Esordisce con un romanzo ispirato all’atmosfera onirica e fiabesca di Vernazza l’autore e cantante ligure Federico Carro. Il segreto del verziere, edito da Arduino Sacco, introduce infatti il lettore nel meraviglioso regno di prosperosa bellezza in cui vive un re di nome Lenoire, regno che richiama alla mente la natura e i borghi delle Cinque Terre.

Egli vive in un’epoca soleggiata, trasmettendo sicurezza e sorrisi al suo popolo, fino all’arrivo di un misterioso individuo che ne sconvolge l’esistenza, facendogli dono di un immenso potere, sconosciuto agli uomini comuni. Lenoire, temendo il peso morale e materiale di questa responsabilità, lo abbandona nel bosco, ignaro delle nefaste conseguenze del suo gesto. Non mostra più carattere il figlio Lejack, che rifiuta di comportarsi in modo degno di un vero re. E anche per lui sembra fatale l’incontro con un uomo misterioso, in seguito al quale il giovane svanirà nel nulla. Quale sinistra presenza aleggia sulla famiglia reale? Quale oscuro male serpeggia nel regno?

La storia prende vita da due personaggi, Corcelsio e Virtuoso, che pian piano svelano un variegato mondo di contadini e pescatori, di leggende e storie di vita vissuta, di vicende di sangue, odio e vendetta celate dietro le atmosfere bucoliche del regno. Che la risposta si trovi in quel verziere in cui sorgeva un maestoso castello dominato dalla monarchia?

Il segreto del verziere è un romanzo originale che unifica colori di terra marina a racconti dal sapore fiabesco ove l’aspetto di vita è l’elemento chiave in intrigati passaggi di morte e desiderio di giustizia» commenta nella prefazione la critica letteraria Silvia Paternostro, sociologa e ricercatrice applicata.

Lo stile, volutamente arcaico e solenne, ben si adatta allo sviluppo narrativo e agli ambienti, nessuno dei quali è svelato apertamente. Tutto è lasciato all’immaginazione del lettore, amplificando in questo modo il ruolo della natura, la cui tacita presenza assurge a protagonista incontrastata.

In definitiva, aggiunge Paternostro, il libro «va letto senza trovare delle risposte… va gustato nella sua forma sui generis un po’ fuori dai canoni e dal tempo… sospesa in un oblio intramontabile… è un’autentica scoperta!»

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