Aprile 2010 – Dopo aver presentato le tre tappe del progetto Dukkha, la compagnia teatrale Effetto Larsen torna a Milano con Lo Sguardo di Amleto, riscrittura di scena dedicata allo studio del rapporto tra piano reale e piano onirico nel testo che più di tutti è stato rappresentato, l’Amleto di Shakespeare.

Dal 6 al 16 maggio (dal giovedì alla domenica) verrà presentato il lavoro al Teatro della Contraddizione di Milano, in via della Braida 6.

Il lavoro di Effetto Larsen si è sviluppato partendo da un primo studio di 18 minuti, basato sullo spazio e sul lavoro dell’attore, dove l’azione ha una predominanza scenica rispetto alla parola. Un lavoro di ri scrittura, dove proprio il non scritto del testo Shakespeariano viene indagato e reso centrale nella ricerca, con l’obiettivo di studiare un’opera che ha ancora molto da dire. E soprattutto tentare di rispondere ad una tra le tante domande che ci pone: perché Amleto esita dopo aver ricevuto dallo spettro di suo padre l’incarico di vendicarsi dello zio?

Il testo viene affrontato da un punto di vista unico, ovvero lo sguardo del protagonista, che come una lente distorce la realtà e mette a fuoco i personaggi. Attraverso un lavoro di improvvisazione, Effetto Larsen cerca di dare forma ai fantasmi di Amleto, che si muove in uno spazio vuoto (il suo immaginario) dove un telo bianco viene utilizzato per proiettare ombre e incubi del protagonista. Amleto è così costretto a vedere la lista delle vittime della sua vendetta che scorre davanti ai suoi occhi, scandita dal tempo della sua esitazione.

Elemento fondamentale del lavoro è il suono, che ritorna nella ricerca della compagnia e accompagna lo svolgimento della scena come una partitura che sostiene l’immaginario di chi osserva, trasportando pubblico e attori in un’atmosfera cupa, fatta di voci e suoni che danzano nello spazio – tempo. Il tutto in sintonia con la scelta dell’illuminotecnica, che grazie a giochi e ombre crea effetti stranianti e stimola la curiosità.

“Nel nostro lavoro andiamo a indagare l’azione dietro le parole, lasciando che anche i silenzi illuminino i rapporti tra i personaggi attraverso i loro corpi. La mia riscrittura cerca di rispettare il testo originale nell’intreccio, ma sviluppa i rapporti tra i personaggi attraverso spostamenti di scene e slittamenti di battute, lavorando sui margini di interpretazione e supposizione che Shakespeare e la tradizione ci lasciano”, ci racconta Matteo Lanfranchi, regista e ideatore del progetto.

Fino al momento finale, dove il silenzio di Amleto, è quasi un grido nella notte in cui il principe disperato si domanda quanti nella storia si siano sacrificati all’altare della purezza, soccombendo all’idea che l’ingiustizia sia insopportabile, e quanti, come lui, siano stati costretti a morire dopo essersi vendicati, avendo sparso sangue e morte. Cosa è peggio, per Amleto? Forse restare in vita ereditando tutto quello che il potere porta con sè, i delitti, i giochi, gli intrighi e i compromessi, crudeli e necessari quando ci si trova in posizioni di predominio?

La risposta la sta cercando Effetto Larsen. Per capire quanto ancora si possa dire su uno dei testi teatrali più difficili che siano mai stati scritti. Quel testo con cui tutti, prima o poi, sono costretti a scontrarsi.

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LO SGUARDO DI AMLETO

liberamente tratto da Amleto, W. Skakespeare

un progetto di Matteo Lanfranchi, prodotto da Effetto Larsen

con  Francesca Botti, Fabrizio Lombardo, Filippo Farina, Lorenzo Piccolo

Dal 6 al 16 maggio, Teatro della contraddizione, via della Braida 6, Milano.

Prenotazioni 02-5462155

Informazioni matteo@effettolarsen.it