Lampioni indigenti fuori servizio
illuminati dalla luna
servono padroni della notte
rapinati dalla sfortuna
i pochi passanti
senza luce
nè una piuma
per volare.
Dal carcere arrivano
richieste di indulto,
la carestia elemosina
un po di vino per accompagnare
il ritorno dell’acqua
dalla siccità
e offre da bere al bar
da bere al bar
da bere al bar.
Sul bancone sangue d’operai
e Rolex dimenticati
da un branco d’avvocati
che è quasi meglio licenziati,
come oggi spesso accade
a non guardare in viso
chi t ha rubato la dignità.
Le mie braccia conserte
e le tue labbra secche
si bagnano sotto i colpi
d’idrante
e arrivano all’istante
camionette e nebbia scura
mi prude un po la faccia
mi rode anche il culo
sento uno che mi allaccia
cerchi tondi di ferro
li lega alle mie braccia.
Si brinda alla mia libertà,
è lei che
offre da bere al bar
da bere al bar
da bere al bar.

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