Siamo ormai alla nona giornata di campionato della Liga Spagnola, si possono già trarre le prime ipotesi di orsa al titolo. Fin qui troppo semplice: Real Madrid vs Barcellona, un duello infinito e impari con qualunque altro avversario. Basti pensare alle rose, agli allenatori, ai punti dello scorso campionato e i titoli in bacheca.
Eppure in testa alla classifica non ci sono loro, rispettivamente seconda e terza compagine del torneo con 22 e 21 punti. Il Levante, squadra valenciana, guarda tutti dall’alto dopo nove turni, avendo totalizzato 23 punti, un bottino fruttuoso di sette vittorie e due pareggi.

Anche gli osservatori meno acuti del calcio internazionale sapranno benissimo che questa favola va presa con le molle, perchè non durerà fino alla fine della Liga, perchè non potrà competere per il titolo nel cammino lungo che aspetta le altre due supercorazzate. Ma per il momento il Levante sta regalando quel brio ai suoi tifosi e a una nazione intera, la Spagna, abituata negli ultimi anni a nessuna intromissione fra i due club in lizza per il titolo. Dieci anni fa fu il Valencia a vincere la Liga, ultima prima dell’ininterrotta serie fra blancos e blaugrana.

Dietro il terzetto di testa si appaiano i soliti club, le terze (quarte dopo il Levante) forze ormai, ruolo massimo a cui possono ambire: dallo stesso Valencia, in grado di vendere i suoi pezzi migliori ma riciclarsi sempre e rinascere, al Siviglia, corposo e vittorioso di due Coppe Uefa negli ultimi anni, al Malaga acquistato dagli sceicchi a suon di milioni.

La realtà è che in Spagna più che nel campionato inglese o italiano le partite facili esistono. Le due armate del calcio iberico hanno totalizzato lo scorso anno più di 90 punti a testa, le sorprese per loro sono poche, perchè il livello tattico è inferiore e senza la giusta applicazione la differenza di rose tecniche risulta incolmabile. In Italia i campi delle piccole sono ormai quelli su cui si decide il vincitore dello scudetto, e lo stesso avviene in Inghilterra, dove si lotta sul rettangolo verde, quasi fosse un agonistico incontro di rugby.

Eppure lassù per ora c’è una realtà calcistica fra le più piccole della Liga spagnola, un Levante che pragmatico va a vincere all’ultimo minuto in questa nona giornata. Il suo stadio arriva a contenere 27000 tifosi, i suoi calciatori non hanno ingaggi da star di primo piano. Ma la squadra entusiasma. La globalizzazione calcistica ancora offre qualche sorpresa e storie allegre.

Chi vive il calcio da venticinque anni come me o anche di più, sa che il Levante tramonterà, non vincerà la Liga, che come è logico per le forze in campo sarà un discorso fra il Real Madrid di Mourinho e il Barcellona di Guardiola. Ma anche il sole ogni giorno tramonta, nessuno però può negare che sia bello finchè c’è, che riscaldi. Levante finchè dura allora! Perchè la somiglianza con le maglie blaugrana del Barça c’è, certo peccato sia solo una similitudine cromatica, ma è già un buon portafortuna.

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