Quante volte, soprattutto durante gli anni dell’adolescenza, capita di sentirsi diversi dagli altri coetanei a causa di alcune peculiarità che ci appartengono da sempre? Quanto spesso si è insinuato nella nostra testa l’invadente pensiero di non essere adeguati o all’altezza della società solamente perché non conformati agli standard estetici o comportamentali di chi ci circonda? Le stranezze, le diversità e i caratteri stravaganti sono quotidianamente motivo di inquietudine tra gli individui che li manifestano, e anziché essere considerati tratti che delineano delle voci fuori dal coro, delle vere e proprie straordinarietà, vengono tendenzialmente utilizzate con accezioni negative. La consuetudine storica e sociale di associare il diverso a qualcosa di dispregiativo rende troppo rischioso il tentativo di valorizzare le unicità di ciascuno. Si tende ad optare quindi per la strada apparentemente meno spaventosa e più semplice: nascondere la propria vera essenza cercando di uniformarsi alle convenzioni della modernità.

In questo triste scenario è un autore in particolare ad avere notevole rilevanza grazie al suo operato e alle esperienze di vita trascorse; stiamo parlando di Tim Burton, nel quale i temi dell’emarginazione e della solitudine regnano sovrani. Noto per il suo cinema dalle ambientazioni generalmente fiabesche e gotiche, riscontriamo tra i protagonisti caratteristici delle personalità incomprese e vulnerabili, aspetti perfettamente evidenziati anche dai requisiti fisici, che denotano stranezza, riservatezza ed una particolare chiusura alla comunicazione. Da La sposa cadavere ad Edward mani di forbice, passando per La fabbrica di cioccolato e Big Fish, giungiamo ad uno dei suoi ultimi successi, che ha raggiunto un incredibile seguito e si è guadagnata un posto in cima alle classifiche tra le serie più guardate di Netflix: Mercoledì, ispirata alle vicende dell’insolita famiglia Addams e, in particolare, della giovane adolescente. In un’intervista Tim Burton afferma: “Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita e mi identifico in Mercoledì. Per me è una fonte di ispirazione. […] Io e Mercoledì abbiamo la stessa visione sul mondo; mi sono sempre sentito come lei da teenager, avevo lo stesso punto di vista in bianco e nero. La famiglia Addams è l’emblema della famiglia strana, come lo sono, in fondo, tutte le famiglie”. Si tratta dunque della sensazione, talvolta, di sentirsi soli pur essendo circondati da un mucchio di persone, di sentirsi fuori luogo, un alieno tra gli altri esseri umani.

La trama è incentrata sulla Nevermore Academy, una scuola costruita appositamente per soggetti considerati dei reietti, totalmente fuori dal comune in quanto appartenenti a categorie sovrumane: si passa da licantropi a sirene, da individui con facoltà molto particolari ad altri in grado di esercitare controllo sugli insetti. Interpretata da una straordinaria e volutamente tetra Jenny Ortega, la protagonista si contraddistingue per le sue abilità con il violoncello, nella scherma e per il suo genio creativo nella scrittura, ma soprattutto per i suoi poteri speciali e per la singolarità del suo carattere: deliberatamente fredda, alternativa, un’emarginata che rifiuta di essere parte del gregge e viene costantemente respinta, distaccata dalle emozioni terrene in quanto da lei considerate “una debolezza”. Mercoledì allo stesso tempo però è spaventata dalla sua unicità e nutre profondi sentimenti di giustizia, considerando l’universo ritenuto “normale” quello in cui, al contrario, sono in realtà presenti i veri “mostri”; si schiera infatti dalla parte di chi ritiene in difficoltà, difendendo, a suo modo, i diritti dei più deboli. Nonostante i suoi problemi di integrazione riuscirà inoltre, con il tempo, a stringere dei legami e a provare sentimenti che non avrebbe immaginato, e con il supporto dei suoi nuovi amici si addentrerà in uno scontro contro il pregiudizio che si è radicato nei riguardi del “diverso”, che i “normali” definiscono tale.

In conclusione, possiamo asserire che Mercoledì, da sempre considerata un’icona femminista per merito del suo anticonformismo, in questa serie incarna perfettamente il simbolo dell’inclusività insieme ai suoi compagni di scuola; a rendere i protagonisti dei pezzi unici sono proprio gli elementi di originalità che li caratterizzano. Questo importante messaggio sociale evidenzia i conflitti interiori che fin troppi giovani affrontano nell’incessante ricerca del proprio posto nel mondo, offrendo una riflessione sulla psicologia adolescenziale e sulla lotta per l’accettazione e la valorizzazione di sé. Dunque, come viene suggerito dalla direttrice della Nevermore Academy: “Non perderla mai, Mercoledì, la capacità di non farti definire dagli altri”.

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