Quante volte, passeggiando per il nostro quartiere, passiamo davanti a dei luoghi, che ci riportano immediatamente indietro con la mente. Quanti ricordi legati a spazi, a odori della nostra infanzia. Spesso questi ricordi restano intrappolati in luoghi che nessuno riesce a far ri-vivere. Questo sembra l’amaro destino dei cinema romani. Sicuramente sono cambiate le abitudini, sono cambiate anche le modalità di fruizione della pellicola. Gli spazi fisici, però, non si adeguano autonomamente alle nuove dinamiche del mercato. Piuttosto restano chiusi, a prendere polvere e a ricevere gli sguardi malinconici dei passanti. Nella capitale italiana, come riportato dall’associazione “Dire Fare Cambiare”, i cinema abbandonati o riadeguati sono 101. Dati alla mano, la metà di questi sono stati riadattati per altri utilizzi. L’altro 50%, purtroppo, sembra destinato all’incuria più totale. Per dare una cifra del problema, ci concentreremo sul territorio di un singolo quartiere, il nono. Il solo Appio-Latino ospita ben 3 cinema abbandonati che, ad oggi, non conoscono alcun futuro.

Il cinema Maestoso

Il nostro “viaggio nell’incuria” inizia a Via Appia Nuova, con il cinema Maestoso. Un’opera realizzata negli anni 50 dall’architetto Riccardo Morandi che, a parte il tragico riferimento al ponte di Genova, ideò una struttura avveniristica. Un edificio polifunzionale costruito per ospitare negozi, abitazioni e un cinema, vero protagonista del prospetto. Il Maestoso conosce l’inizio della sua crisi nel 2007 quando il proprietario dell’immobile decide di non rinnovare i contratti. Da quel momento c’è stato un braccio di ferro tra un comitato di cittadini, intenzionati ad evitare la chiusura, e il proprietario. Sono seguiti anni di occupazione dell’edificio ma, di soluzioni concrete, non si è vista traccia. Nel 2018 arriva la chiusura definitiva e il licenziamento degli ultimi dipendenti. Da quel momento è presente solo il degrado. L’edificio è ormai totalmente vandalizzato e in preda ai malviventi.

Il cinema Airone

Continuiamo il nostro viaggio spostandoci verso il Parco della Caffarella, più precisamente, a via Lidia. Qui troviamo i resti del cinema Airone. Questa sala non è stata solo un luogo d’incontro per le famiglie del quartiere, ma ha rappresentato uno dei massimi esempi di razionalismo dell’architetto Adalberto Libera. Il cinema venne costruito nel 1953 dall’Enpaia (ente di previdenza per gli agricoltori ) e si incastra nelle palazzine anch’esse costruite in quegli anni. Libera progettò una sala di ampio respiro, e ancora oggi, è osservabile la parte esterna di questo “guscio vuoto”. Il corridoio che porta alla sala principale racchiude un’importante opera d’arte di Capogrossi. L’artista ne affrescò il soffitto con disegni razionali e pieni di colori che, oggi, sono completamente svaniti. Il cinema, dopo 30 anni di attività, venne convertito in sala da ballo. La nuova discoteca prese il nome “Charleston” e successivamente “Stellarium”. Questa nuova avventura dell’edificio, che stravolse la sala cinema, si scontrò ben presto con i reclami dei residenti che portarono, di lì a poco, alla definitiva chiusura. Il bene è di proprietà del comune che, ormai più di 10 anni fa, annunciò la sua riqualificazione ma, anche qui, nulla di fatto.

Il cinema Paris

Spostandoci verso San Giovanni, percorrendo via Magna Grecia, incontriamo il cinema Paris. Questo venne inaugurato per il capodanno del 1956 e, come per le precedenti strutture, rispondeva all’esigenze del boom di popolamento di queste zone nel secondo dopo guerra. Il cinema fù ideato per essere una delle sale più moderne nel panorama romano. Colpiva la presenza di una scalinata in marmo e la presenza di opere di artisti quali Turcato, Severini e Guttuso, come viene raccontato in un’intervista realizzata da alcuni studenti della Sapienza con il proprietario dell’immobile. Insomma, un luogo di cultura in toto e non solo una semplice sala per vedere film. La struttura nel 1971 subì un grave incendio ma, fino agli anni 90, continuò a proiettare pellicole e a ospitare eventi culturali. Il 2001 è l’anno della sua definitiva chiusura. Suggestiva la scritta “Paris Cine” sulla facciata che, da vent’anni, è coperta da dei teli verdi, che fanno timidamente intravedere un segno del passato.

Degrado o Rinascita

Questa è la tragica situazione in un solo quartiere e in riferimento alla sola categoria dei cinema abbandonati. Purtroppo, la situazione peggiora esponenzialmente se iniziamo a contare anche altri immobili abbandonati quali parcheggi, palestre, ex fabbriche ecc.ecc. Un elemento in comune dei tre cinema che abbiamo “visitato” è che non sono solo cinema. Sono degli edifici che raccolgono opere d’arte, architetture innovative e tanta storia della collettività. Negli anni sono tante le associazioni che hanno presentato validi progetti di riqualificazione ma il copione è sempre lo stesso: nulla di fatto. Nel frattempo le strutture vengono vandalizzate e perdono il loro valore. Sicuramente, se vogliamo davvero dare una seconda chance a questi immobili, bisogna avere una visione di insieme. Ripartire dalla loro forza, ovvero, la polifunzionalità di quei luoghi. Non si tratta infatti solo di proiettare film, ma di una visione completa del concetto di cultura che ha come valore aggiunto la collettività che vive quei posti. Si parla sempre più di “città dei 15 minuti” e altri bellissimi slogan che vorrebbero dare una visione di una città a grandezza d’uomo. Allora, bisogna avere il coraggio di ripartire da questi luoghi che possono ancora essere realtà d’incontro e teatri di cultura.

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