Già definita come “Città Eterna”, nella celebre frase del poeta latino Albio Tibullo, Roma, bella e intramontabile, è ancora oggi ricca di contraddizioni.
Prima fra tutte è decisamente la lotta tra patrizi e plebei, contrasto che perdurò nei secoli, e che si manifestò in varie forme nel corso della storia di Roma. Questa contesa ha definito le dinamiche sociali, politiche ed economiche della città, plasmando il suo destino in modi profondi e duraturi, tant’è che non possiamo negare che queste differenze — sebbene non esista più una nobiltà riconosciuta — continuano a farsi notare attraverso la divisione dei quartieri (cui Roma tra l’altro abbonda) di quelli esclusivi e ricchi, da quelli più degradati e non curati. L’ormai nota ”rivalità” tra Roma Nord, tendenzialmente cara mondana, e Roma Sud, riconosciuta come più popolare e storica.

La Storia
La storia di Roma, affascinante e complessa com’è è anche fin troppo lunga per essere trattata in questo breve articolo. In estrema sintesi, secondo il mito dei leggendari Romolo e Remo, la città di Roma fu fondata nel 753 a.C. sulle rive del fiume Tevere. Attraverso un’epopea di conflitti bellici, trattati di alleanza e conquiste, Roma riuscì nell’impresa di creare un vasto impero che si estendeva dai confini dell’Europa alle sponde dell’Africa settentrionale. Comprendeva altresì alcuni territori britannici ed intensificò la sua presenza anche nei pressi di Bisanzio — l’attuale Istanbul in Turchia — rinominata Costantinopoli nel 330 d.C dall’imperatore romano Costantino I. 

L’epoca della Repubblica Romana, fu caratterizzata invece dall’intensa partecipazione politica attiva dei cittadini, non a caso è il periodo in cui si parla di principi democratici, influenzati dalla stessa Grecia.
Come detto poc’anzi non mancarono i contrasti tra i patrizi, custodi delle istituzioni e del patrimonio aristocratico, e i plebei, la cui voce reclamava equità e giustizia sociale nel quadro cittadino, specie per quanto riguardava la tassazione. Questo contrasto sociale ha definito l’intera storia repubblicana.

Molto importante fu il processo a Gaio Verre di Cicerone, il quale mostra una sempre più desiderata giustizia sociale contro i potenti e gli intoccabili, come Gaio Verre, Governatore romano della Sicilia accusato di gravi crimini di corruzione durante il suo mandato come “praetor” dell’isola. 
Il caso giudiziario venne trattato abilmente da Marco Tullio Cicerone, politico ed oratore nonché altra figura storica di Roma, il quale agì come accusatore. 
Egli riuscì infine a dimostrare la colpevolezza del governatore che andò in esilio pur di sfuggire alla condanna.

Infine vi fu l’irruzione di Giulio Cesare sul palcoscenico politico romano che portò una ventata di tumulto e cambiamento, culminando nell’affermazione dell’Impero Romano sotto il regno di Augusto nel 27 a.C. 
Questa epoca venne denominata come ”epoca d’oro”, periodo in cui l’impero raggiunse il suo massimo splendore.

l’Impero Romano, troppo esteso e sempre più mal amministrato cedette alle pressioni esterne, le invasioni barbariche, come ben noto. Tuttavia è opportuno citare che anche le crisi interne, come la corruzione dei politici o le frequenti crisi economiche contribuirono a minare l’equilibrio dell’impero più potente al mondo, che infine collassò nel 476 d.C. quando l’ultimo imperatore romano d’Occidente fu deposto. Ma nonostante il declino, Roma mantenne la sua centralità come fulcro di potere e cultura durante il Medioevo e il Rinascimento, anche se non senza subire periodi di decadimento e saccheggi.
 Nel 1870, Roma fu finalmente consacrata come capitale del Regno d’Italia, unificando un paese diviso sotto un’unica bandiera dopo secoli di frammentazione politica.
Nel corso del XX secolo, Roma ha vissuto un’esplosione di crescita urbana e modernizzazione, trasformandosi in un centro globale per l’arte, la cultura e il turismo, nonché come una delle città più belle al mondo.

Roma oggi
Riguardo il patrimonio culturale, artistico ed architettonico Roma non ha rivali. 
La sua caratteristica principale è la presenza di innumerevoli monumenti di una bellezza unica e rara, sono attrazioni molto gradite ai cittadini romani ma soprattutto ai turisti di tutto il mondo.
Tesoro artistico emblematico è Il Colosseo, maestoso anfiteatro costruito nel 
I secolo d.C. all’epoca di Vespasiano e ultimato poi dall’imperatore Tito, che ospitava spettacoli di gladiatori e altri eventi pubblici, ora principale meta scelta dai turisti che vengono a visitare per la prima volta la capitale.
 E poi chiese, piazze, fontane, musei e…arte! Un vero e proprio paradiso per gli appassionati ma anche per i ”non addetti ai lavori”. 
Doveroso è qui citare la Fontana di Trevi, Piazza Di Spagna, Piazza del Popolo, Piazza Venezia, l’Altare della Patria e ancora il Pantheon, la Basilica di San Pietro. La lista potrebbe proseguire quasi all’infinito.

Dando un’occhiata ai quartieri, e quindi alla società romana, emergono una serie di problematiche, quest’ultime rappresentano la contraddizione di una città così bella e storica che si scontra con dei problemi di una portata importante. 
A partire dalla gestione dei rifiuti, i quartieri ad oggi non rispecchiano quel grado di civiltà che è ben visibile al centro della capitale, ma spesso questi disagi finiscono per creare i presupposti per altri fenomeni più complessi, poiché dando spazio al degrado consentono alla malavita di infiltrarsi là dove le le istituzioni non riescono ad arrivare. 
Ad oggi il territorio romano ahimè ospita diversi clan malavitosi, alcuni divenuti anche famosi dopo la serie Suburra (Andrea Molaioli e Piero Messina) la quale ha tratto spunto da episodi giudiziari realmente accaduti, basti pensare al maestoso funerale del boss Vittorio Casamonica che ha suscitato sdegno tra la popolazione locale. Questi clan che nascono da famiglie di sinti, come l’appena citato ”clan Casamonica” o ”il clan Spada”, sono storicamente parte del più ampio gruppo Rom, comunemente noto come Rom o Zingari, ma con alcune differenze culturali e linguistiche, quest’ultimi sono conosciuti per la loro cultura nomade e la tradizione di viaggiare da una località all’altra, sebbene molti si siano stabiliti in comunità fisse; ebbene alcune di queste famiglie sembrerebbero aver dato vita ad importanti nuclei criminali che poi si sono insediati nei malaffari della capitale grazie soprattutto al famigerato clan della Banda della Magliana, molto attivo dagli anni ’70 agli anni ’90.

La criminalità romana non si identifica solamente con questi clan o famiglie, anzi molto spesso nei quartieri romani si configurano delle vere e proprie piazze di spaccio a cielo aperto ed in determinati territori, ove spesso gli affari sono gestiti dai cosiddetti ”cani sciolti”, persone o famiglie non propriamente collegate a mafie già esistenti, caratteristica che rende il fenomeno ancora più duro da contrastare.
Rimanendo in tema, non si può negare che oggi giorno dove ci sono affari ci sono ampie probabilità che la criminalità organizzata tenti di entrarci, doveroso sembra qui citare le vicende giudiziarie come Mani Pulite, ove è stata contestata, talvolta confermata e talvolta confutata, la presenza di un legame tra criminalità organizzata ed esponenti della politica.

Roma: dagli occhi di Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini, il celebre regista, scrittore e intellettuale italiano, ha descritto Roma in modi diversi nelle sue opere, offrendo spesso una visione critica e complessa della città che lo ha affascinato e ispirato. In molti dei suoi romanzi e film — cui personalmente consiglio 
Ragazzi di Vita (1979), Petrolio (2005) e Io so (2019) — egli mostra una Roma contraddittoria, densa di tensioni sociali ed economiche. La città è divisa tra ricchezza e povertà, tra il fasto dei monumenti storici e il degrado delle periferie. Pasolini evidenzia le disuguaglianze sociali e il disagio dei ceti più svantaggiati, mettendo in luce la precarietà delle condizioni di vita nelle borgate e nei quartieri popolari della città. La sua Roma è viva e vibrante, ma anche crudele e alienante per coloro che vivono ai margini della società.
Pasolini è un uomo che, come il celebre Dante Alighieri, compie una critica sincera e dispiaciuta della propria casa, della propria città, Firenze nel caso del poeta nella maestosa Divina Commedia; una critica che però nasce dall’insidioso desiderio di riformare ciò che appare ingiusto e vile, e di correggere questi difetti per amore della città e della gente, che in fondo rappresenta il cuore di questa.

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