Sangue agli Dei è l’ultimo romanzo della scrittrice Stefania P. Nosnan. Un giallo dalle tinte da thriller che ci porta nella Riserva Navajo dove vengono commessi una serie di omicidi. Il ritmo della storia è coinvolgente che porta il lettore a continuare la lettura.

Ma incontriamo l’autrice.

Benvenuta tra le nostre pagine. È appena uscito il suo nuovo romanzo edito Bertoni Editore, ce ne parli: Grazie per l’ospitalità. Sangue agli Dei è un romanzo giallo che si avvicina molto al genere thriller ed è ambientato nella Riserva Navajo o Navaho. Mi è piaciuto molto scriverlo, ma ancora di più la ricerca. Ho sempre amato molto questa popolazione e le loro tradizioni, così ho voluto ambientare questo giallo proprio tra questi infiniti paesaggi.

Nei suoi romanzi la protagonista femminile è sempre in primo piano, anche in Sangue agli Dei? Certamente, non abbandono questo filone. Mi piace la donna protagonista e che non ha bisogno sempre dell’uomo. Creo una figura femminile che sa cavarsela, ma senza toglierle le sue fragilità e i suoi sogni.

Qual è il suo rapporto con la scrittura? Amore e odio… ma decisamente più amore. Devo dire che la scrittura è catartica e questo mi aiuta a evadere dal quotidiano.

C’è una scrittrice o uno scrittore che considera il suo mentore? Nel romanzo storico sicuramento Hannah Arendt e Ken Follett mentre nel giallo Agatha Christie e James Patterson.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato durante il percorso di scrittura? Decidere chi doveva essere il killer e cercare di non farlo capire al lettore, spero di esserci riuscita.

Se dovesse rifugiarsi in un’isola deserta, cosa porterebbe con sé? La banalità del male di Hannah Arendt

I suoi prossimi progetti? Al momento non scrivo, ma è già pronto il prossimo romanzo ed è un omaggio alla mia terra.

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