Leandro Conti Celestini, milanese di nascita, classe 1978, residente da oltre dieci anni a Los Angeles, amante dell’arte in ogni sua forma, debutta sul mercato editoriale italiano con il romanzo “Alle Corde” pubblicato con Eros Cultura Editore del Gruppo Editoriale Brè. Direttore responsabile: Claudio Palazzi
La storia ci porta indietro, nel 1979, una macchina in autostrada con attorno solo il deserto, montagne in lontananza, cieli sconfinati e il silenzio di un pomeriggio inquieto. Tristan è un giovane uomo con un sogno: entrare nel circuito del Professional Wrestling, ed è in viaggio per affrontare il primo incontro che potrebbe aprirgli le porte della nuova carriera. Inizierà così la sua salita in locali da pochi soldi e match senza regole nelle periferie selvagge del nord America, nella speranza di venire notato dalle federazioni ufficiali ed entrare nel grande giro.

Lontano dalla famiglia e dal mondo sicuro della sua piccola città dove mai niente succede, il viaggio lo farà crescere e mutare: dalla scoperta e accettazione della sua omosessualità, alle prime esperienze erotiche con altri uomini fino a rinsaldare il profondo rapporto con il suo Coach, da sempre figura paterna e fraterna al suo fianco. Incontrerà soddisfazioni e vittorie, piacere e godimento, ma anche dolore, incertezze e sconfitte, fino a incrociare la strada con un bellissimo ma pericoloso avversario, e un patto che lo lascerà ferito e solo. Sarà il match finale nella sfavillante città di Las Vegas che gli permetterà di riscattare la sua dignità e la direzione che sembrava aver smarrito?

Leandro, come nasce la stesura della tua prima “fatica letteraria”? La letteratura era forse un po’ il tassello mancante visto che in te convivono più forme di arte?

Vero, la letteratura mi mancava, dopo la pittura, la fotografia e il design di moda… ma alla fine l’arte non ha compartimenti, è un fluido che va da una disciplina all’altra, personalizzata dal tuo stile. Molti mi dicono che il libro ricorda le atmosfere dei miei quadri e quando dipingo traggo ispirazione da mie vecchie foto… insomma è tutto collegato. Poi da artista io mi annoio sempre, mi servono nuovi stimoli, nuove cose da fare, per questo ho deciso di iniziare a scrivere: soprattutto per provare qualcosa di nuovo che alla fine mi ha dato tantissime soddisfazioni!

Come definiresti il tuo stile narrativo?

Sicuramente lo chiamerei “flusso di coscienza”: mi piace scrivere come se stessi parlando con me stesso, ad un ritmo fluido, quasi sognante, dove i pensieri escono d’estinto e con molta importanza a quello che vedono gli occhi e all’ambientazione e atmosfera in cui si trovano i protagonisti.

Perché hai deciso di ambientare la storia del tuo romanzo proprio a fine anni ’70? Cosa è cambiato rispetto ad allora?

Cercavo un mondo selvaggio, quasi senza regole, specialmente nel territorio dove si svolge la vicenda; anche la vita pre-tecnologia mi interessa molto: l’ho vissuta, e a costo di essere chiamato “vecchio” rimpiango come le cose fossero più facili e difficili, i rapporti venivano coltivati, c’era educazione, buone maniere e senso dello stile. Oggi queste cose le sento meno, ma per me hanno ancora un grande valore.

La copertina è molto esplicita e anche molto cruda, da una parte richiama l’eros e l’omosessualità e dall’altra mostra gli occhi sognanti di un giovane alla ricerca di sé e di affermazione. Sei d’accordo con questa mia affermazione?

Effettivamente la copertina è molto controversa, ho ricevuto commenti super positivi (molto hot) o davvero negativi (ridicola, troppo gay, etc.), nessuna via di mezzo… ma sono più che d’accordo: chiesi all’artista di realizzare il protagonista come un giovane San Sebastiano o un angelo di Botticelli; volevo che fosse bellissimo e che esprimesse la sofferenza di quei momenti difficoltà che più o meno tutti abbiamo vissuto almeno una volta; parlo di quando ci siamo sentiti “alle corde”, quando tutto sembra essere perduto, ma lo stesso non abbandoniamo la speranza e troviamo l’ultima goccia di energia per reagire. Il suo viso è il non arrendersi, il volersi affermare e combattere, anche quando tutto è contro.

C’è una recensione che, a oggi, ti ha fatto particolarmente piacere o una critica che hai comunque trovato costruttiva?

Le recensioni fino ad ora sono state entusiastiche e la cosa mi ha riempito di gioia: sono al mio esordio come scrittore e le critiche possono fare male, specialmente in questa fase iniziale, ma le recensioni che ho avuto mi hanno commosso per il supporto che hanno dimostrato e non ne ho una preferita. Direi che mi fa piacere quando un lettore riconosce le citazioni che ho messo nel libro, forse perché è della mia generazione o perché è un cultore delle cose che piacciono anche a me, ma allora si crea un legame che ci accomuna.

Hai, peraltro, scalato la classifica di Amazon con “Alle corde”: a questo punto da chi vorresti ricevere un consiglio letterario?

Mi piacerebbe in qualche modo connettere la mia storia con il mondo della moda e dello sport. Come per il mio libro, vorrei sdoganare il mio underwear verso un pubblico anche eterosessuale e mi piacerebbe che un wrestler professionista leggesse il romanzo. Durante la scrittura del libro ho parlato con diversi professionisti del mondo del wrestling anni ’70 e ’80, facendomi raccontare i retroscena, lo stile di vita e gli avvenimenti di un mondo che avevano vissuto… mi piacerebbe che loro leggessero quello che ho scritto e mi dessero la loro opinione!

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