Il 28 aprile viene celebrata la giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro. E’ una giornata di riflessione attorno alle problematiche legate alla sicurezza e alla salute sul lavoro, perché ad oggi nel nostro territorio, e altrettanto nel mondo, assistiamo ancora a troppi incidenti sul posto o a molteplici irregolarità in materia di dotazione delle misure necessarie per prevenire incidenti ed infortuni dei lavoratori. 
Sebbene la materia abbia avuto una evoluzione eccezionale nel corso degli anni attraverso la normativa, è anche vero che molteplici sono ancora gli imprenditori che aggirano le regole per ottenere dei vantaggi competitivi sul mercato, battendo la concorrenza che si attiene alla normativa in tema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

A partire dalla rivoluzione industriale i grandi proprietari industriali approfittarono 
dell’assenza di norme ben consolidate per sfruttare la forza lavoro degli operai.
Per farlo potevano disporre anzitutto di capitali, poiché erano poche le persone che in Inghilterra potevano accedere a determinate ricchezze, e questi imprenditori avevano avuto accesso all’istruzione che formò professionalmente la nuova classe dirigente.

I grandi proprietari potevano contare pertanto su una forza lavoro pressoché illimitata poiché non era richiesta particolare perizia per eseguire determinate funzioni in fabbrica 
e pertanto, in mancanza di una specifica specializzazione per eseguire la prestazione lavorativa gli operai potevano essere continuamente sostituiti dall’imprenditore, specie nei casi in cui questi reclamavano maggiori diritti, come ad esempio una riduzione dell’orario di lavoro, che a quel tempo si aggirava dalle 12 alle 14 ore giornaliere e soprattutto all’interno di un luogo ove non vi erano le misure di sicurezza idonee a proteggere i lavoratori o tutta una serie di benefici, come un salario adeguato, che potesse almeno conciliare il sacrificio fatto in fabbrica per vivere poi dignitosamente.

Pertanto la mancanza di norme ha semplicemente mostrato la veridicità dell’affermazione in ambito economico, nella teoria dei giochi, per cui un individuo se lasciato libero di agire in un mercato si comporterà in modo tale da massimizzare esclusivamente la propria utilità a scapito degli altri soggetti; la mancanza di dotazione di una serie di misure volte a prevenire gli infortuni e a perseverare la salute degli operai ha dapprima sottratto la felicità degli operai e poi ha causato l’alienazione di questi, come conseguenza naturale della privazione del sonno o del carattere ripetitivo della prestazione lavorativa svolta.

Studi hanno dimostrato poi che un lavoratore felice è altresì un lavoratore più produttivo.
Il tema è pertanto di fondamentale importanza, specie in una società ove il lavoro è espressione non tanto della capacità di un individuo ma soprattutto della sua personalità, nonché un diritto poi riconosciuto in tutte le costituzioni democratiche; il lavoratore mette tutta la sua persona nello svolgimento dell’attività lavorativa e pertanto necessita di una tutela forte destinata a valorizzare anzitutto la sua dignità, ma che possa altresì perseverarlo dal rischio di perdere la propria salute mentale o anche la propria vita.

Con l’evoluzione della materia l’intera società si trasforma, si hanno cambiamenti politici, geopolitici e culturali, con l’evoluzione dei partiti politici di massa e l’organizzazione delle prime associazioni sindacali, a partire dalle Trade Unions in Inghilterra, il concetto e la visione del lavoratore nella società subisce una radicale trasformazione, finalmente viene posto l’accento più sul lavoratore che sul lavoro, e di conseguenza la società intera, a partire dalle classi più deboli, acquisisce una nuova consapevolezza, la quale sarà il motore capace di innescare una serie di reazioni a catena che stravolgeranno una volta per tutte i rapporti tra “proletari e proletariato”, come definiti da Marx e Engels.

Nonostante questi progressi il costo umano delle catastrofi sul luogo di lavoro è rimasto significativo. Incidenti come l’incendio della Triangle Shirtwaist Factory nel 1911 a New York e la tragedia di Bhopal nel 1984 in India hanno evidenziato le gravi lacune nella sicurezza sul lavoro e hanno pertanto richiesto l’attenzione mediatica e pubblica sul tema.
Sono stati istituiti organi governativi per supervisionare la sicurezza sul lavoro e promuovere la prevenzione degli incidenti e anche le sanzioni sono diventate più severe.
Purtroppo però ad oggi non mancano episodi agghiaccianti di persone che hanno perso la propria vita mentre lavoravano e proprio dove ci si aspetterebbe che le misure di sicurezza nonché la severità delle norme diano una maggiore sicurezza ai lavoratori, e invece una ragazza di appena 22 anni, Luana D’Orazio perde la vita a Montemurlo (Prato) nel maggio del 2021. Le indagini mostreranno in seguito una manomissione del macchinario che ha causato la morte della ragazza, poiché tale modifica avrebbe permesso una maggiore produzione rispetto a quella ottenuta con un utilizzo controllato. E come lei ce ne sono stati molti altri, basti pensare che nel 2023 hanno perso la propria vita sul posto di lavoro oltre 1000 persone, secondo l’analisi statistica elaborata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, specie nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni.

In ricorrenza della giornata mondiale della sicurezza della salute sul lavoro occorre pertanto fermarci a riflettere e a collaborare per porre fine a questo eccidio, essendo anche uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, tanto che l’obiettivo n.8 è intitolato “lavoro dignitoso e crescita economica”, definizione che evidenzia che la crescita economica in un sistema economico capitalistico, specie in quello occidentale, non debba essere necessariamente collegato ad uno sfruttamento del capitale umano, ma che anche il lavoro deve connotarsi di un carattere sostenibile, che possa durare nel tempo e che sia in grado di creare una nuova consapevolezza positiva su cosa deve essere il lavoro per noi oggi, e soprattutto nel futuro.

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