Tra le nostre pagine scopriamo e recensiamo Ti prometto il giro del mondo il nuovo romanzo di Fabio Bo edito da Bertoni Editore.

Ti prometto il giro del mondo più che una promessa sembra proprio la speranza di vivere assieme per sempre, nel bene e nel male, un urlo d’amore in un momento in cui si ha il terrore di perdere la persona che si ama.

Al centro di questa storia ci sono i due protagonisti Fabrizio e Thomas e tre luoghi diversi tra di loro: la soffocante Friburgo, triste, uggiosa, che sembra essere la location adatta per quello che avviene ai due protagonisti. Il male da sconfiggere, un male assurdo che ti penetra dentro, assale ogni centimetro del tuo corpo, invade anche lo spirito. E mentre uno cade sempre più giù l’altro cerca di afferrarlo, di stargli accanto, di sorreggerlo mormorando “io ci sono, non avere paura, resterò con te”.

Il secondo blocco della storia muta completamente, sia come anno, sia come stagione ma anche come ambientazione: siamo a Parigi, è una calda primavera, quella del 1998, l’anno dei Mondiali di Calcio in Francia, e come non dimenticare quell’anno. L’anno in cui tutto stava cambiando ma ancora non ce ne rendevamo conto: gli anni ’90 stavano terminando, si aveva paura del nuovo millennio ma si cercava di fare sempre festa per la paura dell’ignoto. Anche la musica stava cambiando, e il mondo, invece di chiudersi si apriva, si apriva al nuovo, alle nuove sonorità a un modo libero di esprimersi.

E infine Bo Fabio ci porta in Sardegna, un’isola italiana e magica, isola dove puoi nasconderti ma ritrovare volti di altre vite, le vite da cui si scappa. Dove tutto si fa lento, come quei pomeriggi assolati dove non vuoi far altro che oziare con una bibita fresca, il rumore del mare in lontananza e magari i rami di un albero che ti rinfrescano la pelle. E forse solo lì, solo così si può trovare la serenità, l’equilibrio.

Tra Fabrizio e Thomas un male a dividerli, e quel male è L’HIV. Un nome che ci faceva tanta paura negli anni ’90, la paura che si manifestava, che diventava diffidenza e che allontanava. In quegli anni si parlò molto di questo male, forse mai abbastanza, perché del dolore si cerca di fuggire sempre. Ma Thomas, così sensibile, così fragile, così debole, va a fondo e, solo lì, risalirà lottando e tenendo stretta la mano di Fabrizio.

L’autore ha definito il suo lavoro “un giallo dei sentimenti” parole che ci fanno riflettere sulla parola “amore”, sulla difficoltà di amare e comprendere l’altro e quanto è bello alla fine risolvere tutti gli enigmi e scoprire l’altro.

lettura di Samanta Giambarresi – credits Optima Agency

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