Ricordato che il campione nazionale è, in proporzione, il Comune di Grosseto con circa 5 milioni annui di incassi per multe dal solo autovelox Rispescia sulla superstrada Aurelia col beneplacito e benedizione delle autorità locali: le vittime quasi esclusivamente non locali! Eventuali ricorsi, e sono centinaia, quasi tutti sbagliati, quasi tutti respinti!! Ma i pionieri indefessi, già una quarantina di anni fa, del controllo elettronico dei limiti di velocità sulle strade sono stati i sindaci di Belmonte Castello, un comune di circa cinquecento abitanti, tra Atina e Cassino in provincia di FR: ad un certo punto, tanta la compiacenza delle autorità per siffatto costante contributo alla (!?) educazione degli automobilisti, disponeva sulla superstrada Atina-Cassino di quattro apparecchiature fisse, due per senso di marcia, a due-trecento metri l’una dall’altra: per molti anni, miliardi di lire di incassi certamente. Ovviamente le disposizioni di legge che disciplinano le attrezzature tutte, si ritiene, rigorosamente rispettate!! Però: circa cinquecento abitanti, tutti questi soldi incassati, indisturbati per trenta-quaranta anni, nell’interesse degli automobilisti!? Poi qualche prefetto attento si avvide della straordinaria situazione e ridusse gli autovelox a due, finché tre-quattro anni fa, dopo circa trenta-quaranta anni!! qualche altro prefetto oscurò anche questi due rimasti.

Altra città che pure impiantò l’industria dell’autovelox, sempre nell’interesse degli automobilisti e con la compiacenza degli uffici pubblici, fu il comune di Ferentino, sempre in provincia di Frosinone, che fu autorizzato a impiantare due apparecchiature sulla Via Casilina a poche centinaia di metri l’una dall’altra, in un incrocio molto trafficato e con 30 o 50 Km di limite! Comunque una pacchia grande, come si suol dire: tanto che ad un certo punto il Comune grazie alle raccomandazioni dell’attenta vigilessa comandante della polizia municipale, ritenne vantaggioso e proficuo per il Comune promuovere e far impiantare in città un ufficio di giudice di pace per occuparsi dei ricorsi che venivano presentati dagli automobilisti. Totò ed Edoardo Scarpetta avrebbero scritto esilaranti commedie a proposito delle sedute di discussione di tali ricorsi nei giorni stabiliti: il giudice seduto alla scrivania, al suo fianco la vigilessa in piedi che, con competenza e scienza, discuteva i vari ricorsi con i malcapitati, naturalmente tutti respinti: il giudice non faceva che approvare e confermare e assicurare che la sentenza era disponibile di lì a qualche giorno; in un angolo della scrivania un vigile pure seduto. Qualche prefetto si rese conto che qualcosa non collimava e spense i due autovelox, la autentica befana del Comune durata alcuni anni. La vigilessa non si scoraggiò: troppi i soldi facili incamerati dal Comune! E allora questa volta sulla superstrada nei pressi del casello autostradale, apparvero due stazioni di autovelox di Ferentino, una per senso di marcia; tutte le tabelle di avvertimento presenti anche nuove di zecca. Un bel successo della, crediamo, vigilessa e del sindaco ovviamente. Le settimane passavano ma le apparecchiature non entravano in funzione, anzi avvenne che i sofisticati congegni elettronici furono rubati! La cosa andò avanti per qualche mese, si procedeva alle riparazioni, ma poi di nuovo altri furti dei congegni e gli autovelox, pur nuovi di fabbrica, non entravano in funzione. Alla fine furono smantellati. Si deduce che le attrezzature erano state installate senza le autorizzazioni di legge! Chi ha pagato le ingenti spese di acquisto, di installazione ecc.? E la ignobile figuraccia, anche questa nell’interesse degli automobilisti?

Sempre nella provincia di Frosinone, ora abbiamo Veroli il terzo cultore industriale di autovelox: da circa venti anni dispone di una postazione fissa direzione Frosinone lungo la omonima superstrada che rende, scrivono i resoconti, una media di un milione e mezzo di Euro l’anno! Eppure qualche governante nostrano ha urlato: basta con la pacchia, ma non per Veroli! Dubito molto che la collocazione in quel sito, certamente idoneo per la raccolta di soldi, lo sia altrettanto in merito alla conformità alle prescrizioni e principalmente allo spirito della legge! La comunque rarissima incidentalità dovuta non alla strada bensì alla velocità o alla

imprudenza. Certo è che Veroli dispone, in aggiunta, anche dell’autorizzazione ad una postazione mobile che in estate entra in piena attività con una macchina appostata in un piazzale in area comunale della superstrada, altri soldi in aggiunta alla postazione fissa! Ultimamente il Comune di Veroli imprenditore ha ottenuto l’autorizzazione ad impiantare un terzo autovelox, fisso, in direzione opposta sulla medesima superstrada: encomiabile dunque tale sensibile evidente preoccupazione per il benessere degli automobilisti sia da parte del Comune e sia della Prefettura; e tali sentimenti altruistici e solidali sono condivisi ovviamente perfino dall’ANAS proprietaria della superstrada così generosa nel mettere al servizio dei comuni che ne fanno richiesta un bene che in sostanza appartiene a tutti gli italiani ma i cui vantaggi però in gran parte vanno nelle casse comunali di Veroli! A proposito di questo terzo e nuovo autovelox di Veroli si nota e si apprende che a favore delle poche centinaia di metri di azione del congegno, il limite in vigore di 90 Kmh è stato abbassato a 70 orari!!! Per poi riprendere 90 kmh. Anche questa iniziativa rappresenta una prova manifesta dell’attenzione e del rispetto che le istituzioni a partire dal prefetto, nutrono per gli automobilisti, i limiti di velocità che diventano caucciù, a favore delle casse del Comune di Veroli e, dicono, nell’interesse degli automobilisti. Qualcuno si chiede: può un giudice della Repubblica convalidare tale grottesco stupro al buon senso, al rispetto dei cittadini, senza parlare della Giustizia? Creonte, si sa, è in condizione di apportare mille giustificazioni e cavilli a tale obbrobrio ma al contempo Antigone non può che piangere!

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