Ho un dono. In un lontano futuro gli appassionati di fumetti lo collegheranno ad abilità speciali chiamate superpoteri. Sì lo so, non è facile interpretare il mio pensiero vero? Mi spiego: i fumetti saranno una raccolta di disegni riportati su materiale simile al papiro egiziano. Ed alcuni avranno per protagonisti personaggi con poteri speciali. Ad ogni modo, purtroppo, non essere capita è l’altra faccia della medaglia che contraddistingue la mia dote. Un dono, ma anche una maledizione. Una condanna che accomuna chiunque abbia adempiuto questo ruolo. L’ultima profezia Direttore responsabile: Claudio Palazzi

La mantica mi permette di vedere chiaramente il futuro ma nello stesso tempo non riesco a riferirlo in maniera chiara e trasparente. Il fiume di parole che fuoriescono quando vengo interpellata sono incomprensibili per chiunque. Rari sono stati i casi dove io o le mie colleghe siamo riuscite a farci comprendere.

Vorrei fare riferimento giusto a un paio di episodi per rendere l’idea: più di 600 anni fa, venne ad incontrarci un tale Cherefonte. Ricevuto, con tutti i convenevoli propri della nostra cultura, chiese un responso sulle abilità del suo maestro. Gli fu riferito che poteva star tranquillo. Era in ottime mani. Il suo era il precettore più dotto e nessuno lo eguagliava. Ebbene, in questo caso, lo stesso maestro mise in dubbio le nostre parole. Probabilmente perché le frasi proferite erano criptiche, incomplete e vennero male interpretate.

La mia collega guardando nel futuro aveva previsto che il vecchio saggio sarebbe stato d’ispirazione per tutti i filosofi a venire. Avrebbe voluto comunicare questo concetto. E invece riuscì a dire solo che: “Più sapiente di lui non c’è nessuno.”. Il discepolo riferì il concetto e l’anziano docente ne fece una questione personale, manco avesse appena subito un’ingiuria. Prima cominciò a mettere in dubbio la sua saggezza concependo l’‘elenchos’ e cercando quindi di confutare il responso dell’oracolo. Ma sinceramente io questa reazione la vedo più come un pavoneggiarsi tra i sapienti dell’epoca. Poi non contento e convinto anzi di avere trovato la soluzione dichiarò: “sò di non sapere”. In un lontano futuro un personaggio del genere verrà etichettato come “radical chic”.

Ma questo è niente. Non potete immaginare cosa accadde quando venne predetto un caso d’incesto. Per ben tre volte un’altra mia collega provò a spiegare al re di Tebe quello che sarebbe successo se avesse messo al mondo un figlio. Il parto avrebbe provocato un disastro ai genitori, al figlio stesso, ai loro nipoti e all’intera città.

Per l’oracolo il quadro della situazione era ben chiaro come si trattasse di un’opera di Eschilo messa in scena da Sofocle.  Il giovane uccideva il padre, giaceva con la madre e anni dopo scoperto l’incesto e, cavatosi gli occhi, avrebbe maledetto, con una certa efficacia, i suoi figli. E questo portò ad ulteriori disgrazie. La bocca della Pizia non proferì altro che: “se avrete un figlio sappiate che arriverà a uccidere suo padre e a sposare sua madre.”. Non era riuscita a dire altro. Neanche che se avessero abbandonato il neonato questo sarebbe stato adottato da un pastore e che quindi la profezia si sarebbe avverata lo stesso. Ovviamente avendo tralasciato innumerevoli particolari venne male interpretata e comunque non diedero credito a quanto pronunciato.

Questa è la nostra condanna. Ora davanti a me ci sei tu: oh grande imperatore. Sapevo che avresti decretato la nostra fine. Più di 700 anni di culto pagano celebrato in queste mura finiranno oggi. La tua nuova religione conquisterà con la violenza innumerevoli altri luoghi di culto e tutti i popoli che oseranno contrastarla. Sarà una pratica che verrà adottata per secoli. Ma non solo. Aumenteranno i fraintendimenti dovuti dall’ambiguità dei vaticini proferiti dai nuovi messaggeri.

Il nuovo Dio porterà con sé libri sacri, sacerdoti, profeti. La storia avrà sempre i suoi oracoli. E tutti i messaggi contenenti racconti del passato o premonizioni verranno interpretati in modo errato ma funzionale a chi perseguirà il maggiore intento insito nell’animo umano: la conquista del potere. Il Dio della misericordia diverrà l’alibi di guerre, conquiste, massacri, scissioni intestine che porteranno ulteriore violenza. E gli artefici degli eccidi utilizzeranno sempre l’ambiguità del detto e non detto. Un filosofo dirà in un lontano futuro che “la religione è l’oppio dei popoli”. La religione spiegherà l’inspiegabile e giustificherà l’ingiustificabile. Imperatore tu decreterai la fine di questo luogo sacro ad Apollo. Ma non cancellerai la mentalità dell’uomo.

Ho cercato di avvertire le altre sacerdotesse dell’attuale pericolo perché almeno loro si salvassero. Ho cercato di avvertire anche te Sire. Ma come al solito da tutto il pensiero che ho appena formulato è fuoriuscito solo un criptico messaggio: “un nuovo unico Dio vendicativo spazzerà via le antiche divinità.”. Ma effettivamente è questa la verità. Ho semplicemente condensato in una frase l’alibi più utilizzato dall’uomo per distruggere sé stesso e il prossimo. Anche l’ultima mia predizione lascia l’in terlocutore incerto, infatti rivolgendomi a te Teodosio dico: “Addio Sire ci rivedremo tra 5 anni. Magari in quello che tu e la nuova religione chiamate inferno.”.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

L’ultima profezia

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