“Scrivi! Dai voce a chi non ce l’ha”. E così, Stefania Bison, in arte Jo Fenice, ha preso la penna per dare vita alla sua opera “Ti prenderò per mano”, pubblicata nella collana “Le Perle” dell’Aletti editore, ascoltando quella voce interiore di un figlio che non c’è più, morto suicida a soli 23 anni. La silloge, nella versione e-book e audiolibro, racchiude toccanti poesie, rifugio di ferite insanabili che hanno segnato la sua vita fin da quando era ragazzina. Abusi sessuali da parte di uno zio acquisito, la morte del papà a cui era molto legata, della mamma malata di Alzheimer, a cui si è aggiunto l’immenso dolore per perdita del suo secondogenito, a cui sono dedicate poesie che mettono in evidenza il disagio e le discriminazioni da lui subite, a causa del suo orientamento sessuale. «Ti prenderò per mano – spiega l’autrice, insegnante di Scuola Primaria, che vive a Mira (Venezia) – è l’inizio della lirica “Follia e poesia” presente nella raccolta. La poesia mi aiuta a superare il grande dolore che provo e, davvero, può nascere tanta bellezza dalla sofferenza grazie alla penna o anche, mi viene da aggiungere, da un pennello».

La scrittura di Stefania – che ha scelto lo pseudonimo di Jo Fenice riprendendo il nome della protagonista di “Piccole donne” e il cognome dall’uccello che rinasce dalle sue ceneri, proprio come ha dovuto fare lei tante volte – è pregna di emozioni intense e reali. Nulla è frutto della fantasia, ma la fonte da cui attinge la parola scritta sono soltanto le esperienze vissute e un animo altamente sensile. A sottolinearlo nella sua Prefazione, è anche il professor Hafez Haidar, pluricandidato al Premio Nobel per la Letteratura, noto per la traduzione dall’arabo del best seller “Le mille e una notte”. «Stefania – scrive – riesce a sciogliere i nodi che avviluppano la propria anima e a condividere con il lettore sentimenti ed emozioni intimi e personali». Da amante della musica e del teatro, sempre attenta alla cura della voce, l’autrice veneta confessa di voler pubblicare, un giorno, un audiolibro con le poesie lette da lei stessa. Intanto, «ora voleva sentirle leggere da qualcun altro, per imparare». Inoltre, la raccolta è possibile trovarla nella versione digitale. «Amo l’ebook: non occupa troppo posto in casa, lo porto sempre con me in borsa, anche se non profuma e non posso sfogliarlo».

“La vita mia. Gli amori miei. I dolori miei”. Questa potrebbe essere la descrizione di un’opera che urla dolore ma, allo stesso tempo, risplende di bellezza e rinascita. Proprio come la Fenice. Resilienza, anche con il cuore sanguinante. Un amorevole tocco per tutti coloro che hanno bisogno di essere presi per mano. Conforto per chi sta soffrendo. «Io scrivo buttando giù di getto, come un bisogno che non riesco a trattenere. Se riuscissi a trasmettere al lettore la speranza di riuscire a superare le difficoltà attraverso l’arte in tutte le sue forme, per me – conclude l’autrice – sarebbe già un risultato. Peccato, però, che io non sia riuscita a passare questo messaggio a mio figlio, nonostante tutti i miei sforzi». Ciò che resterà sempre, però, è la carezza fatta da un animo sensibile e quella promessa: “Ti prenderò per mano, amore mio. Per ogni parola che scriverò”.

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