
A 300 km da Napoli e a soli 200 da Roma sorge una riviera che è stata battezzata con un nome insolito, riferito tra l’altro a una montagna che si osserva in lontananza, quasi con distacco, ma ben presente allo sguardo rivolto all’entroterra e all’obiettivo della macchina fotografica, o di uno smartphone. La Riviera del Gigante è un piccolo Eden di natura incontaminata, arte, cultura, spiagge e sentieri, borghi e rocche antiche, dominato dalla vista del Gran Sasso, massiccio di composizione minerale alpina e vetta massima degli Appennini, nonché da quella dei Monti della Laga e dell’ancora più lontana Majella.
LA FORZA DI UN GIGANTE BUONO

La forza di questo gigante del Centro Sud Italia è eccellente, per citare Shakespeare, e mai si traduce in tirannia, sempre per rimanere in tema del bardo.
Essa riveste un ruolo da attrattore non indifferente nella cornice di un’offerta turistica composita e variegata, soprattutto per chi va al mare d’estate ma ha voglia di fare una tappa ad alta quota, al fresco e in un ecosistema differente, alla scoperta di un Abruzzo selvaggio che non finisce mai di sorprendere il visitatore.
ABRUZZO, CUCINA TRADIZIONALE E BUONA TAVOLA
Del resto il regista Ruggero Deodato usava dire che questa regione è a due passi da Roma, vi “si mangia bene ed è un ottimo set per il cinema”, come dimostrato da parecchi film girati sulla costa adriatica abruzzese ai primi anni 2000, tra cui Liberi con un giovanissimo Elio Germano, cinque volte miglior attore ai David di Donatello e pure di recente.
UNA VACANZA ALLA RIVIERA DEL GIGANTE

La pellicola più bella resta sempre una vacanza, una pausa dal traffico dei grandi centri urbani e una sosta anche breve nelle 7 gemme del litorale teramano.
Silvi, Martinsicuro, Tortoreto, Giulianova, Pineto, Roseto degli Abruzzi e Alba Adriatica si sono federate in un comune brand turistico come solo Aristotele avrebbe potuto suggerire alle poleis greche per battere l’impero persiano e diffondere la cultura ellenica nel mondo antico.
IL TURISMO ALLA RIVIERA DEL GIGANTE
Oggi la sfida per la Riviera del Gigante non rappresenta nessuna conquista territoriale, ma solo quella di fette di turismo nazionale ed estero in una ritrovata e felice parentesi post pandemica per il comparto nazionale.
Arte e turismo, si è sempre detto, sono il nostro petrolio, e in questa striscia costiera ricca di angoli suggestivi naturalistici, lidi attrezzati, piste ciclabili di oltre 50 km c’è tanta ricchezza da estrarre.
ARTE E CULTURA PER OCCHI E MENTE ALLA RIVIERA DEL GIGANTE
In primis con gli occhi, girovagando nei paesi interni che hanno dato la spinta fino dalla seconda metà dell’800 all’urbanizzazione delle coste sabbiose, disabitate fino all’Unità d’Italia, anche perché mai collegate.
Bastò nel 1863, 2 anni dopo la proclamazione del Regno, unire con la ferrovia Ancona e Pescara, un tempo città di stati confinanti come quello del Papa e del Re delle Due Sicilie, per avviare la fondazione dei conglomerati urbani marittimi.
BORGHI NASCOSTI E TORRI ISPANICHE

I borghi in collina, ricchi di Storia, sagre, tradizioni, feste che affondano le radici nel Medioevo saraceno o nell’Età moderna degli Ottomani dall’altra parte del mare, sono facilmente raggiungibili.
Torri iberiche, fortificazioni di Carlo V d’Asburgo – Spagna, castelli e palazzi ducali, ecomusei della pesca e rovine archeologiche impreziosiscono un tour culturale su cui investire assolutamente il proprio tempo libero.
CUORE, MUSCOLI E ALLENAMENTO IN BICI SOTTO I PINI
Poi c’è da camminare, correre, pedalare sulla lunga ciclovia, nelle pinete dannunziane profumate di mirto e tamerici (come nella poesia del poeta vate nazionale), allenarsi su panche e sbarre installate dai Comuni, attenti al benessere e all’ambiente (tutti plastic free).
E se muscoli e cuore vengono preservati con sport e sana attività fisica, bisogna poi rifocillarsi, trovando ristoro in un’enogastronomia d’eccellenza.
IL RISTORO PER RECUPERARE ENERGIE IN MODO SANO

Non fermatevi solo ad arrosticini e chitarrine, di per sé già ottimo motivo per riempire il pancino, ma esplorate in lungo e in largo i sapori tradizionali più squisiti e genuini, soprattutto nell’entroterra.
LA CUCINA DI MARE ALLA RIVIERA DEL GIGANTE
Senza dimenticare la cucina di pesce, come quella di Cantine San Flaviano a Giulianova e di Vecchia Marina a Roseto, capaci di deliziare il palato rispettivamente con una vellutata di broccoli e vongole, seguita da guazzetto sugli spaghetti, e con crudi di mare misti e colorati, accompagnati da scampi e cozze al rosmarino e un’insalata di polpo con fagiolini e pomodoro (intuizioni di chef Gennaro D’Ignazio).
ANTIPASTI E PRIMI PIATTI DI TRADIZIONE IN CHIAVE GOURMET DA ZUNICA

Le pallotte cacio e ova non sono solo laziali e le olive ascolane possono essere anche farcite di pesce Made in Civitella tra gli antipasti di Zunica, ospitalità dal 1880, ristorante sorto all’interno di uno splendido resort ricavato – a sua volta – da un’antica dimora ottocentesca ristrutturata con stile e ariosità, giochi d’acqua e piscine per una sede di eventi e cerimonie.
VILLA CORALLO A SANT’OMERO

Villa Corallo, questo il nome della struttura, è a Sant’Omero e lo chef Gianni Dezio di Zunica qui rivisita la tradizione con garbo ed eleganza: le Virtù teramane del 1 maggio diventano un primo piatto gourmet, figlio della cucina povera, mentre la pizza dogge, tipico dolce delle feste abruzzesi, assomiglia a una zuppa inglese.
PALAZZO DUCALE LA MONTAGNOLA A CORROPOLI

Palazzo Ducale La Montagnola è riservato esclusivamente agli eventi in quel di Corropoli, ma la cucina di chef Francesco Liguori merita la prenotazione di un matrimonio anche fuori regione: ragù alle 3 carni, ravioli su crema di pecorino e spolverata di cannella con genovese napoletana all’abruzzese (limone grattugiato) e ribs saporite.
E se siete alla ricerca dei sapori forti, da veri gourmand, le Manzanelle con fegato d’agnello avvolto nell’indivia fanno al caso vostro.
