Roma, fase 2: a piedi per le vie, come nei racconti pasoliniani

Dal 4 maggio è cominciata per l’Italia una nuova fase di convivenza con il coronavirus, la fase delle riaperture di alcuni esercizi commerciali, dei parchi e del ricongiungimento con i familiari. I bar e i ristoranti possono svolgere solo il servizio di asporto, per questo la gente non può affollarsi all’interno dei locali ma si riversa sulle strade e nei luoghi all’aperto. Il cambiamento è più evidente nelle grandi città, come per esempio a Roma, che durante la quarantena era deserta ma che ora è tornata ad essere gremita. “Il tempo era passato. In un mese Roma divenne diversa” così scriveva Pier Paolo Pasolini nel suo secondo volume di Romanzi e racconti, riferendosi a una città in continua trasformazione durante gli anni ’50-’70, ma questa frase sembra calzare perfettamente con l’attuale situazione (anche se è passato più di un mese dall’inizio della quarantena).

Roma ricomincia a vivere lentamente, con qualche libertà in più ma i cittadini romani sono in grado di rispettare le nuove regole? Un po’ sì e un po’ no, l’asporto funziona benissimo ma nei parchi l’affollamento è abbastanza consistente. Il virus non deve essere preso sottogamba e l’utilizzo corretto delle mascherine deve diventare una pratica consolidata. È difficile per tutti abituarsi ad una nuova routine ma non bisogna dimenticare la fase di lockdown, da cui siamo appena usciti.

Leggerezza in città

A Roma Pasolini scopre una vitalità unica che sceglie di immortalare non solo attraverso la scrittura ma anche con la macchina da presa; il suo sguardo sa cogliere a volo d’uccello il panorama, inquadrando il paesaggio dall’esterno e poi zumando sui particolari. La sua narrazione accelera e rallenta le immagini, corre per i lungoteveri alla velocità dei personaggi, quartiere dopo quartiere, e riesce a fermarsi sui chiaroscuri delle diverse ore del giorno. Questa energia che Roma sprigiona è possibile vederla anche oggi, se si passeggia per la città, si può notare come tutte le strade siano di nuovo popolate dalle persone, che ora indossano quasi tutte la mascherina e spesso anche i guanti.

La capitale ha cambiato fisionomia, non è più la stessa di mesi fa, quando c’erano le urla dei fruttivendoli, dei pescivendoli e delle persone che la mattina cominciavano la giornata nel caos di Trastevere. Non c’è più il mercato domenicale di Porta Portese o le resse per salire sugli autobus a Termini, e nemmeno il via vai continuo a via del Corso, tra i negozi, o il flusso di studenti su viale del Policlinico per raggiungere l’università. Non è nemmeno la Roma di qualche settimana fa, durante la fase di lockdown, desolata e silenziosa, sicuramente bella ma malinconica e spenta.

Ora i cittadini romani si riversano nei parchi come Villa Pamphili, Villa Borghese, Villa Torlonia ma anche nei giardini e nelle strade di quartiere. In particolar modo i parchi sono invasi da famiglie con bambini, fidanzati, gruppetti di amici; tra loro c’è chi corre e fa allenamento, chi gira in bicicletta, chi passeggia e si gode il sole ma in pochi rispettano le distanze di sicurezza. Quasi tutti hanno le mascherine ma le tolgono quando parlano e si affollano nei luoghi all’aperto senza curarsene. A controllare che le misure restrittive vengano osservate ci sono le forze dell’ordine: carabinieri e polizia, polizia di Roma Capitale, ma non vengono adottate misure rigide di controllo.

Bonus biciclette e mobilità contenuta

Così come i protagonisti in Ragazzi di vita di Pasolini e nelle sue altre produzioni cinematografiche ambientate a Roma, anche i romani oggi camminano per la città a piedi, da un quartiere all’altro e si fermano per chiacchierare con qualche conoscente che incontrano per strada. Ma non mancano le auto e le moto a circolare per Roma, in questi giorni caldi di maggio viene in mente la scena del film Mamma Roma, in cui Anna Magnani sorridente gira, per le strade della città, sulla motocicletta abbracciata all’amato figlio. Anche adesso si vedono sfrecciare sugli scooter fidanzati abbracciati e solari, di nuovo speranzosi di poter tornare alla normalità.

Nei racconti di Pasolini poi troviamo presente il Tevere, descritto attraverso i tuffi dei ragazzi o le gite in barca, oggi invece il fiume fa da sfondo alla pista ciclabile, che soprattutto in questo momento viene sfruttata per scorrazzare in bicicletta. Proprio a proposito di biciclette prende forma l’incentivo ad utilizzare la mobilità sostenibile per evitare il blocco dei centri urbani alla ripartenza economica: il bonus bici che è lievitato fino a 500 euro con una dotazione che dovrebbe partire da 120-125 milioni di euro. Si tratta di risorse buone per scontare il 65-70% del valore d’acquisto dei mezzi ai consumatori, senza limiti di reddito. Per quanto riguarda il resto della mobilità urbana nella capitale, il trasporto pubblico sembra reggere, non ci sono troppi affollamenti a parte in qualche bus di periferia.

Il regolamento sui bus e sulla metropolitana è sempre lo stesso: è obbligatorio l’uso della mascherina, non si possono utilizzare i posti con il segnale di divieto e sono ammessi anche viaggiatori in piedi, fino a un massimo del 50% della capacità del mezzo. Anche il traffico privato è stabile, non è aumentato di molto ma bisognerà monitorare la situazione nelle prossime settimane. Dopo il lockdown le strade romane hanno cominciato a ripopolarsi, dalle vie consolari, passando per il Gra ma sempre con un’affluenza regolare.

Parchi incolti e asporto protetto

Alcuni parchi di Roma sono rimasti incolti come per esempio Parco degli Acquedotti dove nascoste dall’erba ci sono panchine e tronchi adibiti a panchine. I sentieri che costeggiano l’acquedotto sono ristretti a causa dell’erba che li invade, rendendo quasi impossibile il rispetto della distanza interpersonale di un metro. Sempre nell’area Est hanno preso le sembianze di mini-giungle anche Villa Gordiani e Villa De Sanctis. Al parco delle Cincie, nel quartiere Torre Maura, i residenti hanno addirittura fatto una colletta per noleggiare un trattore e sfalciare da soli il prato impraticabile.

La sindaca Virginia Raggi però rassicura “le ville sono tutte aperte, qualcuna ha l’erba alta perché abbiamo passato due mesi di lockdown e molte ditte sono rimaste ferme ma ora hanno ricominciato a lavorare per rendere i parchi e le ville sempre più curati”. Poi su Facebook lancia l’hashtag #NonAbbassiamoLaGuardia e scrive che “i controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni, ma è necessario rispettare le regole: solo così potremo superare questo difficile momento”. Aspettando che tutte le zone verde praticabili vengano potate non bisogna farsi prendere dall’euforia del momento e affollare questi luoghi, perché potrebbero chiudere nuovamente e l’atteggiamento irresponsabile dei cittadini tornerebbe indietro come un boomerang.

Per quanto riguarda invece il cibo da asporto presso i bar, i ristoranti, le gelaterie e le pizzerie si può affermare che tutto procede con il rispetto delle norme emanate dal Dpcm del 26 aprile. Si rispettano le distanze grazie alla segnaletica di apposite strisce adesive sul pavimento, c’è del personale addetto alla supervisione delle file e si utilizzano mascherine, guanti e gel igienizzanti. I bar si sono organizzati per vendere gli aperitivi da asporto con i bicchieri in plastica e delle vaschette ad hoc, così ritorna almeno una parvenza di normalità, un’illusione per i cittadini romani che erano abituati alla movida caotica della città. Le file fuori dai bar sono ordinate, segno di una nuova coscienza civica che sta maturando nei romani, da sempre abituati a sopraffarsi e ad ingegnarsi per eludere, quando possibile, code, attese e ritardi.

La Roma che resiste

Si può dire che la Roma descritta da Pasolini era una città più povera, più malinconica e più affollata di quella odierna ma quello che rimane costante è sicuramente il continuo cambiamento. Le storie delle borgate, delle marachelle dei ragazzi che si spostano verso il centro della città, sono solo alcune delle tante storie che vanno a formare l’anima di Roma. Una città in continuo movimento e fermento, che è sempre soggetta a nuove sfide, come lo è questa del coronavirus.

Ma i romani con la caparbietà e la naturalezza che da sempre li contraddistinguono riusciranno a superare anche questo impasse. Si tornerà a festeggiare ma con molta cautela, per evitare una nuova ondata di contagi. È una situazione difficile soprattutto per chi è solo, per chi ha problemi economici o di salute ma “dobbiamo fare di tutto per sconfiggere il virus in fretta, ricostruire una prospettiva di rinascita italiana ed europea, altrimenti tanti si sentiranno traditi e soli”, così aveva affermato il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, poco prima dell’inizio della fase 2.

Ma cosa succederà a partire dal 18 maggio? Ci sono tante speranze in città e l’aggiornamento sulle notizie da parte dei cittadini è costante, quasi spasmodico. “Dal 18 maggio ci sarà una nuova fase, che porterà a una differenziazione territoriale. Potranno riaprire gran parte delle attività economiche” ha spiegato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, annunciando che sarà convocato un incontro tra Governo e Conferenza delle Regioni per le linee guida a livello nazionale.

In attesa di nuovi sviluppi è necessario ridurre le uscite, le visite ai congiunti ed affinare un po’ di senso civico. Il futuro è anche una nostra responsabilità e potremo tornare a goderci la libertà con uno spirito rinnovato, facendo attenzione alle piccole cose, di cui si sente la mancanza solo quando ne siamo privati. “Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s’era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare”. (Ragazzi di vita, Pasolini 1955).

Proprio come il personaggio del romanzo pasoliniano torneremo a vivere la nostra quotidianità con spensieratezza, percorreremo le strade di Roma con un passo sicuro e dimentico, ma poi incrociando lo sguardo delle altre persone ci ricorderemo di questo periodo difficile, di tutti gli sforzi e dei sacrifici fatti e solo allora ci sentiremo veramente liberi e fortunati di quel presente. Forse magari non ci arrabbieremo più per ogni coda in mezzo al traffico, per ogni ritardo o per la sbadataggine di qualcuno e riusciremo ad apprezzare con uno spirito rinnovato il bel sole che illumina gli splendidi monumenti, i palazzi e i gli alberi della nostra città.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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