334 si, 61 no, 4 astenuti. Questi i numeri della votazione alla Camera per la riforma del sistema elettorale Italicum. Che quindi diventa legge e spacca di più (se possibile) il Pd. Nonostante infatti lo scrutinio segreto voluto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, i voti contrari sembrano essere arrivati pricipalmente dalla minoranza Pd capeggiata da Bersani.
Dopo la votazione molti parlamentari, manco a dirlo della maggioranza, sono andati a ringraziare e baciare il Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. “Bella e brava” avranno pensato, “Brava e bella”.
Ma come funziona quest’Italicum? Perché proprio a noi?
Prima di tutto entrerà in vigore solo nel 2016, dopo cioè che una riforma costituzionale svesta il Senato del suo potere elettivo almeno in parte. Praticamente un Senato che liberi sè stesso dal Senato. E che consenta alla Camera di approvare delle leggi in materia di istruzione, sanità, infrastrutture, ambiente etc, senza il consenso dei senatori.
L’Italicum è un sistema elettorale proporzionale che assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40% di preferenze. Se questo non accade però, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, che eleggerà la maggioranza a cui verrà assegnato tale premio. Un sorta di ballottaggio/lotteria, quindi, che in palio metterà una schiacciante maggioranza parlamentare, che unita alla “svalutazione” del Senato, garantirà enormi poteri decisionali ad un solo partito, o ad una coalizione. Non soldi, ma opere di potere, insomma.
I partiti perdenti poi, in ipotetiche quaterna e cinquina, si ripartiranno i 290 seggi rimanenti, in base alla percentuale di voti ricevuti, accaparrandosi così questo premio di consolazione voluto dalla democrazia.
L’Italicum prevede inoltre uno sbarramento al 3%; entreranno alla Camera cioè tutti i partiti che avranno superato il 3% di voti.
L’assegnazione dei seggi alla Camera avverrà proiettando le percentuali dei partiti su scala nazionale, su 100 collegi, in cui verranno eletti 6-7 deputati. In questi 100 collegi, inoltre, ogni partito presenterà 6-7 candidati, tutti papabili di preferenza tranne il capolista, che è bloccato, quindi eletto automaticamente se scatta il seggio.
Le preferenze sono poi anche in base al sesso: se ne prevedono due, a patto che però siano di genere diverso tra loro. Questo significa che le liste dovranno alternare necessariamente uomini e donne e che per ogni Regione, i capilista di un sesso, non dovranno essere più del 60% .
Attenzione perché se le preferenze saranno per due candidati dello stesso sesso, la seconda verrà annullata. Ogni candidato potrà inoltre presentarsi in più collegi (fino a 10) e la scheda presenterà simbolo, nome del capolista bloccato e due righe per scrivere le eventuali preferenze. Potranno votare tutti i cittadini che vivono all’Estero per lavoro, studio ( Erasmus) o salute, ma che vi soggiornino per almeno tre mesi.
L’Italicum insomma prevede un’enorme maggioranza della maggioranza, che garantirebbe al governo molta libertà di movimento.
Fatto molto strano se pensiamo ad un premier così aperto al dialogo e così defilato qual è Renzi.
La firma del Presidente della Repubblica Mattarella ne ha sancito la conformità alla Costituzione (la cosiddetta costituzionalità).
La riforma è stata approvata dalla maggioranza assoluta della Camera e dal 60% dei senatori e anche Mattarella, così ligio al dovere, non sembra disdegnare questo clima di riforme, che sembra voler investire l’Italia da un momento all’altro. (Attenzione a non addormentarsi repubblica e svegliarsi feudo).
L’Italicum è fatto. Ora bisogna fare gli elettori.