Da sempre questa terra di Ciociaria, specie nella sua componente territoriale più ampia, la provincia di FR, si distingue, stando alle annuali statistiche  nazionali, per  scarse civile  vivibilità e cultura e per altri meriti analoghi. Non si registra non so da quanti anni una iniziativa d’arte o di cultura  di una qualche risonanza non dico nazionale ma almeno regionale: zero totale. Una quindicina di anni fa, grazie all’attenzione esemplare del Prof. Massimo Struffi di Arpino, tale oscurità generale  fu infranta con una serie di iniziative espositive di successo inimmaginabile: in effetti  furono esposte pubblicamente  le opere  antiche raffiguranti il personaggio in costume ciociaro realizzate da pittori europei messe a disposizione dal collezionista proprietario: come ben conoscono i cultori d’arte internazionali, questo soggetto è stato primario nell’ambito dell’arte occidentale: anche i massimi artisti hanno illustrato il contadino o pecoraio o il brigante o il pifferaro o lo zampognaro. Il Prof. Struffi ne comprese  immediatamente il valore fuori del comune  e nel giro di poche settimane  organizzò con grande impegno e cura una esposizione a FR, successivamente a Veroli, poi a Sora, poi ad Arpino: stando ai resoconti, non si erano visti mai tanti visitatori ad una iniziativa artistica: fu la prima volta che tale genere di pittura, presente in quasi tutti i musei del pianeta, veniva esposta, nella sua patria di origine.

Ora dopo anni, l’incantesimo tristo e lugubre dell’insensibilità e della indifferenza, è stato nuovamente interrotto grazie questa volta a dei cultori d’arte di Alatri e anche ora grazie alla sensibilità e disponibilità di un collezionista del luogo. Si tratta della esposizione delle opere di Arturo Ciacelli (1883-1966) pittore  ciociaro originario di un paesino della zona, Arnara: un artista fiorito nella cerchia dei cosiddetti futuristi, nel contesto prestigioso di Balla, di Boccioni, di Dottori,  di Severini, di Marinetti, successivamente su percorsi propri all’insegna di una fantasia e forza creativa fuori del comune.  Uno spirito cosmopolita, dagli orizzonti ampi, che  vediamo vivere e operare negli ambienti  parigini delle prime decadi del Novecento rigurgitanti di personalità artistiche e di movimenti,  poi lunghi anni in Svezia quale gallerista, conferenziere, e naturalmente pittore impegnato con mostre ed iniziative. Poi lunghi anni a Vienna, fino alla fine, dove anche ha lasciato tracce visibili del proprio operato sia come insegnante di pittura, sia come affreschista e pittore, sia come conferenziere. Una figura dunque significativa ed eclettica nell’ambito della pittura occidentale del Novecento. Ovviamente visto il contesto politico e istituzionale della provincia ciociara, totalmente sconosciuto! In verità qualche anno fa presso il palazzo della Provincia si tenne una iniziativa in suo onore ma così squallida e indegna e offensiva che è già  molto  solo ricordarla.

Ad Alatri siamo in un altro mondo, nel mondo della professionalità  e dell’impegno  e del rispetto sia del pubblico sia dell’artista: plauso alla benemerita associazione organizzatrice locale che ha curato la mostra in ogni dettaglio perfino nei chiodi che tengono appesi i quadri sulla pannellatura, senza contare gli altri aspetti e cioè  l’accoglienza professionale da parte del personale che riceve e controlla i green pass, il catalogo ben fatto ed esaustivo della mostra, l’atmosfera confortevole  ed efficiente. E poi la sequenza delle opere esposte in una ambientazione realizzata appositamente  con pannellature  ed illuminazione inappuntabili e del massimo decoro e funzionalità,  niente improvvisazione o arrembaggio. Doveroso ricordare che la mostra ha luogo nel Palazzo Gottifredo, una struttura gotica del 1200/1300 di altissimo valore storico ed artistico, forse la più importante  e meglio conservata  di tutto il Lazio.  Circa cinquanta opere  in varie tecniche che investono tutto l’arco della vita dell’artista, disposte con criterio ed eleganza,  corredate di leggibili schede illustrative,  incorniciate con  cura ed attenzione,  così varie e personali per le quali ogni commento  è superfluo ed è perciò rimesso alla sensibilità del singolo visitatore ammirarle e gustarle; presente anche una vetrina con la  documentazione varia e preziosa concernente l’attività del pittore.  Una collezione di opere dunque del massimo rispetto,  da considerare unica nella storia della Ciociaria e unica in Italia nell’ultimo mezzo secolo, risultato di anni di ricerche all’insegna dell’entusiasmo e della gratificazione, senza parlare del comunque sensibile impegno finanziario richiesto, con l’obiettivo primario di recuperare la memoria storica  di Arturo Ciacelli e tenerne desta la immagine  a favore anche della comunità, con umiltà e senza affettazione:  è stato realizzato  un piccolo monumento artistico in suo onore. Il collezionista, l’Avv. Remo Costantini di Alatri, già benemerito della città per altre iniziative di carattere culturale ed artistico, disponibile e sensibile, a ore stabilite è, anche, presente in mostra per illustrare e informare. Non ci sono, per me, parole idonee  per  delineare e tracciare compiutamente la figura e il merito del collezionista  e quanto elevato il suo contributo alla cultura e alla acculturazione della comunità. E’ vero i politici locali  parlano di dorsale appenninica,  di autostrada adriatico-tirreno, di autoparco, di metropolitana di superficie, ora di nuovo di aeroporto intercontinentale, intanto si abbattono a livello hitleriano migliaia di alberi e di pini ‘killers’: avranno tempo  e gusto per visitare questo gioiello di iniziativa di Alatri e scoprire così un altro mondo, a favore autentico della comunità?

Ad Alatri, Palazzo Gottifredo, sul corso principale, organizzazione a cura Associazione Gottifredo, tel.:0775 440105, fino al 9 gennaio 2022, ingresso gratuito.

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