“Pagano sempre i soliti noti”. Una frase fatta. Sì, ma per il “caso” italiano è sacrosanta. In molti hanno riposto speranza nel governo Monti. In troppi  hanno creduto, me compreso, in un personaggio “sconosciuto” nel mondo della politica e con un considerevole curriculum. Un “professorone”, un tecnico e un intellettuale che, pur collegato al mondo delle banche e della finanza, avrebbe fatto prevalere il buonsenso e l’amore per l’Italia e gli italiani.

Reduci da un esecutivo che, tranne piccole parentesi di governi tecnici o di sinistra, ci ha malgovernato per 17 lunghi anni non potevamo aspettarci nulla di  peggio. In effetti questo governo non è confrontabile con quelli berlusconiani, forse anche  perché non si poteva andare più a fondo di dove siamo arrivati. Ma, usando sempre una frase fatta: “poco ci manca”. In molti non ci aspettavano una simile Manovra. E dire che io personalmente ero in disaccordo con chi diffidava di Monti ancor prima che assumesse la carica e quindi dimostrasse le proprie intenzioni. C’erano gli studenti dei licei e dell’università, c’erano i leghisti (quelli che prima hanno collaborato ad affondare l’Italia e ora fanno gli pseudo-comunisti al servizio degli operai) e c’era l’IDV che aveva messo in dubbio la fiducia e per questo era stato, in quel contesto giustamente, criticato.

Bene (o meglio: male), la frittata è fatta. Si sta votando una Manovra del tutto iniqua per risollevare un’Italia devastata. La Manovra ha definitivamente ucciso la classe povera e ferito mortalmente la classe media. Questo comporterà un arresto completo della crescita già bloccata dal precedente governo. E a cosa può portare il blocco della crescita? Porterà a una conseguente drastica diminuzione della produzione che innescherà un giro di vite devastante per l’economia italiana. Più di quanto non lo sia attualmente.

Eliminando la domanda interna del Paese dovuta all’indigenza della maggior parte delle famiglie, le imprese non avranno più consumatori e diminuiranno l’offerta arrestando la produzione. Questo porterà a tagli sui salari dei lavoratori dipendenti, nel migliore dei casi, ma provocherà,  nel peggiore,  numerosi  licenziamenti. L’economia avrà quindi un arresto che potrebbe essere arginato solo in parte dalle esportazioni. Ma le esportazioni, nell’attuale contesto di crisi economica, non sono certo la soluzione su cui un Paese può contare, poiché anche gli altri Paesi vivono un problema di recessione e la domanda che collocano sul mercato internazionale è conseguentemente modesta.

Eppure le soluzioni ci sono e agli occhi di tutti. Ma è ovvio che non si possono applicare per un problema di lobbismo, di corruzione e disonestà. La domanda però è: se non si presenta una Manovra onesta e quindi, nel contesto italiano, coraggiosa adesso che all’esecutivo si ha un governo tecnico quando si ripresenterà mai il momento? È questo il momento in cui dovrebbero venir meno gli  interessi di tipo elettorale e gli atteggiamenti populisti tipici dei politici di professione che devono assicurarsi anche le elezioni successive.

La tassazione dello scudo fiscale, è questo il momento giusto per applicarla.  L’1,5% poi il 2% o un ridicolo bollo per gli anni a venire sono palliativi per nascondere quello che realmente si può fare. L’ICI (o IMU che dir si voglia) ai beni ecclesiastici, l’eliminazione dei vitalizi e delle indennità, per non parlare dei tagli che si possono operare al resto dei costi della politica. Una seria lotta all’evasione. Solo questi provvedimenti riuscirebbero, alcuni da subito altri con il tempo, a risanare l’Italia e riportarla a un livello di crescita competitiva persino per le più grandi potenze economiche. Lo scudo fiscale è servito a riportare in patria capitali “sporchi” e non dichiarati al fisco. La giusta punizione è quella di confiscarli o comunque attingere con un’aliquota ben più alta del 2%: perlomeno sopra al 50%. E la scusa del governo qual è? Quella che per far rientrare questi capitali si è fatta una legge e quindi un “contratto” con gli italiani inemendabile. Inemendabile? Chi l’ha fatta questa legge è ovvio che aveva degli interessi personali  e se questa legge per disonesti è intoccabile per quale motivo è consentito invece modificare  quella relativa alle pensioni dei cittadini onesti? Anche le pensioni sono regolate da leggi e anche quelle sono dei contratti che gli italiani hanno stipulato con lo Stato. E questi italiani per lo più sono la parte onesta dell’Italia e quindi dovrebbe essere la parte intoccabile. La parte di cui andare orgogliosi.

E l’ICI sulle prime case? La prima casa dovrebbe essere una garanzia e un diritto per tutti. Chi possiede la prima casa non è detto che sia una persona benestante. Ci sono persone che guadagnano 800 euro e mantengono figli: la prima casa per loro è già un costo senza IMU, specie se si deve affrontare la spesa di un mutuo.  È comprensibile una tassazione sulla prima casa se il proprietario possiede altri immobili o se ha uno stipendio alto con non più di un figlio a carico. Ma una tassazione dei poveri è inconcepibile. Come può la classe dirigente non comprendere che la prima casa è un diritto di tutti?

Le liberalizzazioni? Perché le licenze dei tassisti e dei farmacisti non dovrebbero essere liberalizzate creando così più posti di lavoro e più concorrenza nel Paese, tenendo conto tra l’altro che le tariffe dei nostri conducenti di taxi sono le più  alte d’Europa? Se i numeri degli offerenti diverrà troppo alto sarà il mercato a giudicare e almeno la meritocrazia  farà la sua parte.

Gli Ordini Professionali? Stessa storia delle precedenti liberalizzazioni, con un’aggravante per chi fa giurisprudenza, economia o altre facoltà. Costoro per iscriversi alla professione devono, dopo 5 anni di università e una trentina di esami, fare 2 o 3 anni di praticantato per poi magari trovarsi a non passare l’esame di Stato, perché gli Ordini impongono di bloccare una gran percentuale di aspiranti, allo scopo di mantenere il numero dei professionisti sotto un certo livello, evitando così la concorrenza. Altrimenti che lobby sarebbero? E allora perché non mettere un blocco direttamente alle iscrizioni universitarie? È ovvio: c’è la lobby dell’Università che pretende iscritti, cioè fondi.

Un futuro cupo per i giovani destinati sempre più a essere sfruttati o, più probabilmente, a non trovare affatto lavoro.

Ecco questo è merito del governo tecnico che ha fatto una manovra mal….destra che ci porterà ancora di più alla rovina. Questo è il solito quadro italiano. Un  futuro positivo non c’è  purtroppo nel nostro Paese, dove se non sei corrotto, furbetto o disonesto non puoi fare strada. E chi paga sono sempre “i soliti noti”.

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