E finimmo nel buio
nella cancrena di stracci
come cenciosi
come ricchi poveracci.
Senza niente dentro
ma con tanta roba
da portarsi dietro
nel fondo degli occhi,
ci guardammo intorno
ascoltando i rintocchi
della nostra ora.
Finii dentro l’anima tua
in una piazza in una via
senza conoscer paura alcuna
ormeggiai il cuore a prua
e m imbarcai verso la luna.
Capii le tue carezze rare
che suonavano acute
come fanfare
come musica in moto
che suona suona
ma gira a vuoto.
Ma tu dalla coda d’una cometa
scendesti su questo pianeta
e nel farmi visita
mi hai dimostrato
che puoi suonare se vuoi
solo con un soffio, un fiato.
E ascoltai io
la tua musica
che mi fece sentir dio
a guardarti creatura,
a guardarti donna,
come un cristo che
guarda la sua madonna.
Prego prega per me,
prego passino gli altri
che io mi fermo con te
a contare le luci nel cielo
le nuvole in volo
su questa coperta celeste
che come un velo
ci avvolge il viso.
E di sole in sole,
di alba in alba
punto al mio ultimo tramonto
con te accanto
vorrei finire il mio racconto.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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