Negli ultimi anni la tradizionale dicotomia “centro-periferia” alla quale siamo abituati da sempre sta iniziando a non essere più sufficiente per comprendere le trasformazioni in atto; le periferie sono divenute realtà complesse e l’opposizione nei riguardi della città non è più prettamente geografica, bensì sociale. Le principali città metropolitane italiane hanno infatti subito un fenomeno di spopolamento delle zone centrali e un progressivo aumento della popolazione nelle periferie. L’espansione urbana recente non è dovuta alla crescita demografica come accadde dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma è causata da processi di riorganizzazione spaziale che coinvolgono le attività economiche, le quali si diffondono nello spazio, e i servizi – la maggior parte dei quali legati al turismo – che continuano a concentrarsi nei centri urbani.

Le criticità della periferia

Le situazioni di emarginazione dei quartieri non sono quindi più legate al tradizionale modello “centro-periferia”, ma sono ora legate all’accessibilità, alla presenza di servizi e, soprattutto, alla capacità dei territori di contrastare fenomeni come la segregazione urbana, il degrado fisico e le inefficienze territoriali. Le difficoltà delle zone periferiche possono riguardare molteplici aspetti. Partendo dalle difficoltà finanziarie, passando per la mancanza o inefficienza dei servizi, giungendo talvolta ad una scarsa istruzione. Si tratta di elementi che si influenzano reciprocamente e colpiscono aree con una comunità già di per sé spesso vulnerabile.

Danilo e Giorgio, prospettive a confronto

Al fine di comprendere pienamente le criticità della periferia, abbiamo stato scelto di dare voce a chi determinate circostanze le vive in prima persona quotidianamente, due abitanti del quartiere di Selva Candida, Roma Nord: Danilo e Giorgio.

Il nostro primo intervistato è nato a Monteverde e vive a Selva Candida da quasi 10 anni. Confrontando l’attuale quartiere in cui vive a Monteverde, ha riferito che quest’ultimo sia uno dei quartieri storici di Roma più suggestivi, nonostante negli anni abbia perso la peculiarità di quartiere residenziale e la quiete che lo ha contraddistinto per molto tempo. In merito al quartiere di Selva Candida ha confermato invece le problematiche delle quali soffre tipicamente la periferia. Per quanto concerne la mobilità ha riportato diverse criticità (vedi la petizione per migliorare il servzio della metro B1 e B: https://chng.it/csnw4T8tDr); nonostante Selva Candida sia un quartiere agevolato per merito del Grande Raccordo Anulare (Gra), senza un veicolo subentrerebbero non poche difficoltà. Danilo ha sostenuto dunque che la periferia in cui vive non possa prescindere da un mezzo privato, essenziale qualora ci si voglia spostare in maniera agevole, in quanto non considera che i mezzi pubblici siano particolarmente efficienti. Essendo inoltre un quartiere periferico, sono numerose le aree abbandonate che potrebbero essere riqualificate in maniera vantaggiosa. Nell’ultimo periodo, ci ha spiegato, sono stati eseguiti diversi lavori stradali e sono stati attivati dei parchi che prima non funzionavano, ce ne sono però molti altri in stato di degrado.

La questione maggiormente scottante risulta essere quella dei rifiuti, considerata decisamente drammatica. Come sostenuto da Danilo, il quartiere assiste a lunghi periodi in cui l’AMA non esegue prelievi continuativi e necessita di numerosi solleciti effettuati privatamente dal cittadino. Spesso non è presente neanche senso civico sul come fare correttamente la differenziata; i cittadini tendono alla critica esterna e a colpevolizzare i servizi pubblici, però talvolta viene a mancare anche un’attenzione e una compartecipazione da parte del singolo che farebbero la differenza. Si può infatti collaborare e muoversi attivamente laddove si riscontrino delle criticità, cercando in prima persona di fare qualcosa per migliorare la situazione; ad esempio raccogliere adesioni in merito a situazioni migliorabili per i cittadini. Con la comunicazione e l’informazione anche il Comune di Roma si renderebbe conto di quelle che possono essere delle migliorie e dei cambiamenti positivi.

Passando la parola a Giorgio possiamo analizzare una ulteriore prospettiva della medesima periferia, confrontandola inoltre con un altro quartiere hinterland.

Il nostro secondo intervistato infatti è nato in zona Tuscolano e successivamente si è trasferito nel quartiere di Selva Candida. Lavorando nell’ambio dei trasporti, ritiene che uno dei punti di forza di Roma potrebbe essere costituito proprio dal trasporto pubblico locale, se non fosse che venga gestito in maniera non propriamente efficiente. L’urbanistica risulta infatti limitata e limitante in quanto ci sono strade ancora ristrette e con carreggiate mal ridotte; i trasporti quindi vengono soffocati dalle autovetture. Tuscolano è una zona ad alta densità di popolazione, l’urbanistica è sviluppata in verticale con palazzi anche molto alti; Selva Candida ha invece case basse nonostante rimanga un quartiere molto popolato. La differenza sostanziale è che quest’ultimo quartiere permette di avere spazi più larghi e vivibili rispetto al primo.

A differenza di Danilo, Giorgio ritiene che la mobilità funzioni abbastanza efficientemente, i trasporti passano frequentemente e non li trova eccessivamente affollati. Crede che nel quartiere ci siano molti spazi da poter sfruttare e che sia ancora in via di sviluppo; ci sono strade che sono state sistemate recentemente ed è in previsione un complesso di case e di negozi. È un quartiere potenzialmente valido per riqualificare determinati spazi in maniera proficua, come la creazione di aree cani maggiormente curate o di spazi per bambini.

In merito ai rifiuti ha riportato anche lui una situazione drammatica; ha riferito l’inefficacia del servizio della differenziata ammettendo come spesso sia il cittadino stesso a liberarsi della spazzatura al fine di non ostruire i passaggi e gli accessi delle abitazioni. Alcuni suggerimenti che ci ha proposto sono, nel campo dei trasporti, di utilizzare una macchina in meno e compiere tragitti di strada insieme, optando, qualora si avesse la possibilità, per i ciclo motori, che riducono in parte la problematica legata al traffico. Per quanto concerne i rifiuti una proposta per lui ottimale potrebbe essere la disposizione di distributori che retribuiscano sulla base delle bottiglie di plastiche inserite, così da incentivare i cittadini alla differenziata e da poter proporre consecutivamente un servizio efficiente.

Una nuova periferia

Si evince perfettamente come ci sia un grande desiderio di rigenerazione nelle periferie odierne, alimentato da un forte spirito di resistenza da parte dei residenti che stanno cercando di restituire dignità a questi luoghi con vigore ed ingegno. Ma ciò che talvolta risulta pesante, come abbiamo potuto apprendere anche da entrambe le interviste, è la latitanza delle Istituzioni a cui chiediamo invece prospettiva e concretezza per trasformare definitivamente le periferie in luoghi vitali, da cui ripartire per ripensare l’intera città.

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