Delle cinque esposizioni presenti a Guido Reni District, in mezza giornata è stato possibile visitare “solo” “Dinosour invasion”, “Real bodies”, “Cosmos Dicovery”. Nelle tre esposizioni sia grandi che piccini avranno divertimento assicurato e la possibilità di imparare o affinare le proprie conoscenze, tra effetti speciali e riproduzioni perfette, quasi maniacali!
Real bodies è indubbiamente l’esposizione più interessante. Il corpo umano viene mostrato in tutte le sue fattezze e funzionalità-disfunzionalità. Durante lo sport cosa accade ai nostri muscoli? Nel periodo di gestazione come reagisce il fisico? Cosa succede visivamente quando le cellule degenerano in un tumore? Queste e altre domande troveranno risposta nel meticoloso allestimento di Real bodies.
Cosmos Discovery è consigliato più agli appassionati che agli esperti o agli indifferenti nei confronti dell’argomento. È la giusta commistione tra la storia e i tecnicismi riguardanti il cosmo e il contatto che il genere umano ha avuto con esso.
Dinosour invasion è una breve ricostruzione ad effetto dell’era che ha visto il predominio dei giganteschi “lucertoloni”, qui riprodotti a grandezza naturale. Con tanto di movenze e sonoro. Indiscutibilmente impressionante ma senza dubbio più adatta ai bambini.
La filosofia delle mostre a Guido Reni District è: bello, breve (nel caso di “Dinosaur Invasion”), intenso e … costoso. Entrando nei luoghi comuni: “la qualità si paga”. Verissimo ma c’è anche chi avrebbe da ridire. Del resto uno stakeholder dell’arte, nonché notissimo artista e writer, Keith Haring, rivendica il motto “l’arte è per tutti”. Ma per avvicinarsi a questa affermazione, l’unico modo conveniente è acquistare la combinazione di tre biglietti d’ingresso alle mostre suddette tutti contemporaneamente (utilizzabili una volta sola entro gennaio 2018). Il biglietto singolo, anche con riduzione, rischierebbe di provocare qualche scontento nel visitatore, in particolar modo per la mostra sui dinosauri, troppo breve rapportata all’esborso.
E’ pur vero che mostre di questo genere hanno costi elevati: affitto locale, personale, allestimento e così via. Ma non sarebbe più corretto ed anche economicamente più sensato, aumentare un po’ la partecipazione invece di accontentarsi di “pochi ma buoni”? Incidenti dovuti all’incuria dei visitatori non vengono evitati nemmeno selezionandoli con un biglietto costoso: lo abbiamo potuto constatare assistendo al danneggiamento, da parte di due bambini, del modellino “Titanic” della Lego e alla presa di posizione dei genitori di non riparare al danno. È quindi evidente che chi possiede denaro non è detto che sia detentore di buona creanza. Quindi probabilmente almeno dimezzando l’ingresso Guido Reni District divulgherebbe maggiormente la cultura e magari aumenterebbe anche il fatturato.
Ma analizzando empiricamente il prodotto dell’ex Caserma Guido Reni a fine visita, di alcune delle cinque esibizioni presenti in loco, la sensazione è di avere assistito ad un buon cartone della Disney, quindi un’esposizione adatta a tutte le età. Forse Real Bodies è per più grandicelli e Dinosour invasion per più piccini, ma le altre esposizioni non hanno particolari requisiti riferiti all’età. L’allestimento è molto curato. I particolari sono minuziosi e dietro c’è un grandissimo e pregevole impegno da parte degli addetti ai lavori.
I bambini cresceranno e i genitori potranno per una giornata tornare indietro di qualche anno per rispolverare gli studi fatti quando non c’erano le attuali tecnologie a coadiuvare l’acquisizione delle conoscenze. Avevamo comunque Piero Angela, il padre di tutti i divulgatori di cultura (compreso l’altrettanto dotato figlio Alberto)! Certo è che, nell’era di internet e di sofisticati computer presenti anche nelle proprie abitazioni, non è possibile che parte della mostra punti alla consultazione di un video 3D, come accade a Dinosaur Invasion.
Speriamo di vedere la prossima volta altrettanto interessanti mostre a prezzi più accessbili.