Il ragazzo era confuso e smarrito. Cercava una posizione comoda sdraiato sullo strano lettino rivestito in pelle marrone. Ancora non aveva idea di come si sarebbe svolto l’incontro. Il dottore, seduto di fronte a lui accarezzava lentamente la folta barba con la mano destra, mentre con la sinistra, puntellando il gomito spora la gamba accavallata, sorreggeva la sua testa calva che teneva leggermente inclinata mentre fissava il paziente. Interloquiva con una voce calma e rilassante. Il ragazzo ascoltava ogni parola attentamente. Il medico aveva iniziato finalmente a spiegare le modalità con cui avrebbero eseguito la seduta. La tecnica che andavano ad utilizzare era del tutto innovativa ed avrebbe permesso all’esecutore di “frugare” nella psiche del ragazzo. Tale procedimento era conosciuto con il nome di ipnosi ed, al momento, era ancora in fase di sperimentazione empirica. Una volta iniziato il processo, il ragazzo sarebbe entrato in uno stato di incoscienza e, inconsapevolmente, avrebbe risposto con assoluta sincerità alle domande più intime che gli venivano poste.  Il ragazzo al risveglio non avrebbe ricordato nulla. Il ragazzo era affascinato da questa strana tecnica. Sembrava fosse originaria di qualche arte occulta. Il ragazzo adorava il mistero. Era per questo motivo che aveva accettato. Il dottore prese dalla scrivania un vecchio pendolo e chiese al ragazzo di fissarlo con attenzione. Il ragazzo stava seguendo le istruzioni: si era rilassato e seguiva con lo sguardo quel semplice oggetto che oscillava a pochi centimetri dal viso. Con tono calmo e disteso il ragazzo veniva invitato a  rilassarsi fino a ritrovarsi, di lì a poco, in uno stato di trance. Il ragazzo Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Nulla. Il vuoto. Il ragazzo non riesce a concentrarsi e a trovare l’ispirazione davanti la tela vuota. Dov’è finita la sua musa? Hanno tarpato le ali della sua creatività. Maledetti ignoranti. L’imbecille che ha determinato il suo fallimento non può che essere un giudeo. Com’è possibile che in questa città brulichino così tanti ebrei? Vienna dovrebbe essere la fiera capitale del più grande impero d’Europa. Ma l’eterogenea composizione etnica la sta indebolendo. Il complesso di razze che la popola è un morbo e l’Ausgleich ha condannato la monarchia austro-ungarica al declino. Indegni individui incapaci di esternare valide opinioni sono stati investiti della carica di giudicanti. Questo ha comportato l’impedimento nei confronti del ragazzo ad una agognata carriera artistica. Come se non bastasse anche le milizie austro-ungariche lo hanno deluso. Hanno dimostrato, anche loro, di non avere la lucidità e la competenza atte al pronunziare una valutazione. Stanno perpetrando un boicottaggio nei suoi confronti e riguardo i progetti che insegue da una vita. Sarà ancora un ragazzo ma ha ben chiari due grandi obiettivi da raggiungere: essere un artista e far valere il suo coraggio sul campo di battaglia per rimarcare la superiorità dell’Impero austro-ungarico. Stanno cercando di ostacolarlo: fanno passare per insuccessi i suoi tentativi di frequentare l’accademia di Belle Arti. Vogliono anche riformarlo dal servizio militare ideando come scusa che è provvisto di un fisico troppo gracile. È un ragazzo, ma non uno sprovveduto. Capisce chiaramente che questa nazione è malata. È convinto di dovere intraprendere una drastica scelta. Preferisce non avere una patria di riferimento piuttosto che rimanere in un paese dominato da marxisti ed ebrei. Per sua scelta, e solo sua, rinuncerà alla cittadinanza austriaca. Lo status di apolide non sarà un’onta ma solo l’inizio di una lenta ed inesorabile evoluzione del suo ego. Il popolo teutonico saprà apprezzarlo per quello che vale veramente. Un giorno non sarà più un ragazzo, sarà il leader indiscusso. E allora questi flaccidi surrogati del popolo alemanno gli chiederanno in ginocchio di effettuare l’Anschluss con il suo nuovo popolo a cui apparterrà. Lo concederà dopo averli visti strisciare ai suoi piedi. Il fiero popolo teutonico lo accoglierà con onore. Farà parte dell’unica popolazione degna di porre fine a tale scempio. Metterà la sua creatività a servizio della politica e dimostrerà quanto il suo talento possa essere apprezzato dalla massa piegata al suo volere. Se i suoi genitori fossero vivi sarebbero finalmente fieri di lui. 

Il ragazzo affronta coraggiosamente il nemico nell’impervio territorio che caratterizza la trincea. La sua missione è di consegnare un messaggio al comandante del reggimento dispiegato lungo la linea Ligny-Thilloy. Le pallottole fischiano a pochi centimetri dall’elmetto. Pioggia e vento lo costringono a procedere chino in avanti. La scena dipinta potrebbe quasi forviare un distratto spettatore: il ragazzo sembra dare l’impressione di essere intento a cogliere funghi e tartufi in mezzo ad un torbido oceano marrone. Ma in realtà il paesaggio non ha nulla in comune con delle distese d’acqua. La melma smossa dalla pioggia riporta in superficie cadaveri di giovani combattenti mentre a rompere l’apparente silenzio sono le urla disperate di soldati mutilati e i lamenti di uomini al limite delle loro forze. L’eco di spari e bombardamenti presentano tale paesaggio simile a quello di un girone infernale. Il ragazzo avanza con passo deciso. Un’improvvisa esplosione al suo fianco lo scaraventa tre metri più avanti. Per un attimo un silenzio surreale rende il contesto quasi sopportabile. Ma dopo pochi istanti le orecchie del ragazzo avvertono un insopportabile fischio. Lentamente cominciano a tornare udibili le voci ovattate e i rumori della battaglia. Il ragazzo avverte una fitta lancinante alla gamba. È ancora confuso a causa della deflagrazione. Porta una mano alla coscia e al tatto ha la sensazione che l’uniforme sia umida. Si fa coraggio ed esamina la fonte da cui deriva quell’insopportabile dolore. Si rende conto che una scheggia di granata gli ha provocato una profonda ferita da dove sgorga parecchio sangue. Il ragazzo non demorde. La perseveranza e il coraggio contraddistingueranno il ragazzo e gli permettono di proseguire per altri cento metri. Poi la spossatezza ha la meglio su di lui. Cerca di resistere rimanendo in ginocchio ma dopo un istante si accascia al suolo. Per un tempo imprecisato rimane disteso nel fango. Più tardi avverte una presenza accanto a lui. Un braccio lo cinge intorno alla cintola. La persona che lo aiuta dimostra una notevole prestanza fisica tanto da riuscire a sollevarlo per un lungo tragitto. I due commilitoni riescono a percorrere circa 300 metri. Un percorso infinito, considerando l’elevato rischio nell’attraversare quel territorio ostile. Per quanto tempo è rimasto svenuto il ragazzo? Il ragazzo non può saperlo, ma la voce dell’individuo accanto a lui lo incoraggia e lo invita a resistere. Ancoro uno sforzo e riusciranno a raggiungere l’avamposto più vicino. Dopo tanta fatica riescono a mettersi in salvo. Ma voltandosi verso il suo salvatore il ragazzo non riesce a credere ai suoi occhi. L’individuo non lascia trasparire l’età, ma ad una prima occhia sembra essere coetaneo del ragazzo. Gli occhialetti, appoggiati sul naso aquilino, sono appannati con striature di fango misto a sangue. Nonostante il dolore che gli provoca la ferita sia straziante da compromettere la sua lucidità, il ragazzo nota immediatamente la kippah appoggiata sul capo del soccorritore. Il ragazzo ne è sconvolto. Ancora una volta è stato umiliato da un ebreo. Lo angoscia il fatto che verrà ricoverato per chissà quanto tempo in un ospedale costringendolo lontano dal campo di battaglia. Avrebbe preferito una morte gloriosa. Oppure avrebbe dovuto salvarsi con le proprie forze. Ma persino in battaglia è costretto ad essere disonorato per mano di quella spregevole razza. Il ragazzo però adesso ha un’illuminazione. Sarà lui il prescelto. Il ragazzo sarà la guida per il genere umano. La sua nuova e fiera patria, il mondo intero, non avranno alcun bisogno di razze inferiori. Arriverà il momento per il ragazzo di dimostrare realmente di cosa è capace. Il ruolo di leader sarà il suo destino; il predominio della razza ariana sarà il destino dell’intera umanità.

Al risveglio, il ragazzo, si sentiva confuso e smarrito. Il dottore gli aveva chiesto se avesse acconsentito ad ascoltare la propria diagnosi. Alcuni disagi erano emersi durante la seduta ipnotica. In caso di assenso, in questa fase, era indispensabile che il paziente affrontasse le rivelazioni con un atteggiamento di estrema autocritica, calma e serenità.  Aveva posto, inoltre, come elemento imprescindibile un’inflessibile costanza nella prosecuzione delle sedute. La frequentazione continuativa dello studio medico, da parte del ragazzo, era un elemento essenziale per la riuscita della cura e per la sanità della sua psiche. Il ragazzo aveva acconsentito.
– Caro ragazzo. La morte dei tuoi genitori ti ha sconvolto l’animo. Anche se non vuoi ammetterlo soffri di una penosa solitudine. Ti illudi di essere coraggioso e perseverante. Cerchi di apparire così davanti a tutti i tuoi conoscenti. Ma in realtà sei un ragazzo insicuro.
In fase di ipnosi, tra le varie cose, hai raccontato un aneddoto che potrebbe sembrare irrilevante se paragonato al resto della tua vita. Ma il fatto che sia avvenuto in età preadolescenziale lo porta ad essere un elemento di grande importanza. Sto parlando del tuo considerevole astio nei confronti del tuo compagno David. Questo tuo coetaneo ti ha, a tua interpretazione, “rubato” la ragazza di cui eri innamorato. Aveva successo con il gentil sesso. A differenza tua riusciva bene nello studio. Era, inoltre, insuperabile nello sport. In quel periodo hai catalizzato tutto il tuo rancore nei suoi confronti. Inoltre, il suo primeggiare nei tuoi riguardi lo hai collegato alla sua appartenenza alla “razza ebraica”. Come “contromisura” difensiva hai etichettato i giudei come individui ostili e pericolosi.  Caro ragazzo, col tempo capirai che tutto ciò è stato, ed è, un’illusione che domina il tuo ego. Hai subito numerosi traumi che devono essere superati. Spero solo che la consapevolezza che adesso possiedi degli elementi appena menzionati non possa peggiorare la tua precaria situazione. Tieni da conto che si tratta di un rischio che stiamo correndo entrambi. Ma la mia tecnica è in continua evoluzione, siamo ancora allo stato embrionale ed è possibile commettere qualche errore. Per questo motivo è essenziale che la cura sia continuativa. Non dobbiamo mai interrompere le sedute. Così facendo avremo l’occasione di rimediare ad eventuali errori di valutazione.
– Dottor Freud. Dovrei porle una domanda da cui dipenderà la prosecuzione del nostro rapporto.
– Prego Adolf. Sono a tua disposizione.
– Lei a quale razza appartiene?

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