Il romanzo è un noir che si basa sull’indagine che svolge la protagonista per comprendere cosa si nasconda dietro la scomparsa improvvisa del suo più caro amico e mentore. La ricerca concreta, tuttavia, cela il vero significato del libro, poiché il percorso volto a scoprire la verità è anche una metafora del cammino interiore che lei sviluppa alla ricerca di sé
Benvenuta tra le nostre pagine. Faccia conoscere Antonella Fiaschi ai nostri lettori: Sono nata a Udine nella seconda metà degli anni ’60. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e esercito nella mia città di origine la professione di avvocato. Dagli anni della mia giovinezza faccio parte di compagnie teatrali amatoriali, come attrice e regista. Insieme ad altri fondatori, ho costituito quest’anno l’associazione Scrittori FVG della quale sono presidente, che è volta a creare rete fra gli scrittori e a organizzare rassegne, eventi, corsi e concorsi per chi scrive.
Ha appena pubblicato il romanzo La maschera del diavolo. Ci parli di questo giallo e se è tratto da una storia vera: Il romanzo è ambientato a Udine ai giorni nostri. La protagonista è Caterina Novelli un’avvocata di mezza età che si trova coinvolta in un’indagine per scoprire cosa celi la misteriosa scomparsa del suo collega di studio. La ricerca la porta lontano nel tempo, a scavare nel passato dell’amico, ma anche a un drammatico faccia a faccia con il proprio, poiché la vita di entrambi i personaggi è stata accomunata da un percorso simile che li ha portati, consapevolmente o meno, a deviare il corso della loro esistenza. Nel romanzo l’evoluzione della storia della protagonista è frutto di fantasia, mentre le vicende che formano il corollario sono tratte da storie realmente accadute, anche se rielaborate e romanzate.
Nei gialli solitamente i protagonisti risultano fuori dagli schemi. Come classificherebbe Caterina Novelli? Caterina Novelli è il prodotto delle luci e ombre che albergano nel suo animo e il frutto degli elementi contraddittori del suo carattere. E’ una donna molto pragmatica e razionale, non predisposta all’immaginazione e alla fantasia e questa sua concretezza è molto spesso un ostacolo alla possibilità di vedere oltre le cose, ad utilizzare l’intuizione per cogliere ciò che è nascosto. Questo suo lato caratteriale nasce da un dramma del passato, la tragica perdita dell’uomo della sua vita, che la induce ad essere sempre sulla difensiva e a non lasciarsi andare. Nella sua vita, la morte del suo compagno segna uno spartiacque evidente, un cambiamento fondamentale, il passaggio all’età adulta. Da giovane, Caterina era una ragazza solare, ribelle e poco incline al rispetto delle regole. La vita l’ha trasformata, ma conserva in sé ancora la voce della fanciulla che è stata, l’alter ego scanzonato e irruento, con il quale parla spesso e che proprio in questo secondo romanzo diventa un personaggio: un altro sé, necessario al raggiungimento di un equilibrio interiore. Direi, quindi, che è fuori dagli schemi
Quali sono i suoi scrittori di riferimento? I classici, innanzitutto, ma anche gli statunitensi John Steinbeck, Philip Roth, Ernest Hemingway. Leggo anche autori contemporanei, stranieri ed italiani, e sicuramente ciascuno lascia in me una traccia. Magari al momento nemmeno me ne accorgo, ma poi rispuntano nei miei scritti con la loro forza.
È autrice, avvocato e presidente dell’Associazione Scrittori FVG. In quale ruolo si trova più a suo agio? In tutti, perché è l’unione delle parti che forma l’intero. Sono avvocato da molti anni e ho sempre cercato di coltivare le mie passioni, anche se ci sono stati lunghi periodi in cui ho dovuto accantonarle perché il lavoro e la famiglia prendevano il sopravvento su tutto e avevano bisogno di me. La creatività è, però, una componente del mio spirito, per cui mi rende serena. L’organizzazione dell’associazione Scrittori FVG è l’ultima sfida, ma ciò che mi gratifica davvero è l’unione delle forze. Il Consiglio Direttivo è formato da persone intraprendenti ed intuitive e lavorare con loro è un piacere e uno stimolo continuo.
Prossimi impegni o scritti? Sto scrivendo un nuovo romanzo che si discosta dai primi due per trama, tema e personaggi e che narra di due storie, strettamente legate, ambientate a Udine, l’una ai giorni nostri e l’altra nel 1910. Questo ultimo lavoro è particolarmente impegnativo perché mi obbliga a ricerche storiche, sociali, di costume approfondite e mi impone il costante sforzo di calarmi in un’epoca diversa, ma mi ha fatto innamorare ancora di più della mia città.