Era la notte tra il 23 al 24 agosto del 1572 a Parigi in occasione del matrimonio di Enrico di Navarra futuro re  Enrico IV, con  la figlia di Caterina dei Medici, madre del re di Francia:  verso le 3 di notte, chiuse le porte della città, un manipolo di cattolici assali e ammazzò  nel sonno una quantità di protestanti  venuti per essere presenti alle nozze del loro capo Enrico. L’odio esistente tra cattolici e protestanti spregiativamente detti ugonotti, alimentato  anche dal re di Spagna, difensore fanatico  della fede cattolica, insanguinava la Francia già da parecchi anni. L’attentato non si limitò all’obiettivo iniziale perché nei giorni seguenti  si estese a tutti gli ugonotti, compresi donne e bambini, presenti in città e anche nei villaggi vicini. Non si conoscono le cifre ma fu un massacro di parecchie migliaia: una macchia di vile tradimento che ancora oggi pesa sulla storia della Francia e dell’Europa,  episodio imperdonabile di fondamentalismo.

La Francia, come gran parte dei paesi europei, era vittima già da secoli di feroce intolleranza e integralismo da parte del cattolicesimo aizzato e promosso dal papa che si considerava ancora monarca e  solo custode della religione: il re di Spagna, quello d’Austria, quello di Polonia,  il Duca di Baviera e altri appoggiavano l’aggressività papale. In verità era stata inventata una categoria umana nuova, ‘gli eretici’ cioè coloro che osavano dissentire, essere critici, pensare col proprio cervello: da mettere a morte, senza discussione. Perciò lotta continua, per secoli, specie in Spagna e in Francia: non si trattava solo di religione ma anche di economia: il papato e l’aristocrazia che lo appoggiava  possedevano in Francia e in Spagna  il 70-85% del territorio, senza contare gli altri privilegi.

Tutto era cominciato già nel corso del 1200 all’incirca quando papa Innocenzo III organizzò addirittura una crociata avverso i Catari o Albigesi, una comunità del Sud della Francia che da anni professava una confessione fedele agli insegnamenti di Gesù, ecco perché  ‘Càtari’ che significa ‘puri’, cristiani dunque e non cattolici: fu un vero genocidio, l’azzeramento di una numerosa vecchia società. E subito dopo in Spagna iniziò l’accanimento altrettanto feroce e sanguinario  contro  gli Arabi  e contro gli Ebrei,  presenti e integrati da secoli nella società spagnola: nel corso di pochi anni centinaia di migliaia di questa umanità fu  obbligata ad abbandonare il paese e tornare nei luoghi di origine oppure in paesi ospitali dell’Europa, quali in prevalenza la Svizzera e l’Olanda e alcune città della Germania  e i paesi dell’Est Europa non inquinati da fanatismo religioso. E sempre allo stesso tempo il papato istituì  prima di tutti  in Spagna, l’orribile e feroce  tribunale dell’inquisizione: migliaia i messi a morte col rogo o altri ammazzamenti per le motivazioni più assurde e grottesche: l’ eretico, il dissidente! da condannare a morte, comunque! A Roma, sede del papa, non solo l’inquisizione e il santo uffizio  ma fino all’incirca il 1870 in tutte le piazze principali era  presente, da sempre, la forca o patibolo, per le pubbliche esecuzioni, ancora, quasi quotidiane!

Nel 1500, secolo del quale stiamo parlando, si erano verificati due fatti di enorme significato  che avevano arrecato una insanabile frattura  alla supremazia cattolica in Europa: nel 1517 nacque in Germania il Luteranesimo cioè il protestantesimo e nel 1534 in Inghilterra il re proclamò che il capo della chiesa cattolica inglese era il re e non il papa e sorse l’anglicanesimo che gradualmente  divenne protestante.

Ugonotto, termine  offensivo, inventato per individuare i protestanti in prevalenza calvinisti, che in Francia, e non solo, si andavano diffondendo sempre più numerosi, a seguito degli insegnamenti di Lutero prima e poi di Calvino e di Zwingli e di altri missionari. I nemici autentici non erano tanto la popolazione quanto i seguaci di una famiglia aristocratica cattolica estremamente potente in Francia, i Guisa, che per ragioni loro vedevano nei protestanti il loro avversario politico, non solo religioso, per cui  odio spietato. I re che si avvicendavano cercavano, in linea generale, di richiamare ad una certa tolleranza. A rinfocolare  l’odio e ad alimentare il fuoco erano il papa e i suoi  tanti accoliti:  l’avversione papale era  manifesta: a proposito di   Elisabetta I regina d’Inghilterra, protestante, il papa Gregorio XIII scriveva:   “ammazzate la regina Elisabetta…. ne avrete merito”;  il predecessore, Pio V, l’aveva scomunicata  perché  “il suo regno divenuto esilio e ricetto di tutte le eresie”.  Alla vigilia del massacro di San Bartolomeo questo stesso papa Pio V scriveva a Caterina dé Medici:  ”.…i nemici della religione cattolica… siano tutti massacrati, Vostra Maestà può essere sicura che non le mancherà l’aiuto divino”.  E al re Carlo IX promotore  del massacro di San Bartolomeo,  papa Gregorio XIII scrisse subito dopo: ”…insistere in quanto cominciato, ma non guastare con importuna umanità”!! I più assassini e efferati dunque si confermano i papi. E Gesù Cristo?

Sempre papa Gregorio XIII, alla notizia dell’eccidio, organizzò a Roma luminarie e tridui e un tedeum di ringraziamento. Per sottolineare in modo ancora più concreto la sua e della chiesa soddisfazione per il massacro, fece coniare anche una medaglia con la scritta: “Hugonottorum strages 1572”  con un angelo armato di spada e croce e decine  di  cadaveri  per terra. Ma non è finita, così tanto l’odio papale: nella sala Regia del Vaticano, la sala dove si ricevono solo i sovrani,  diede incarico a Giorgio Vasari, il grande pittore fiorentino dell’epoca,  di affrescare le quattro pareti con  la battaglia  di Lepanto dell’anno precedente 1571,  la grande vittoria della flotta cattolica contro i Turchi e le altre tre pareti con affreschi che ricordassero  la notte di San Bartolomeo, con il re Carlo IX e la madre Caterina dé Medici.

Enrico dunque divenne re nel 1589 e subito  si impose e fece apprezzare per  esperienza   e  compimenti a favore della nazione. Pochi anni dopo emise l’editto che doveva assicurare al Paese un periodo di tranquillità e di pace, pur se a lui costò la vita in quanto un pazzo, cattolico integralista, nel 1610 ne interruppe la fulgida e fruttuosa esistenza con una pugnalata. Ma chi purtroppo doveva riprendere le lotte religiose fu il re suo nipote, che regnerà pochi anni dopo,  Luigi  XIV, il più fanatico e il più esaltato:  come si sa, la sua ambizione, le sue manie di grandezza condussero il paese  alla Rivoluzione. Insanguinò l’Europa con guerre e con iniziative di arroganza e prepotenza rendendo la Francia invisa; sia a livello militare e sia a livello diplomatico e sociale impose, per esempio, che tutti dovevano per primi salutare i francesi! Nel 1684 una flotta di 160 navi bombardò  per cinque giorni la città di Genova perché si era opposta ad un suo desiderio!  Seminò miseria nel paese e sangue e distruzione in tutta Europa per le sue mire imperialistiche. In questi anni, siccome la presenza protestante contravveniva al suo motto assolutista: “un re, una legge, una fede” riprese con  ferocia inaudita  la sua lotta contro gli Ugonotti: nel giro di pochi anni emise circa cento leggi contro di loro che ne  resero l’esistenza impossibile tanto che molti si convertirono al cattolicesimo e altri, si calcola  oltre duecentomila, emigrarono in Svizzera, in Olanda, in Prussia, nell’America del Nord, nel Sud Africa. Dopo aver abbattuto le loro chiese e le loro scuole, in Francia la presenza protestante fu cancellata!  Una sua iniziativa pari  a episodio esecrabile quasi paranoico fu che le famiglie ugonotte, se non si convertivano o emigravano, dovessero  ospitare nelle proprie  case e mantenere col massimo dei riguardi,  dei soldati reali speciali, i ‘dragoni’ ai quali era consentito tutto! Furono le famigerate ‘dragonnades’  che contribuirono in Europa a macchiare definitivamente la sua figura di folle sanguinario. I ‘dragoni’ erano i soldati speciali  della sua personale protezione,  pari ai pretoriani romani.

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