrebbe raccogliere fondi per la ricerca. Ambizioso sogno vero!?!
A.M.: Salutateci con una citazione…
Francesca Fadda: Vorrei lasciarvi con una citazione particolare, per la non casualità del caso ho letto questo verso su un epigrafe lungo i Navigli proprio il 12 ottobre dopo la premiazione: “…il resto arriva da solo, nell’intimità dei misteri del mondo”, è un verso di Alda Merini.
Jole Serreli: La mia citazione? eh… non posso fare altro che chiudere con lui, Gino Strada: “ È semplice capire che un piccolo sforzo dobbiamo farlo tutti, e se lo facciamo tutti allora è davvero una grossa forza, è una forza che rischia davvero di essere dirompente e di poter cambiare un sistema in meglio”.
“Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito.”
Sebastiano Girlando interpreta la poesia come un viaggio. Nella sua raccolta “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” si presenta a noi lettori come il viandante che, non avendo meta, riesce ad arrivare senza mai muoversi dalla sua fedele scrivania.
La silloge, edita nel giugno 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Poesia”, presenta la suddivisione in due sezioni: una prima parte intitolata “Le mie poesie” ed una seconda ed ultima parte denominata “Poesie in vernacolo romanesco”.
“Roma nun abbisogna d’esse ‘ncenzata,/ anzi spesso è schiva,/ è ‘na dama d’artri tempi,/ arcune vorte sta all’erta,/ arrossisce puro/ mentre io l’ammiro stanno sempre/ a bocca aperta./ […]” – “Te vojo bbene”
L’autore, Sebastiano Girlando, è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità sulla sua passione e sul suo “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”. Buona lettura!
A.M.: La poesia, un’amica sempre presente. Come si diventa poeti?
Sebastiano Girlando: È mia opinione che non ci sia ricetta alcuna per scoprirsi poeti. È la poesia che ti assale all’improvviso e, avvolto da uno stato d’ansia ed in preda ad una estasi d’amore, ti ritrovi con in mano carta e penna a dialogare, nudo e senza orpelli, con l’anima tua. Io non penso che fare il poeta sia una professione ma semplicemente un sapersi leggere dentro e, soprattutto, un saper farsi leggere. Amo ripetermi che un po’ tutti si sappia scrivere (al di là dell’aspetto tecnico), la vera arte è sapersi far leggere e indurre l’anima del lettore a scoprirsi. Quindi, a parere mio, si diventa poeta nel momento di scoprire negli altri un’orma, a guisa di ruota di carro che passa in un sentiero fangoso ed inesplorato, la propria orma e, giustappunto, diventi non più tua ma di proprietà di chi ti legge.
A.M.: “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” è un titolo intrigante. Come ti è venuto in mente? Ci racconti la sua genesi?
Sebastiano Girlando: Ognuno di noi ha una grossa fortuna ed un inestimabile valore: la propria Anima. Dentro ciascuno di noi brilla un sole che, per una miriade di ragioni, lo si tiene imprigionato, nascosto, lontano. Nel silenzio della notte spesso scalpita, diventa rovente, scalcia ed allora perché non portarlo fuori affinché possa illuminare la stanza e nascondere finalmente persino quel buio che ci assedia. Insomma credo che la fiammella di quel sole nascosto sia il grimaldello per aprire la porta del cuore, consentirci di attraversarla per incontrare – grazie all’Amore – finalmente lo sconosciuto con cui conviviamo spesso: insomma noi stessi.
A.M.: Nella breve lirica “La miglior parte” reciti “La parte migliore di una donna?/ La donna che gli sta accanto!/ La parte migliore di una donna?/ La donna che è in lei!”. Innanzitutto ti ringrazio personalmente per queste belle parole, ed in secondo luogo ti chiedo: una donna in particolare ha ispirato questi tuoi versi?
Sebastiano Girlando: Ringrazio per questa domanda per due ordini di motivi. Il primo giacché mi si consente di riparare ad un refuso in quanto la poesia così recita: “La parte migliore di una donna?/La sua anima!/ La parte migliore di un uomo?/ La donna che gli sta accanto!” (mi auguro che l’apprezzamento espresso adesso non abbia a mutare). Il secondo motivo è che la donna che si ama è l’essere perfetto e merita, non perché da qualcuno concesso, il privilegio di assumere il ruolo che le appartiene da sempre e comunque. Sì è la risposta alla tua domanda.
A.M.: Qual è la tematica portante de “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”?
Sebastiano Girlando: Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito. E la bussola gira perché l’approdo sia sempre possibile. Non è male avere il coraggio di guardarsi dentro per vedersi, modificarsi e mostrarsi anche agli altri contro ogni inutilità, quotidianità ed infine accettarsi.
A.M.: Qual è la percentuale di Sebastiano Girlando all’interno della raccolta poetica?
Sebastiano Girlando: Tutto il vissuto, quello ancora da vivere e, perché no, quello che si è avuto il coraggio di vivere. Cambia semplicemente la forma … per il resto il Sebastiano c’è tutto e, ciò che conta, senza la protezione di maschere o finzioni. Io sono in umiltà il regista, il pubblico ed il critico di me stesso.
A.M.: Libri ed internet. Secondo te, quanto è importante oggi confrontarsi con il mondo del web anche per questioni letterarie?
Sebastiano Girlando: Io non disdegno Internet… assolutamente. Ma amo il contatto con la carta, amo la polvere degli scaffali, amo il tavolo traboccante di volumi per fare le ricerche, amo i libri antichi. Ci sono cresciuto così, ho studiato così e vorrei continuare con questo tipo di approccio epidermico e personale. Internet è informazione e non ricerca, internet è esclusione della fantasia propria e della propria capacità organizzativa, d’analisi ed esegetica. Internet fugge… la cultura resta. A me piace pilotare e non essere pilotato. Insomma Internet non è un novello Virgilio e nemmeno noi siamo certamente dei Dante. L’ Internet che io amerei, se posso, dovrebbe essere a guisa di un negozio, un mega negozio, ben curato e non semplicemente ciò che è.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Sebastiano Girlando: Certamente sì. L’ho scelta e, perché assai soddisfatto, la consiglierei così come ho già fatto.
A.M.: Hai qualche novità di cui vorresti parlarci?
Sebastiano Girlando: Francamente lascio questo compito a persone professionalmente qualificate quali quelle che magistralmente collaborano e lavorano con la casa editrice Rupe Mutevole. Posso solo dire che dall’8 al 12 ottobre 2014 le novità editoriali di Rupe Mutevole, compreso il mio libro, saranno presenti alla prestigiosa Fiera Internazionale del libro di Francoforte.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Sebastiano Girlando: Volentieri … Ecco: “Amittit merito proprium qui alienum appetit.” (Fedro: Il cane che porta la carne attraverso il fiume) (trad.: Perde giustamente il proprio chi brama l’altrui). Detto questo, mi rallegro e ti ringrazio cordialmente per la pazienza, la disponibilità e la sapiente maestria espressa nel porre le domande. Un cordiale e personale plauso va alla titolare della Casa Editrice Rupe Mutevole per la sagacia e la professionalità messa in opera a tutela della cultura. Ed ancora saluti sentiti all’intero staff dei vecchi ed attuali collaboratori editoriali, non tralasciando di augurare a tutte e a tutti Buona Lettura ….. Arrivederci a presto, spero!
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it
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