Siamo finalmente titolari di regolare contratto di affitto (cominciamo quindi a pagare i circa mille euri mensili) e forti delle informazioni acquisite nell’anno passato ci rivolgiamo ad un’azienda leader nel settore per stipulare il contratto di acquisto dei macchinari: 3 lavatrici piccole da 7kg, 2 grandi da 13 kg, 2 asciugatori, un boiler da 400 litri, una cassa centralizzata. Fanno 74,856 euri (IVA inclusa signò!). Pagamento alla consegna, prevista in 4 mesi circa. Quattro mesi che supponevamo sufficienti per fare i piccoli lavori di predisposizione del negozio ma soprattutto per l’attivazione delle utenze di: luce, gas e acqua.

Mai previsione si rivelò più sbagliata.

Intervallo: la posa dei contatori.

Come sappiamo tutti i contatori sono generalmente di forma rettangolare (parallelepipeda, più correttamente) e come molte delle cose che ci circondano, occupano uno spazio. Condominiale (Sic!). Questo significa dover richiedere ad un Amministratore (il palazzo che una volta era totalmente di proprietà pubblica è ora privato per quanto riguarda gli appartamenti ma pubblico per i locali commerciali su piano stradale, tanto per semplificare le cose) l’autorizzazione alla posa dei contatori su muro condominiale. Qui, per un semplice sì, ci sono voluti 2 mesi e una lettera che minacciava il ricorso alle vie legali.

Il ritardo è dovuto oltre che ad una certa svogliatezza del condominio nel deliberare su questioni che non lo interessano più di tanto, anche alla necessità dello stesso di difendere il decoro della propria facciata, che uno sportello avrebbe irrimediabilmente offeso. Questo significa, in breve, oltre ai 2 mesi di ritardo sulla tabella di marcia (e due mensilità buttate) dover rifare gli infissi per poter incastrare il contatore in un apposito vano in muratura costruito entro il sesto della vetrina così da non sporgere sulla facciata (250 euri di muratore e 1300 di infisso, e andiamo!).

ITALGAS

Per il gas nulla da segnalare, da zero (non c’era infatti il collegamento al servizio) a un contatore (e un contratto) in circa 3 mesi.

AceaELECTRABEL

Per la luce, o meglio l’energia elettrica, la situazione si complica un pochino. Non essendoci la possibilità di mettere una canna fumaria (il costo per superare dieci piani del palazzo risulta fuori dalla nostra portata  e sicuramente non gradita al condominio di cui sopra) facciamo richiesta per avere 35Kw rispetto ai classici 6 dei negozi o 3 delle abitazioni.

35kw significa un cavo di circa 10 cm di diametro che deve arrivare al contatore del negozio dalla centralina che si trova all’angolo della strada, a circa 70 metri. Il cavo viene fatto passare sotto il manto stradale e necessita di uno scavo di circa 1,5 metri di profondità per 80 cm di larghezza per tutta la distanza tra negozio e centralina. Ora, è risaputo che a Roma come levi na pietra trovi na villa romana, per cui i lavori di scavo (che sono stati effettivamente realizzati in due giorni, salvo poi lasciare un piccolo buco di circa un metro di profondità sul marciapiede per circa 3 settimane, ma era agosto per fortuna!) necessitano dell’approvazione della Sovrintendenza ai Beni Culturali: tempo necessario 5 mesi.

All’ACEA ATO2 dedicheremo ampio spazio domani…

burocarte

TOO BEE CONTINUED

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