“La vita è un perenne ostacolo alla lettura.”

Così Daniel Pennac, autore contemporaneo francese, descrive il suo rapporto con la lettura.  Non a caso ho voluto utilizzare questa frase, che riassume il mondo contemporaneo: la vita frenetica; la vita veloce; la vita convulsa ci spinge a correre sempre più velocemente, facendoci dimenticare che, a volte, basterebbe fermarsi 10 minuti e leggere anche solamente una pagina di un libro per ritrovare la tranquillità.

Un libro può essere il migliore amico di un uomo oppure il suo peggior nemico. Un libro può essere usato come ferma-porta oppure come una mappa per aprirla, quella porta, e iniziare ad immaginare. Un libro può essere comprato come regalo oppure può essere messo sulla libreria a prender polvere ma, se vi guardate intorno, non c’è una casa senza un libro.

Da quando il libro, come lo conosciamo noi oggi, ha fatto la sua comparsa nella vita quotidiana non ci ha mai abbandonato. Ha subìto tantissime modifiche, che variano ovviamente in base alle invenzioni tecnologiche o cambiamenti di necessità, nel corso del tempo: si passa dalla stampa a caratteri mobili che ha rivoluzionato il mondo intero (facendo diventare così la letteratura, l’informazione, la musica, la conoscenza in generale, più facilmente raggiungibile di quanto fosse mai stata prima di quel momento, per un’ampia fetta di popolazione) all’e-book, passando per i primi formati tascabili e le prime collane.

E’ proprio questa la questione su cui si dibatte attualmente: libro cartaceo o e-book? Secondo L’associazione Italiana Editori (AIE), nei primi sei mesi del 2022 per l’editoria varia (romanzi e saggi) c’è stato un calo del 3,6% di copie vendute in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Si tratta di un calo dovuto alla flessione delle vendite nei canali online, solo in parte controbilanciato dal recupero delle librerie fisiche” – spiega il presidente di AIE Ricardo Franco Levi. Stando a questa notizia, possiamo evincere che le persone sono tornate in libreria a sfogliare un buon libro, ad odorare il profumo della carta stampata e a toccarne la ruvidità. Ma davvero la maggior parte preferiscono il cartaceo?

Abbiamo intervistato due persone, che sorprendentemente nonostante siano due figure speculari condividono lo stesso pensiero per la diatriba cartaceo o elettronico. Sono Mirko Falchi, un docente della scuola secondaria di secondo grado e Alice Grieco, una studentessa universitaria prossima alla laurea magistrale. Ho posto loro alcune domande, sondato un po’ il terreno e le risposte sono state davvero inaspettate.

Da professore/da studentessa, preferisci usare il cartaceo o i formati digitali per quanto riguarda l’ambito professionale/universitario?

A: In primis, guardo molto l’aspetto finanziario ovviamente e quindi cerco di fare la scelta economicamente più sostenibile, che ad oggi è il formato digitale. Anche se, alcuni volumi meritano di entrare a far parte della mia libreria e quindi l’acquisto sarà sicuramente cartaceo. In secundis, la praticità e la velocità di consultazione. Qui senza dubbio il formato digitale è il leader, perché basterà cercare una parola chiave e si potrà risalire al capitolo o alla definizione della nozione che stavo cercando.

M: Da professore, e qui vado contro molti dei miei colleghi, preferisco il formato digitale. E’ molto più rapido, più adattabile logisticamente. Basti pensare che si può facilmente collegare alla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) cosicché tutti possano leggere ciò che sto spiegando. Per non parlare poi del peso dei libri che grava sulla schiena di migliaia di studenti, causandogli poi anche danni seri che si porteranno avanti per il resto della loro vita.

“Con l’avvento del formato elettronico, nella vita privata, rimani fedele al cartaceo oppure?”

A: Mi colloco a metà. Non saprei proprio scegliere, in realtà, perché continuo a comprare libri cartacei ma il formato elettronico ha rappresentato una vera e propria svolta.

M: Nella vita privata rimango fedele al cartaceo, assolutamente. Ci sono delle edizioni speciali di alcuni libri che sono uniche. Con mappe, disegni in formati A3 che sicuramente non sarebbe la stessa cosa guardarli su un computer o un tablet.

“Una top five di libri che ti hanno cambiato la vita o il modo di vedere le cose”

A: 1. Mille splendidi soli, Khaled Hosseini.

2. La vita immortale di Henrietta Lacks, Rebecca Skloot.

3. La contessa nera, Rebecca Johns.

4. La scomparsa di Stephanie Mailer, Joël Dicker.

5. Uomini e no, Elio Vittorini.

M: 1. 1984, George Orwell.

2. L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera.

3. Il signore degli anelli, J. R. R. Tolkien

4. Lettera ad un bambino mai nato, Oriana Fallaci.

5. Se questo è un uomo, Primo Levi.

Alice, da studentessa universitaria, cosa consiglieresti ad un collega per rilassarsi? e tu Mirko, da professore che libro consiglieresti ad un alunno per aiutarlo negli anni più difficili della sua vita?” 

A: Se fosse un amante del genere giallo, consiglierei “La coppia perfetta” di B. A. Paris. Si tratta di un thriller che fa riflettere, fa raccogliere indizi e ti permette di ricostruire il quadro che, non sempre, deve combaciare con il pensiero dell’autore.

M: Consiglierei “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez. Non spaventatevi dalla grandezza, si legge tutto d’un fiato. Magari non ci si mettono un paio d’ore ma un paio di giorni, o settimane certo, però vi sorprenderà. Non tanto per la storia in sé quanto per la capacità dello scrittore di portarvi lì, insieme a lui, come se poteste toccare con mano quel tempo e quel luogo.

Ecco perché è sorprendente il mondo d’oggi: un insegnante e uno studente, uno lo specchio dell’altro, che non sono poi così lontani.

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