“Dove posso parcheggiare gratuitamente?”
“Guarda se c’è posto allo zuccherificio”
Questo è un classico scambio di battute fra due folignati in una qualsiasi giornata. Oramai, lo zuccherificio è diventato un luogo di parcheggio, di atti vandalici e di residenza per barboni ma in passato è stato un luogo che ha portato ricchezza, lavoro, qualità in un piccolo centro industriale quale è Foligno.
Agli inizi del secolo scorso, la Società Italo-Belga per l’Industria degli Zuccheri costruì sulla sponda del fiume Topino uno stabilimento per la produzione dello zucchero, collegato alla stazione da un raccordo ferroviario che la collegava con la linea Foligno-Terontola, su progetto di G. Aimond, ingegnere capo della Societé Anonime des Ateliers de Construction di J. J. Gilain.
All’inizio della propria attività, la fabbrica aveva una trentina di operai fissi, ai quali se ne aggiungevano un centinaio durante il lavoro stagionale, fra i mesi di Settembre e Ottobre. La materia prima proveniva per la metà dalle zone umbre di Foligno, Perugia e dell’Appennino centrale e per l’altra metà dal Valdarno, dalle Marche e dall’Agro Romano. Nel tempo, l’industria si sviluppò e si allargò prendendo in considerazione anche altre produzioni, come quella della distillazione dell’alcool, che utilizzava un macchinario della Barbet, una ditta francese e di un forno ad autocombustione per la trasformazione dei residui della distillazione; della lavorazione dei prodotti zuccherati e delle marmellate.
L’azienda continuò a crescere: fino alla seconda guerra mondiale, si ampliò la la struttura produttiva ma anche amministrativa, con la costruzione di una palazzina interamente dedicata all’amministrazione e l’ingrandimento del reparto della distilleria; vennero costruiti nuovi silos per le bietole ecc. Ovviamente, con il tempo, migliorarono anche gli impianti di produzione dell’energia elettrica e termica occorrenti al funzionamento di una fabbrica in espansione. Purtroppo però, negli anni della seconda guerra mondiale, Foligno fu bombardata molte volte proprio a causa di questi impianti industriali. Lo Zuccherificio venne colpito ben ventitré volte.
Nel 1973, lo stabilimento passa nelle mani della Società Italiana per l’Industria degli Zuccheri. Subentrerà poi dopo diversi cambi di proprietà la Società Cavarzere con la quale cessa definitivamente l’attività produttiva nel 1980. In un decennio, l’intero complesso venne quasi totalmente demolito.
Oggi, del vecchio Zuccherificio rimangono solamente parte del blocco centrale, una fornace, una ciminiera e la palazzina dell’amministrazione. Poche sono le aree rimaste accessibili, tra cui una parte adibita a magazzino dove ancora ci sono accatastati sacchi di zucchero.
La situazione doveva migliorare decenni fa, dal 1997 con precisione, con i progetti di riqualificazione per l’area dell’ex zuccherificio di Foligno dei quali venne scelto quello del famoso architetto Gae Aulenti. Il complesso avrebbe dovuto comprendere circa 9 ettari di terreno: il 14% per l’edificazione, il 39% destinato al verde, il 6% per parcheggi di superficie, il 29% per piazze e percorsi pedonali e il 12% per la viabilità. Di questi 9 ettari, circa 5 vengono ceduti al Comune per la realizzazione del progetto “Il parco delle scienze e delle arti”. All’epoca della conferenza stampa per la presentazione del progetto, prese parte la vecchia giunta comunale presieduta dal sindaco Nando Mismetti, l’Assessore all’urbanistica Joseph Flagiello e il Presidente di Koinon SpA B. Santificetur oltre che, ovviamente, il Presidente di Coop Centro Italia Giorgio Raggi.
Da un decennio ormai che la Coop C.I. e il Comune di Foligno sono in una causa legale per inadempimento. All’inizio della vicenda, il Tar aveva riconosciuto il Comune come inadempiente e quindi responsabile per i ritardi nell’attuazione del piano. I giudici di secondo grado invece hanno dato ragione al Comune, rilevando che «il ritardo sarebbe dipeso dalla condotta della società cooperativa, che ha tardato nell’attuazione degli obblighi di sua competenza e nell’esercizio delle facoltà strumentali al celere completamento dei lavori di attuazione dell’intero comparto».
Resta il fatto, però, che ancora oggi i lavori sono sospesi (tralasciando quelli di bonifica del territorio, con il taglio dell’incolta vegetazione più per l’alto rischio incendi che altro) e quando i folignati e i turisti si ritrovano a passare in Viale XVI Giugno, trovano ancora l’ex Zuccherificio come l’avevano lasciato anni fa. Se si chiede ad un abitante della zona dei progetti che dovevano essere realizzati per quell’area, risponde “tutto molto bello ma io vedo ancora mattoni su mattoni. Non vedo un parco, non vedo degli edifici residenziali né centri commerciali. Finché litigano fra di loro per chi deve pagare chi, tutto resterà così, nel degrado”.