Con una narrazione coinvolgente, l’autore Roberto Emanuele Scollo, trasporta il lettore a scoprire il suo nuovo romanzo Quando una foglia ingiallendo non cade edito da Monna Lisa.

Ci parli della sua nuova pubblicazione: Nell’opera, in relazione al protagonista, si racconta un modo di calpestare la terra diverso da quello praticato in età di lavoro, relegato ad un margine lontanissimo e mai rinnegato: un dolce dormicchiare, caratterizzato dal fare le piccolissime cose di un qualsiasi giorno in un luogo poco addomesticato. La distanza, quasi artistica, da persone, cose, strumenti o dispositivi tenderà a ridursi con l’incontro di una donna fantino, che lo porterà a volere calpestare un nuovo sentiero con le vesti di volontario.

Ricorda il primo libro che ha letto? Il primo libro letto mi sfugge del tutto; tra i primi, invece, spicca certamente “Storie dell’anno mille” di Tonino Guerra e Luigi Malerba.

Ci racconti come è nato questo romanzo? Il fattore scatenante in ordine all’idea che sorregge l’opera può ricondursi alla frequentazione di bar di paese oppure di città, dove non pochi vecchietti ormai in pensione incasellano, stancamente, quasi tutte le ore del giorno. Pure il parlare con un autentico uomo di campagna ha concorso a tratteggiare il contesto in cui inserire il protagonista. Altopascio, poi, mi ha accolto da “forestiero” ma in modo affettuoso e, pertanto, ambientandovi l’opera ho voluto esprimere una sorta di riconoscenza.

Quando ha capito che la scrittura avrebbe fatto parte della sua vita? Se per scrittura s’intende redigere un’opera creativa, soltanto qualche anno addietro.

Prossimi progetti? Continuare a scrivere nel senso anzidetto, come del resto sto facendo.

 

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