Poco più di un  mese fa, in una città della  Cina si è celebrato, come ogni anno, da sempre, la sagra del cane e anche del gatto: letteralmente migliaia di queste sfortunate creature vengono cacciate in tutta la regione, orribilmente maciullate e poi avidamente divorate dalla gente! Adesso a metà agosto è la data di una analoga feroce persecuzione contro i cani e questa volta, a Roma antica, per secoli, in occasione della cosiddetta ‘canicola’  cioè il quindici di agosto, giornata particolarmente torrida, imputabile ad una costellazione  chiamata appunto ‘cane maggiore’ che, si riteneva, potesse favorire ‘la rabbia’ a causa del caldo: in quel giorno a Roma, giorno della canicola,  sadismo o bieca ferocia, era una caccia spietata ai cani della città, ammazzati a bastonate e poi ammucchiati:  si cerchi di immaginare le urla e i guaiti terribili  dei poveri cani nella ‘Città Eterna’. Chi ne ammazzava di più, riceveva un premio!

Invece certi popoli per secoli in un certo giorno dell’anno catturavano  i gatti nei sacchi e poi li buttavano sul fuoco a bruciare, anche ora alla luce di stolte credenze e superstizioni. Chiedo venia per ricordare tali eccidi, ma è bene conoscere.

E’ avvenuto che l’uomo,  non soddisfatto pienamente di aver trascorso e di continuare a trascorrere, la propria vicenda esistenziale nel sangue e nelle guerre e nelle persecuzioni ovunque nel mondo, seminando dolori e distruzioni, in certi momenti  dell’anno si è inventato ulteriori ragioni per esercitare la propria  empietà ed efferatezza: non  più avverso dunque  i propri simili ma,  nulla di più facile,  contro l’innocuo animale a portata di mano.  Ma ci arrestiamo, gli esempi sono infiniti, fino ad oggi e sarebbe solo una sequenza di orrori.

Abbiamo detto  “sfortunate creature”  perché il cane, ancora non se ne è capito il profondo significato e valore. Tutti conosciamo la lunga serie di prestazioni e di servizi che rende  alla comunità, oggi più che mai, servizi  che spesso nemmeno l’uomo è in condizione di offrire. Eppure il cuore  si  contrae e lo scoramento ti prende alla costatazione   che, per esempio, ci sono tanti miserabili e delinquenti che in estate, ma non solo in estate, abbandonano il proprio cane in mezzo alla strada, magari legato alla barriera autostradale e non si può non tornare col pensiero al Dio della Bibbia che inflessibile e spietato infliggeva severissime punizioni ai contravventori delle regole della convivenza! Non dico la lapidazione biblica, ma certamente una solenne sanzione andrebbe prevista, e applicata,  a tali squallidi personaggi che abbrutiscono la esistenza civile con la loro presenza. Il cane invece, non vi è creatura umana che nutra devozione  e ami così tanto il suo padrone, fino alla morte:  questo disinteressato amore, in cambio di un tozzo di pane, senza nulla chiedere, sempre pronto a dare tutto se stesso. Ed eco il punto: il bipede abituato e cresciuto a contatto diretto o indiretto, avvertito o non avvertito, con gli aspetti non di rado anche più depravati dell’esistenza, non è assolutamente in grado di capire l’amore vero e disinteressato e totale che gli si offre senza nulla chiedere ed avviene,  nemesi mostruosa della esistenza umana,  che l’oggetto che maggiormente viene fatto soffrire per violenze e del genere  è proprio il cane!

Le eccezioni, per fortuna ci sono sempre, confermano la truce regola. Se si va in google e pulsa ‘Conversano, bari, cane’  credo che  ancora venga illustrata una vicenda recente   che veramente dovrebbe atterrire tutti quelli che la leggono: il solito imbecille in auto che, eroe,  non rispetta i  limiti e quindi all’occorrenza non può o non vuol frenare, ha investito e ammazzato un cagnolino e proseguito. La bestiola assieme ad un altro cane, Nerino, pare che fossero cani di quartiere a Conversano, quindi entrambi ogni ora del giorno assieme, vicino alla gente.  L’immagine che si offre nel sito e che qui riproduciamo,  è sconvolgente, non conosco altro termine, lo trovi il lettore:  Nerino che abbraccia l’amico morto e cerca di ravvivarlo, con le proprie carezze e baci!

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