Uno scoglio un po’ più grande del normale, frutto dell’antica attività di un vulcano, una terra piena di fascino e poesia, dove la bellezza della natura si somma alla ricchezza storica di un luogo da tempo immemore definito perla del Tirreno: questa è l’isola di Ventotene, a metà strada tra le più conosciute Ponza e Ischia. 

L’isola nasce circa un milione di anni fa in seguito a violente esplosioni vulcaniche, e si è connotata come luogo magnetico e misterioso in seguito alle attribuzioni letterarie che qui collocano l’episodio dell’Odissea in cui Ulisse, legato ad un palo della sua nave, riesce ad ascoltare il canto ammaliatore delle Sirene e a non essere da queste attratto.

In età romana invece, l’isola si rivela luogo ideale per l’esilio di quegli esponenti della “classe dirigente” all’epoca scomodi per l’immagine morale della famiglia imperiale; la prima ad essere confinata qui fu infatti Giulia, unica figlia di Augusto, per la condotta libertina dei suoi sollazzi, evidentemente disdicevoli ad una figlia di papà della Roma bene. Oggi esistono ancora le vestigia della Villa Giulia, che possedeva piscine, acquario e teatro, costruiti appositamente per renderle gradevole il soggiorno in un posto lontano dall’Urbe. Ma Giulia non fu l’unica, anche Agrippina fu esiliata qui, e poi Ottavia, legittima moglie di Nerone, in seguito alle insistenze della rivale Poppea.

La vocazione di questa terra a luogo di confino viene consolidata in età moderna, quando i Borboni fecero costruire a Santo Stefano, isolotto circolare poco distante da Ventotene, un carcere di massima sicurezza, che poi fu quello in cui furono mandati gli intellettuali e politici antifascisti. Tra essi ricordiamo, per la loro lungimiranza, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che redassero il documento germinale del processo di integrazione europea, c.d. Manifesto di Ventotene (1941)”Per un’Europa libera e unita”, da cui prese avvio il Movimento Federalista Europeo.

Arrivati a Ventotene si viene conquistati dai colori pastello delle costruzioni arroccate sulla parte alta dell’isola, il rosa della Chiesa o il giallo del Municipio, o dalle gradazioni di blu del mare e del cielo, dalle carezze della brezza, dagli odori della natura e della cucina locale. Un’atmosfera magica, che vincerebbe le resistenze anche del più “urbanizzato” dei visitatori.

 Oggi Ventotene è un comune di circa 700 abitanti, il più piccolo tra le isole abitate, e vive la stagione estiva come momento particolarmente vivace per i flussi turistici che animano la vita isolana senza contaminarla. La stagione si chiude ufficialmente con la festa della santa patrona, Santa Candida, il 20 settembre, i cui festeggiamenti inziano una settimana prima. Partecipare a questa festa rappresenta un’esperienza memorabile, giacchè è facile lasciarsi trascinare dallo spirito degli abitanti dell’isola, i quali si esibiscono nelle gare più estrose, dalla gara dei tuffi o del tiro alla fune al porto romano, agli spettacoli in piazza, fino allo spettacolare lancio delle mongolfiere di carta in cielo, in cui si confrontano le diverse maestranze sulle dimensioni, le decorazioni e la tecnica di lancio dei palloni. L’aspetto religioso invece è rappresentato dalla processione, nella quale la statua della Santa arriva in barca, e con la barca viene portata a spalla per le impervie vie del borgo, accompagnata dalla banda e dai fedeli fino al mattino. Lo spettacolo più affascinante è senza dubbio al porto nuovo, l’ultimo giorno, con lo scoppio a notte inoltrata dei fuochi pirotecnici, che riflettendosi sullo specchio del mare inondano il promontorio di luci sfavillanti.

Le immagini nella Photo Gallery: “Ventotene, l’isola delle Sirene”

Irenella Sardone

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