All’interno del municipio IV di Roma, sulla via Tiburtina all’altezza del quartiere di Ponte Mammolo, suscita interesse agli occhi dei passanti ciò che resta in piedi di un polo di cui facevano parte: orfanotrofio, oratorio, scuola professionale, impianti sportivi. Parliamo di quello che era un centro dedicato alla crescita spirituale e professionale dei giovani gestito dalla congregazione dei Salesiani, del quale ora però, in seguito a mille peripezie, resta solamente una piccola parte appartenente al cine-teatro Gerini.

LA NASCITA E LO SVILUPPO DEL POLO

Nel 1952 il Marchese Alessandro Gerini, tra gli uomini più influenti e benestanti d’Italia, decide di compiere una donazione comprendente un ampio terreno situato in via Tiburtina a Roma in favore dell’Istituto Religioso dei Salesiani. Lo scopo è quello di dare vita ad un centro culturale dedicato alla crescita spirituale e professionale dei giovani. Il complesso è intitolato alla memoria di sua madre, Teresa Torlonia Gerini, molto devota a Don Giovanni Bosco, fondatore delle congregazioni dei Salesiani. Il rapporto di Alessandro Gerini con i Salesiani è di lunga data, tanto che il Marchese crea una fondazione gestita appunto con i Salesiani, cui dona tutti i suoi possedimenti immobiliari.

La costruzione, in via Tiburtina 986, viene terminata nel 1957 (con il contributo economico della stessa famiglia Gerini) e il bollettino salesiano del primo dicembre 1957 dà notizia dell’inaugurazione parlando di “una grandiosa opera per i figli del popolo alla periferia di Roma”.
L’Oratorio, per oltre 2000 giovani, comprende una grande Cappella propria, un gioiello di eleganza e modernità,16 aule per catechismo e ricreazione interna, 2 saloni per riunioni, stadio con due gruppi di tribune, due campi regolari di calcio, campi da tennis, pallacanestro, pallavolo, piste per corse, atletica e pattinaggio, palestra coperta fornita di tutti gli attrezzi ed un cine-teatro per 1500 posti dotato di impianto sonoro, cinemascope, palcoscenico a piani elevabili e impianto ad aria condizionata.

Insomma, un’opera non indifferente in cui spicca proprio il cine-teatro da 1500 posti: per avere un’idea, il Sistina ha solo 81 posti in più, il Brancaccio ne ha 200 in meno e l’Opera 100 in più.

LA CRISI DELLA GESTIONE DEL POLO

Con il passare degli anni il centro di formazione diventa anche casa delle vocazioni salesiane, ma nel 2000 l’istituto viene chiuso a causa della mancanza di nuove vocazioni, restano dunque attive solamente le scuole professionali.
Nel 2003 il nuovo piano regolatore del Comune di Roma permette ai Salesiani di chiedere il cambio di destinazione d’uso di gran parte delle strutture per favorire la costruzione di cinque centri commerciali di 2500 metri quadrati l’uno e successivamente tale area viene venduta dai Salesiani alla società Amplired s.r.l., la quale porta avanti il progetto edilizio nonostante gli eredi Gerini intentino una causa (successivamente persa) contro i Salesiani stessi, sostenendo che i terreni fossero stati donati per opere sociali e non a scopo di apertura di esercizi commerciali.

Il nuovo progetto prevedeva la demolizione dell’area comprendente la chiesa, le strutture sportive e il teatro Gerini. I lavori di demolizione iniziano a febbraio 2008 e comincia una frenetica lotta da parte di comitati cittadini, personalità dello spettacolo ed associazioni per salvare quantomeno il cine-teatro. La sala verrà continuamente occupata e per un periodo tornerà a proporre spettacoli gratuiti. All’interno del teatro sono ancora presenti, gettati nella polvere, i manifesti e i volantini con i nomi degli artisti che ne sposano la causa, tra questi Mario Monicelli, Giuseppe Tornatore, Ascanio Celestini, Nino Frassica, Erminia Manfredi e molti altri. Alla fine la lotta ottiene il risultato di salvare il teatro (il resto verrà demolito) e si arriva quindi al Settembre del 2013 con la cessione a titolo gratuito in favore del Comune di Roma in cambio dell’autorizzazione per il nuovo costruttore ad usufruire della cubatura che sarebbe risultata dalla demolizione dello stesso. Dal 2013 ad oggi, nonostante la struttura sia ancora in piedi, il teatro giace in uno stato di totale abbandono, affiancato da un discount e un maxi store di detersivi, sorti nel terreno dove precedentemente erano edificate la chiesa e i campi sportivi del polo.

I TENTATIVI DI RIQUALIFICAZIONE

Ci sono stati diversi tentativi di riqualificazione della struttura teatrale nel corso degli anni successivi al 2013, ma solo uno in particolare ha raccolto l’attenzione popolare, parliamo della “Fondazione Teatro Gerini”, creata da cittadini del quartiere e professionisti del mondo delle arti e dello spettacolo. L’ intenzione era quella di riqualificare l’intera struttura dell’ex oratorio Teresa Gerini con il fine di restituirla nel più breve tempo possibile alla città di Roma, spingendo molto sulla questione di una periferia ad alta densità, disagiata dal traffico intenso e priva di un luogo di incontro, crescita e collaborazione.

L’ intenzione era dunque di rendere il teatro nuovamente funzionale e creare professionalità nei vari settori che lo spazio offre, il tutto per far sì che diventasse un luogo di laboratori creativi per le varie realtà esistenti nel territorio, prendendo ispirazione dall’idea del “bene comune”, già sperimentata con successo in varie aree culturali italiane. Il tutto con la finalità che i cittadini potessero riappropriarsi dell’area teatrale e potessero restituire alla città di Roma un patrimonio artistico e culturale di enorme valore storico e sociale. Oltre al teatro vi è stato anche il tentativo di realizzare per i residenti un’area verde adiacente al teatro con strutture sportive e ricreative per ogni età, cercando di ricreare un contesto simile a quello esistente negli anni sessanta e settanta, periodo di massima affluenza del polo salesiano.

Prendendo atto però della scarsa considerazione che le istituzioni hanno avuto nei confronti delle esigenze socio-culturali delle periferie di Roma (lasciate nel degrado), e della crisi economica che oggi investe tutti i settori del nostro paese, nonostante i cittadini abbiano provato a farsi carico del recupero della struttura, la situazione del cine-teatro Gerini resta identica a quella di 10 anni fa, ovvero una situazione di totale abbandono.

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