Il rione Pigneto si trova nel V Municipio, delimitato a nord dalla ferrovia Roma-Pescara, a sud dalla via consolare Casilina, a est dall’Acqua Bulicante e a ovest da Porta Maggiore. Il quartiere appartiene, sia storicamente che urbanisticamente, alla periferia storica romana. Il Pigneto è inoltre una delle zone più multietniche di Roma, oltre ad essere uno dei quartieri con più biciclette in strada e indubbiamente il quartiere culturalmente più vivace. Non a caso ha visto nascere alcune delle realtà romane più interessanti degli ultimi anni, basti citare il Kino per quanto riguarda il cinema o il Dal Verme e Fanfulla nel panorama musicale.

La street art e gli artisti più noti

Il cuore del Pigneto è indubbiamente la sua area pedonale: nota durante il giorno per merito del proprio mercato locale e dei famosi bar retrò, e di sera principalmente per la vita notturna, i ristoranti etnici e i gustosi aperitivi. Sono queste peculiarità ad attirare verso il quartiere un gran numero di studenti, agevolati dalla vicinanza con l’Università La Sapienza di Roma, e moltissimi artisti. Tra questi ultimi possiamo menzionare Alice Pasquini, che tende ad immortalare momenti di vita quotidiana; un esempio è il murales che ha realizzato in Via Fanfulla da Lodi, il quale ritrae due amanti in procinto di baciarsi in pubblico quando in Italia era ancora proibito. Un fenomeno dunque molto importante della vita di quartiere è proprio la street art, molto colorata e visibile ovunque nelle vie più caratteristiche. “L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza”, è un altro dei murales maggiormente conosciuti: realizzato dall’artista Maupal, rappresenta l’occhio attento di Pasolini che osserva i passanti da un palazzo. Sulla parte opposta della strada, alla stessa altezza, c’è invece la “Piccola Maria” ispirata al Vangelo secondo Matteo, disegnato da Mr Klevra.

Il Pigneto durante il Neorealismo

Tra i quartieri della vita notturna di Roma, il Pigneto è quello che più assomiglia ai quartieri della vita notturna delle grandi città europee. Questo diviene un agglomerato urbano in seguito al 1870, e soprattutto durante il secondo dopoguerra, quando numerosi registi Neorealisti italiani lo scelgono come set per i propri film: a partire da alcune scene di “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, passando per “La domenica della buona gente” di Anton Giulio Majano, arrivando all’“Accattone” di Pier Paolo Pasolini. In totale, al giorno d’oggi, sono 15 i film girati in questo quartiere. Oggi la zona si è radicalmente trasformata a causa del fenomeno della gentrificazione, con centri in espansione e periferie via via riqualificate in luoghi più vivibili, perdendo anche quell’autenticità che Pasolini ha amato promuovere nei suoi scritti. L’opera di Pier Paolo Pasolini segna infatti ampiamente l’identità e l’immaginario del Pigneto. Grazie alla naturale vocazione del Pigneto, a fare da quinta cinematografica è la specificità delle storie stratificate nelle sue strade: storie di persone semplici, ferrovieri e braccianti, botteghe artigiane che affollano le periferie a pochi passi dal centro di Roma.

Il quartiere ai giorni nostri, tra criticità e cambiamenti

Oggi il Pigneto si pone come una vera e propria isola urbana: una minuscola struttura architettonica con scorci panoramici, case isolate e vicoli d’altri tempi composti da realtà variegate. Le storie dei residenti storici si intrecciano con le voci dei nuovi residenti, attratti dal carattere insolito e dal passato così moderno del quartiere. Assaporiamo intrecci sonori inediti che ci obbligano a volgere lo sguardo all’oggi: all’incredibile commistione di linguaggi e di vita, alla compresenza di modalità relazionali e di senso. Caratterizzata da strade strette, case basse e persone nella strada, si intersecano tante culture diverse, che sono diventate parte integrante di queste personalità, generando un disordine che molti ancora contestano. Ci sono stati diversi problemi primariamente legati al multiculturalismo e alla vita notturna; si parla principalmente dal traffico di alcolici e stupefacenti che per anni ha convinto i romani a relegare questo rione in accezioni negative. Inoltre, tra le criticità del quartiere, non si possono non citare i rischi legati alla sanità pubblica a causa del cumulo di rifiuti presenti in strada e sui marciapiedi.

Varietà culturale e artistica: la vera ricchezza del Pigneto

Il Pigneto si classifica quindi come un luogo ricco di diversità; quello che colpisce è che nonostante le problematiche citate, permane uno spiccato sentimento di orgoglio e un forte senso di appartenenza da parte degli abitanti del quartiere. Questa dimensione culturale e artistica è la stessa che ritroviamo nelle vie percorse da Pasolini, nelle quali è possibile imbattersi in personaggi di ogni genere e provenienza. Il Pigneto è dunque uno spazio di libertà dove si incrociano realtà opposte e apparentemente distanti tra loro: famiglie ed artisti, politici, lo straniero e il romano. Nonostante il quartiere sia stato rivoluzionato da numerosi cambiamenti, persistono forme di attivismo artistico e politico subentrate in seguito alla Seconda Guerra Mondiale: sono numerose le librerie, i centri culturali e i club LGBTQ sorti accanto all’antifascismo. Siamo davanti ad una Roma diversa da quella che le cartoline ci raccontano, una Roma in costante trasformazione dove l’euforia, la cultura, il bene e talvolta il male confluiscono in un’unica realtà dando vita a forme di comunità inedite. In conclusione, il Pigneto si qualifica come un quartiere in grado di rendere giustizia al disordine, raccontandolo in chiave sociale e profondamente umana.

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