” Ci pensa il mare a perdonare i nostri inverni ”
Con questa bellissima frase quasi iconica del suo autore si apre l’ intervista con  Michele Gentile, conosciuto ormai da diverso tempo come il poeta del mare.
Michele Gentile, paroliere, aforista, scrittore e poeta, nasce a Ostia il 4 gennaio 1972. Laureato in Lettere, è ideatore e organizzatore del premio internazionale di poesia per bambini e ragazzi “Un Mare di Poesia”, ideatore e curatore del Festival Nazionale di poesia “La Rocca dei Poeti”, ideatore e organizzatore della rassegna culturale ” Lettere in Viaggio “, ideatore e fondatore della Nazionale Italiana Poeti. Ideatore e organizzatore di “Versi Liberi” laboratorio di poesia per Istituti Penitenziari, Ideatore di “Sentieri InVersi” passeggiate artistiche in natura, ideatore di “Istanti diVersi” presentazioni di libri di poesia con raccolta fondi. E’ ideatore del Premio nazionale di poesia inedita ” Stefano D’Arrigo “. Ha pubblicato i romanzi “i Respiri del Mare”, “i Graffi del Buio” e “l’Orologio Parallelo” per la narrativa e “Sassi nel Fiume”, “Lungo il Sentiero”, “Io abito qui” , “d’Amaro e d’Amore” , “Ordalia”, “Nomenclatura di un tramonto “, “Aforismitudine”, “ Il Dono “, “ Ostia “ , “L’urgenza della pioggia” e “ Come il mare “ per la poesia. Nel 2023 è stato prodotto il suo primo lavoro musicale, un cd intitolato “ Atlantico “ che contiene sette sue poesie divenute canzoni. Michele è l’ideatore e il fondatore della nuova corrente poetica del “Melinconismo”
Una buona parte della tua vasta produzione letteraria ha come tema o come sfondo il mare. Dove ha origine questo tuo grande amore per il mare e cosa rappresenta per te?
 
Sono nato e vivo a Ostia. Mia madre è originaria di Milazzo, una splendida cittadina in provincia di Messina, affaccio privilegiato sulle isole Eolie. Mio padre è di Napoli, la meravigliosa Napoli. L’odore del mare credo si sia mischiato in maniera molto naturale a quello dei miei cari fin dalle mie prime ore di vita. Mi rendo conto che non è facile da spiegare. Per parecchia gente il mare rappresenta la gita fuori porta o del fine settimana, al massimo la vacanza estiva. Per chi ci nasce è tutto diverso. Il mare è un modo di vivere, un modo di fare. E’ parte integrante di te, ti pervade. E’ libertà. E’ grandezza sempre in movimento, è mistero. Mi ha sempre affascinato il dare e il prendere del mare. Per me il mare è Dio, patria, poesia, inizio e fine.
ALCUNE DELLE FRASI SUL MARE di Michele Gentile
Certi vuoti li sa riempire solo il mare
Il mare lo sa come si fa a dimenticare
Le città di mare hanno sempre un cielo da raccontare.
Del mare so solo che mi sa salvare.
Non potrai mai comprendere il mare, ma navigandolo arriverai a capire il tuo cuore.
Solo il vento conosce i segreti del mare.
Una stella lascia impronte che il mare non sa cancellare.
Nei mari della notte siamo tutti naufraghi di una carezza
Non ha signori il mare; è libero di essere, di andare e tornare.
Ti fa piacere essere soprannominato il poeta del mare? Quando e dove ha avuto inizio questo appellativo
 
Se non ricordo male la prima volta fu a Pescara, nel 2016, durante la cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale di Poesia “ Nuova Acropoli “. Mi aggiudicai il primo posto con la poesia “Navigando “. Piacque così tanto per le metafore legate al mare che uno dei giurati, introducendomi al pubblico, mi definì appunto poeta del mare. Mi piace questo appellativo, certo. Credo mi definisca perfettamente. Il mare per me è uno scrigno di ricordi e perenne fonte d’ispirazione. Lo amo intensamente d’inverno, con poca gente in giro e le nuvole basse e scure che lo corteggiano. Il vento salato sulla faccia e le onde alte. I tramonti sul mare poi…sono opere d’arte. Quando il sole tocca l’acqua e incendia il cielo. Il mare è vita. Vita semplice e straordinaria. Il mare appartiene ai pirati e ai poeti. Il mare è degli inquieti. E’ di  tutti quelli che si sono persi e che solo davanti al mare riescono a ritrovarsi.
ALCUNE POESIE SUL MARE di Michele Gentile
 
Quest’ urgenza
Quest’ urgenza di prendere il mare
Quest’ urgenza di perdonare
prima che mi faccia del male
Il desiderio di perdermi
di comprendermi di andare oltre
L’ idea di ritrovarmi
di dimenticare
Questa fretta di raccogliermi
L’ esigenza di tornare
La necessita’ di fidarmi
Questa utopia di pace
Questa voglia di noi
Quest’ urgenza di poesia
Di solitudini
di malinconia
Questo bisogno d’ istanti
di un momento
di attimi
Quest’ urgenza di vita
e’ vita mia
 Navigando
In queste acque senza tregua
che non conoscono parole, né luna
queste acque silenziose, tremende
ho navigato.
E vivendole come si vive l’inverno
ho respirato giorni di sale e sete
ridendo infine delle tempeste.
Oggi mite è il vento
dolce brezza mi dona il tuo aroma
dalle bianche spiagge dove ti sei nascosta
viene alla luce per un giuramento.
Fossero l’ultimo lembo di terra
o il porto più sicuro,
l’estrema regione di una speranza
o dinastia di stelle
gli occhi tuoi abbraccerò.
Mi prenderò cura delle tue labbra,
lontani dall’inganno,
ricameremo candide vele
sotto lo sguardo attento
dei ciliegi in fiore.
 Non sapevo si chiamasse mare
 Lo conobbi prima di incontrarlo.
Lo chiamai pace, inquietudine
poesia, moltitudini.
Non sapevo si chiamasse mare.
Dalla sua voce imparai il silenzio.
Dai suoi orizzonti la libertà
nei suoi abissi il mio approdo.
Nel suo perdersi il ritrovarmi.
E le tempeste, le furiose onde.
I venti , la risacca, isole lontane.
Non sapevo si chiamasse mare
ma grazie a lui smisi di cercare
 In sostanza 
Sono fatto di scogli e di risacche.
Lo sanno le onde.
Sono fatto di vento
di fremiti e palpiti bianchi.
Di nasse e reti infreddolite
Di gabbiani in volo.
Sono fatto di porti assolati
di fari spogliati dalla pioggia
Di isole lontane
di scaglie di luna
e di approdi
Sono fatto di mare
e di abbandoni
@Goffredo Rocchi 

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