La mattina del 25 ottobre è stato chiamato dagli studenti del collettivo di Scienze Politiche un presidio, per contestare la conferenza “Il capitalismo buono” organizzata da Azione Universitaria, componente studentesca di Fratelli d’Italia. A parlare sono stati invitati il giornalista Daniele Capezzone e il deputato di FdI, nonchè presidente di Gioventù Nazionale, Fabio Roscani.

Il presidio era di carattere pacifico, gli studenti avevano come unica intenzione quella di rappresentare tramite degli interventi quella controparte che nell’università viene sempre richiesta quando si tratta di organizzare eventi riguardanti tematiche particolarmente calde, come del resto quest’ultima.

Quando il convegno ha avuto effettivamente inizio le forze dell’ordine hanno deciso di chiudere l’entrata principale della facoltà. In concomitanza con questo evento gli studenti del presidio si sono avvicinati all’ingresso della facoltà per appendere uno striscione in cui esprimevano la loro avversione nei confronti del fascismo e del capitalismo. Le forze dell’ordine, poste all’ingresso, hanno cercato di impedire l’apposizione dello striscione creando un cordone di sicurezza di fronte all’ingresso, che spingeva gli studenti che tentavano di avvicinarsi all’entrata.

Nel momento in cui più studenti hanno cercato di avvicinarsi gli animi sono diventati più caldi e la situazione è iniziata a sfuggire di mano, anche se, senza l’utilizzo di alcun tipo di violenza da ambo le parti. A pochi minuti di distanza è giunta sul luogo una squadra di agenti in assetto antisommossa che ha sostituito il precedente cordone, per crearne uno nuovo che potesse contenere, in maniera più efficace, gli studenti. Nonostante la situazione non fosse così pericolosa, un secondo gruppo di agenti in antisommossa è sopraggiunto e unendosi al primo gruppo ha iniziato ad allontanare gli studenti con una serie di cariche e l’utilizzo dei manganelli, da lì la situazione è degenerata.

Agli occhi dei presenti la scena, protratta per diversi minuti, è diventata terribile, tra il terrore e le urla generali. Molti gli studenti feriti, una persona prima ammanettata e poi rilasciata con una denuncia.

In seguito agli scontri il corteo, a quel punto quadruplicato, si è spostato davanti l’entrata del rettorato per manifestare contro l’amministrazione universitaria, in particolar modo contro la rettrice Polimeni.

Nei giorni seguenti all’accaduto la domanda che ci si continua a porre è se, quel tipo di intervento, da parte delle forze dell’ordine, sia stato commisurato all’effettiva “pericolosità” della protesta. La criticità maggiore risiede nel fatto che questi eventi siano avvenuti all’interno di un ateneo e per di più nella facoltà di Scienze Politiche che dovrebbe accogliere sempre la diversità di pensiero, specialmente quando è di carattere politico. Ricordando comunque che il diritto alla riunione pacifica è sancito dall’articolo 17 della Costituzione.

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