ATAC: SCIOPERO VENERDI’ 27
È certamente noto alla maggioranza degli abitanti della capitale il continuo e crescente disagio che si incorre nel prendere mezzi pubblici. Innumerevoli sono state le promesse elettorali promulgate dalla sindaca Raggi e dal suo staff per rinnovare la società per azioni migliorando il trasporto pubblico. Tra le tante: tagliare gli sprechi e acquistare 150 nuovi autobus. Ma a distanza di più di un anno dalla sua elezione sembra un ricordo lontano per i cittadini capitolini i quali si ritrovano a combattere con autobus vecchi, obsoleti, fuori servizio, corse ridotte e scioperi improvvisi.
I continui scioperi organizzati dai dipendenti ATAC, spesso a ridosso del weekend, i numerosi ritardi degli autobus, dei tram e della metropolitana, fanno infuriare non poco chi con i mezzi è costretto a spostarsi in città. Negli ultimi mesi sembra inoltre andare in voga il cosiddetto “sciopero bianco”, che ha creato un ulteriore rallentamento del trasporto pubblico e numerosi disagi per gli utenti.
Gli scioperi sono diventati, negli ultimi anni, sempre più frequenti fino ad arrivare quasi a due al mese, spesso a ridosso del weekend creando innumerevoli danni alla mobilità dei cittadini e irrimediabilmente anche al turismo. Vengono ricordati in particolare gli ultimi del 12 e 29 settembre che hanno paralizzato la capitale ed è ormai prossimo quello nazionale di venerdì 27 ottobre 2017 di cui è facile prevedere le conseguenze sui cittadini. Com’è possibile che un diritto così importante e tanto faticosamente conquistato venga abusato in tal modo?
Dobbiamo ricordare che con il dopoguerra da reato penalmente perseguibile lo sciopero è divenuto un diritto oggetto di tutela tramite l’articolo 40 della Costituzione. A questo diritto sono stati poi posti dei limiti, in particolare ai servizi pubblici essenziali tramite la legge del 12 giugno 1990, n.146 (modificata nel 2000 ), per conciliarne il suo esercizio con la tutela di altri diritti di libertà fondamentali del cittadino. Sfortunatamente per i cittadini della capitale quei diritti di libertà sembrano passare sempre più frequentemente in secondo piano venendo scavalcati dai continui scioperi del personale ATAC per le motivazioni più disparate.
Il punto è che una media di 2,5 scioperi al mese di 24 ore corrispondono ad un notevole abuso di uno dei diritti fondamentali da parte del lavoratore dei servizi pubblici stesso, il quale, nel protestare e nello scioperare in continuazione, non solo blocca un’intera città, ma fa in modo di violare alcune delle libertà fondamentali per tutti quei lavoratori che si devono spostare all’interno della capitale stessa.
Dunque se da un lato troviamo un abuso di uno dei diritti fondamentali del lavoratore, dall’altro dobbiamo tener conto dell’influenza della politica di liberalizzazione dei servizi pubblici essenziali ed anche di una pessima amministrazione all’interno della società. Dunque nel corso del tempo tutte queste concause hanno portato in primo luogo ad un incremento dei prezzi dei biglietti, e successivamente ad un progressivo fallimento della società stessa.
In un’intervista del 21 settembre al Sole 24 Ore il presidente ATAC , Simioni, non aveva nascosto i tragici conti economici in cui versava la società, ponendo in un’ottica propositiva l’idea del concordato preventivo, nonostante diversi creditori avessero già presentato istanza di fallimento, accorciando in tal maniera il tempo a disposizione per presentare il piano previsto dalla legge entro 60 giorni.
Sebbene gli scioperi siano motivati da vicende interne ad ATAC, gli unici a rimetterci in termini materiali, fin ora, oltre ai creditori, sono stati i romani stessi che si trovano inermi sempre più spesso non solo di fronte a continui scioperi ma anche all’inadeguatezza dei mezzi su cui sventuratamente si trovano a viaggiare. E’ dunque possibile osservare sia il continuo incremento di scioperi all’interno della capitale, sia le condizioni dei mezzi pubblici.
Nonostante siano stati promessi autobus nuovi i cittadini devono ancora far conto con i modelli vecchi che vengono riparati genericamente tramite manutenzione ordinaria del conducente, spesso rompendosi durante la corsa . Nulla può più stupire i romani. Come piccoli pescatori dispersi in quel vasto mare che è Roma, si ritrovano in balia dei capricci di onde sempre più alte e di imbarcazioni distrutte che, sanno benissimo, non potranno mai aiutarli ad arrivare a destinazione.