È ben altisonante ormai il nome di Emanuela Orlandi che nel 1983 scomparve, lasciando un’ondata di mistero che ancora oggi travolge Roma e veste di nero la candida e intoccabile Santa Sede. Quella che poteva sembrare una “normale” sparizione di un’adolescente, divenne uno dei casi di cronaca nera più oscuri della storia italiana e di quella Vaticana, tutt’oggi ancora caso aporetico.
All’epoca, Emanuela Orlandi, annata 1968, aveva solamente 15 anni, quarta di cinque fratelli e abitante del minuscolo Stato Vaticano. Il giorno della scomparsa, Emanuela si stava recando alla lezione di musica, attorno alle 16 del pomeriggio, per poi uscire come d’abitudine attorno alle 19. Lo stesso giorno la ragazza ricevette una proposta molto allettante di lavoro come promoter di prodotti di bellezza. L’ultimo contatto con la famiglia fu proprio quando Emanuela chiamò a casa per discutere dell’offerta di lavoro, riguardo la quale la sorella le consigliò di non dar retta a una simile proposta, troppo ricompensata da renderla fasulla.
Successivamente, venne attestato che la ditta di cosmetici in questione, richiedente unicamente personale femminile, ovviamente, non aveva nulla a che vedere con l’offerta di lavoro fatta alla giovane e molte ragazze della sua stessa età, in quello stesso periodo, erano state adescate da un uomo con falsi pretesti al limite della credibilità. Dopo l’ultimo contatto familiare, le tracce della Orlandi si persero proprio quando raggiunse due sue amiche di corso, Maria Grazia e Raffaella alla fermata dell’autobus. La scelta che prese Emanuela nel non prendere l’autobus affollato e aspettare un’altra corsa determinò la sua scomparsa che forse sarebbe stata comunque inevitabile. Di lì in poi, della ragazza si persero le tracce.
Da quel momento iniziò l’intreccio di ipotesi e scenari inarrestabili fino ad oggi, ipotesi che andarono a toccare in primis i nomi più scontati che possano venire alla mente, Banda della Magliana, presunti collegamenti con Giovanni Paolo II che la domenica del 3 luglio 1983 durante l’Angelus, rivolse un appello ai responsabili della scomparsa di Emanuela Orlandi, parlando per la prima volta di sequestro. La pista della pedofilia venne di certo presa in considerazione quando secondo una indagine investigativa, Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa in un giro di festini prettamente di sfondo sessuale in cui sarebbero stati coinvolti esponenti del clero, un gendarme vaticano e personale diplomatico. Altre indagini rinviano a una pista che conduce a Boston, con coinvolgimento di preti pedofili. Padre Gabiele Amorth ritiene che la giovane Emanuela Orlandi sarebbe morta in un’orgia di pedofili, tenutasi dove? Nella Santa Sede.
Questo mistero perseverante trova oggi, nell’anno 2017, nuovi risvolti che potrebbero dare luce a una verità sempre stata celata dagli Intrighi della scomparsa della giovane. I telegiornali dei primi di settembre svelano un Documento sulla scomparsa della ragazza che potrebbe fare la differenza. Ancora una volta la Santa sede sembra l’antagonista di questa vicenda. Il documento infatti riporta i nomi di due membri del prelato vaticano molto celebri.
Tale atto riporta il resoconto sommario delle spese sostenute dal Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi, con anno di nascita. “Moltissimi sono stati i limiti nella ricostruzione sono stati riscontrati nell’impossibilità di rintracciare la documentazione relativa agli agenti di supporto utilizzati sul suolo italiano dato il divieto di interrogare direttamente le fonti incaricando esclusivamente il capo della Gendermeria Vaticana in questo senso.”
L’attività di Analisi è suddivisa in archi temporali rilevanti per avvenimenti e per spese sostenute.
Il documento non riporta l’attività commissionata da Sua Eminenza Revendissima Cardinale Segretario di Stato al “Commando l”. I documenti allegati di 197 pagine al presente rapporto sono presentati in originale per la parte relativa ai pagamenti per i quali è stata rilasciata quietanza, sono presentati in forma di resoconto bancario le quantità di denaro autorizzate e prelevate per spese non fatturate. Il resoconto parte dal gennaio 1983 al luglio 1997. Documento è presentato in triplice copia, per dovuta conoscenza ad entrambi i destinatari. Tutto ciò emerge dal il cuore di un libro-inchiesta di Emiliano Fittipaldi, “Gli impostori. Potremmo ben essere consci che se tutto ciò dovesse rivelarsi come veritiero cambierebbe totalmente il volto alla Storia della quindicenne scomparsa, ma se tale atto dovesse essere falso, segnalerebbe uno scontro di potere senza precedenti nel Pontificato di Francesco.
Quante sparizioni sono avvenute dal 1980 ad oggi? Quante senza risvolti, senza fine, o senza “lieto” fine? Di certo potremmo considerare “oscura”, tale vicenda, anche per il significativo peso del Vaticano, apportato a questa. La domanda è: se tale avvenimento fosse avvenuto al di fuori delle mura vaticane, avrebbe avuto la stessa significativa importanza o risonanza tale da trascinarsi fino ad oggi? Non è sbagliata allora la vicenda di Emanuela Orlandi, ad essere ancora considerata, ma le altre analoghe ad essere svanite nel nulla insieme agli scomparsi stessi. Di certo Impenetrabilità del Vaticano rende senza dubbio quasi impossibile tracciare la verità, nel caso si dovesse ristagnare proprio all’interno delle mura. Ma senz’altro questo documento potrebbe essere un barlume di speranza.
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