INpressMAGAZINE Claudio Palazzi

Lotteria Italicum

elezioni334 si, 61 no, 4 astenuti. Questi i numeri della votazione alla Camera per la riforma del sistema elettorale Italicum. Che  quindi diventa legge e spacca di più (se possibile) il Pd. Nonostante infatti lo scrutinio segreto voluto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, i voti contrari sembrano essere arrivati pricipalmente dalla minoranza Pd capeggiata da Bersani.

Dopo la votazione molti parlamentari, manco a dirlo della maggioranza, sono andati a ringraziare e baciare il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. “Bella e brava” avranno pensato, “Brava e  bella”.

Ma come funziona quest’Italicum? Perché proprio a noi?

Prima di tutto entrerà in vigore solo nel 2016, dopo cioè che una riforma costituzionale svesta il Senato del suo potere elettivo almeno in parte. Praticamente un Senato che liberi sè stesso dal Senato. E che consenta alla Camera di approvare delle leggi in materia di istruzione,  sanità, infrastrutture, ambiente etc, senza il consenso dei senatori.

L’Italicum è un sistema elettorale proporzionale che assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40% di preferenze. Se questo non accade però, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, che eleggerà la maggioranza a cui verrà assegnato tale premio. Un sorta di ballottaggio/lotteria, quindi, che in palio metterà una schiacciante maggioranza parlamentare,  che unita alla “svalutazione” del Senato, garantirà enormi poteri decisionali ad un solo partito, o ad una coalizione. Non soldi, ma opere di potere, insomma.

I partiti perdenti poi, in ipotetiche quaterna e cinquina, si ripartiranno i 290 seggi rimanenti, in base alla percentuale di voti ricevuti, accaparrandosi così questo premio di consolazione voluto dalla democrazia.

L’Italicum prevede inoltre uno sbarramento al 3%; entreranno alla Camera cioè tutti i partiti che avranno superato il 3% di voti.

L’assegnazione dei seggi alla Camera avverrà proiettando le percentuali dei partiti su scala nazionale, su 100 collegi, in cui verranno eletti 6-7 deputati. In questi 100 collegi, inoltre, ogni partito presenterà 6-7 candidati, tutti papabili di preferenza tranne il capolista, che è bloccato, quindi eletto automaticamente se scatta il seggio.

Le preferenze sono poi anche in base al sesso: se ne prevedono due, a patto che però siano di genere diverso tra loro. Questo significa che le liste dovranno alternare necessariamente uomini e donne e che per ogni Regione, i capilista di un sesso, non dovranno essere più del 60% .

Attenzione perché se le preferenze saranno per due candidati dello stesso sesso, la seconda verrà annullata. Ogni candidato potrà inoltre presentarsi in più collegi (fino a 10) e la scheda presenterà simbolo, nome del capolista bloccato e due righe per scrivere le eventuali preferenze. Potranno votare tutti i cittadini che vivono all’Estero per lavoro, studio ( Erasmus) o salute, ma che vi soggiornino per almeno tre mesi.

L’Italicum insomma prevede un’enorme maggioranza della maggioranza, che garantirebbe al governo molta libertà di movimento.

Fatto molto strano se pensiamo ad un premier così aperto al dialogo e così defilato qual è Renzi.

La firma del Presidente della Repubblica Mattarella ne ha sancito la conformità alla Costituzione (la cosiddetta costituzionalità).

La riforma è stata approvata dalla maggioranza assoluta della Camera e dal 60% dei senatori e anche  Mattarella,  così ligio al dovere, non sembra disdegnare questo clima di riforme, che sembra voler investire l’Italia da un momento all’altro. (Attenzione a non addormentarsi repubblica e svegliarsi feudo).

L’Italicum è fatto. Ora bisogna fare gli elettori.

 

Gli stranieri che ci hanno reso liberi

resistenza

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista! Ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire!” Queste le coraggiose parole pronunciate il 25 aprile 1945 da Sandro Pertini in radio, parole che danno inizio all’insurrezione generale contro l’occupazione nazi-fascista.

Nello stesso giorno infatti le truppe alleate, i partigiani, la Resistenza cittadina e svariati disertori stranieri, liberarono le città italiane dell’occupazione fascista e nazista, consentendo agli italiani,  dopo più di vent’anni, di respirare finalmente l’aria di libertà.

Ovviamente l’insurrezione generale era cominciata clandestinamente molto prima, non solo per opera del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) ma anche per opera dei “dimenticati” combattenti stranieri, sovietici e polacchi in particolare. Per opera quindi di tutti quei combattenti che oggi chiameremmo “immigrati”, “extracomunitari” e magari anche “negri”. Emblematica è la storia poco raccontata di Giorgio Marincola, il partigiano più sconosciuto della lotta di Liberazione;  nonostante l’italianissimo nome, infatti, Giorgio è nato da madre somala. Ha quindi la pelle scura e solo parte della famiglia paterna italiana. È stato uno dei pilastri della Resistenza,  ha sopportato torture ed umiliazioni, per alcuni suoi compagni era “solo un mulatto”. Ma non si è mai piegato, forse nemmeno dopo la morte, avvenuta poco dopo la Liberazione, perché per i tedeschi un “partigiano nero era troppo”.

Dimenticati dalla storia sono anche i circa 55.000 soldati polacchi del Secondo Corpo, guidati dal generale Anders; a loro si deve parte della libertà italiana, perché parteciparono all’offensiva di primavera del marzo ’45 e al mantenimento dell’ordine cittadino fino al 1946.

Secono l’ANPI, inoltre, nelle fila partigiane emiliane, gli stranieri furono circa 1401, soprattutto sovietici. La stima è approssimativa, visto che molti di loro, dopo la Liberazione,  rimpatriarono. Di questi, i caduti in battaglia furono circa il 10%.

Parteciparono poi alla guerra di Liberazione italiana anche molti disertori tedeschi, slavi (come Grcavaz), montenegrini (come Dusan), scozzesi, nonché ovviamente inglesi e francesi.

Sono combattenti troppo spesso dimenticati, di cui si parla poco e si scrive ancora meno.
Sono stranieri che ci hanno reso liberi come gli americani, ma che non godono della stessa riconoscenza. Sono stranieri che hanno rischiato la vita per una guerra che non gli apparteneva o che gli apparteneva solo in parte. Sono i nonni, i genitori, di quei “poveri cristi” che attraversano il mare sui barconi e che lasciamo annegare perché abbiamo dimenticato chi siamo e chi ci ha aiutato a diventare così.

Extracomunitari di serie A e di serie B.

“La libertà ci rende tutti fratelli”, chi più, chi meno.

Accessible Spyware Removal Advice

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Assicurazioni Kasko: come risparmiare?

Assicurazioni Kasko

State facendo marcia indietro con la vostra automobile, magari andate di fretta o siete distratti dalle continue richieste di vostro figlio; non vedete il palo della luce nell’angolo più nascosto alla visuale dello specchietto retrovisore, ed il gioco è fatto. Paraurti ammaccato e fari posteriori distrutti! Andate dal carrozziere che vi mostra il preventivo con il costo totale del danno: 500 euro. Chi paga? Nella stragrande maggioranza delle situazioni a pagare in questo caso è lo stesso assicurato, che dovrà sborsare di tasca propria gli onerosi costi di riparazione del veicolo.

Oppure? Oppure si dovrebbe iniziare a considerare la possibilità di “arricchire” la propria rc auto di base con una polizza Kasko. Di cosa si tratta? Volendo semplificare in estrema sintesi si potrebbe dire che una polizza Kasko ci assicura economicamente contro tutti i danni che noi stessi arrechiamo alla nostra auto.
In questo insieme rientra l’esempio citato all’esordio di questo post ma rientrano anche sinistri più gravi come il ribaltamento del veicolo o tutti i danni causati al proprio mezzo in un sinistro con colpa.

In pratica grazie alla Kasko andremmo a colmare quel vuoto di “protezione” lasciato dal Rc Auto che invece ci rimborsa solo per i danni che abbiamo subito da terzi in un sinistro senza colpa, o che viceversa rimborsa a terzi i danni da noi provocati in un sinistro con colpa.Il primo modo per risparmiare sul costo di una polizza Kasko è quello di scegliere la sua versione “light” che va sotto il nome di Mini Kasko. La differenza rispetto alla Kasko “full” sta nel fatto che con la Mini Kasko si ha diritto al rimborso dei danni causati al proprio mezzo solo in caso di sinistro (con colpa ovviamente) con un altro mezzo. Restano fuori dalla Mini Kasko quelli che vengono definiti i danni causati da “imperizia” del conducente come il succitato esempio di sinistro in fase di parcheggio.

Un secondo modo altrettanto efficace per risparmiare sul costo della polizza Kasko è quello che passa attraverso un processo di selezione e di acquisto della polizza, in cui vengano messi a confronto il maggior numero possibile di preventivi. Forti sconti in materia arrivano ad esempio dalle compagnie assicurative online (http://www.assinews.it/articolo_stampa_oggi.aspx?art_id=21223), che stanno dando un forte impulso alla competitività nel settore assicurativo, con polizze scontante in media del 20% rispetto a quelle proposte attraverso i circuiti di vendita tradizionali.