Prima parentesi: le agenzie immobiliari.
Non mi sono mai state simpatiche ma dopo aver comprato numeri su numeri di PortaPortese, appiccicato cartelli autoprodotti “CERCANSI LOCALI PER ATTIVITA’…CHIAMARE 24/7” e aver letteralmente bussato a tutte le saracinesche che trovavo chiuse chiedendo informazioni a chiunque vi passasse anche solo nelle vicinanze, ho pensato che tentare con le agenzie non poteva essere poi una scelta così sbagliata. Errore! nessuna e sottolineo nessuna mi ha mai effettivamente richiamato per propormi c’ho che avevo richiesto (locale commerciale, minimo 50 mq, con possibilità di canna fumaria). Mi sono stati offerti locali ad Ostia e in altre zone di Roma di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza ma, soprattutto, appartamenti su appartamenti…in vendita!
La fase della localizzazione dura circa 3 mesi, molti dei quali passati in sella al mio scooter perchè, come ho appena detto la tecnica migliore per scovare locali sfitti è il gossip di quartiere (e qui si potrebbe fare un’analisi sociologica sugli atteggiamenti più o meno disponibili/sospettosi dei romani dei vari municipi) durante i quali l’idea imprenditoriale da individuale diventa societaria: un amico (precario anch’egli) decide di voler investire insieme a me un pò di capitale (che in entrambi i casi sarà quello proveniente dal TFR di mammà).
Seconda parentesi: la chimera.
Dopo 3 mesi di vie crucis troviamo un locale che pare adatto, giusta dimensione, prezzo sostenibile, vicino a un mercato, abbastanza vicino a casa. Sembra proprio la volta ‘bbona!.
Il proprietario, gentile e disponibile, ci sollecita a fare in fretta (“ho in ballo una mezza cosa con una signora che vorrebbe aprire una pizzeria…“dice) e ci richiede, per garantire il contratto, una fideiussione bancaria. Noi però ancora non siamo nessuno, o meglio siamo solo due ragazzi con un’idea, quindi per essere “visibili” e al tempo stesso autorevoli dobbiamo ricorrere al notaio e fondare un azienda a responsabilità limitata. Fanno 1700 euro, e tante grazie!
Si deposita il capitale, si avviano le pratiche per la fideiussione, ci si presenta all’appuntamento col proprietario del locale insieme agli operai di una nota società di lavanderie fast-service (avevamo optato per un franchising poi abbandonato a causa di un infimo rapporto costi-benefici) per fare i rilievi, decidere sugli impianti di luce, gas, acqua…il mattino seguente arriverà la telefonata del proprietario che nella notte ha avuto un piccolo ripensamento e tutto sommato il locale non se la sente di affittarlo!!!Eh?!?!
Insomma da che si pensava di essere sulla buona strada al crollo in meno di 2 settimane.
Comincia quindi una prima fase depressivodiscendente, coperta per fortuna dal rinnovo del contratto per entrambi, e una nuova fase di ricerca che, inaspettatamente, porta ad un grosso colpo di fortuna: un amico di famiglia del mio socio è titolare un contratto di affitto di un locale di cui non ha più bisogno, che è di proprietà di un ente pubblico e si trova a 200 metri da casa mia! incredibile!!fantastico!!!dio esiste!!!?
Terza parentesi: quando il proprietario è un Ente Pubblico.
Lati positivi: il costo dell’affitto è “sostenibile”.
Lati negativi: tutto quanto non previsto nella voce “lati positivi”.
Mi spiego meglio.
L’Ente Pubblico è sì il proprietario, ma la gestione immobiliare è affidata ad una società terza, per cui tutte le comunicazioni (a mezzo le Poste Italiane) devono passare da quest’ultima. Il risultato è che per fare arrivare una qualunque cosa al dirigentefunzionariosegretario ci vuole come minimo un mese (immaginate il viaggio della lettera dalla cassetta postale all’accettazione corrispondenza della società privata che la manda al Protocollo che la smista all’impiegato che la legge e la reindirizza all’accettazione posta dell’Ente Pubblico che la manda al Protocollo che la smista all’ufficio competente che la inoltra al dirigente che la legge e dà, velocemente, il suo parere. Per iscritto (of course!). E via a ritroso come al mercato della fiera dell’Est…) insomma tra una cosa e l’altra (di mezzo anche un piccolo errore tecnico nella cessione tra impresa cedente e cessionaria con ulteriore passaggio veloce dal notaro…fanno 700 euro, signò!) il contratto di affitto ci viene “concesso” il 31 dicembre del 2008. Viva l’anno (e mezzo) che verrà!
Tempo di gestione pratica: 12 mesi.